Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Gatti attentissimo, Stolfi scuote la testa. Podeschi agita le mani e cerca gli occhi dei colleghi / Imbarazzo, denti stretti e risatine / Le reazioni, gli sguardi, le smorfie dei diretti interessati
In “piccionaia”
una decina di persone
segue la lettura
Il sentimento
è di indignazione
e di rassegnazione
In aula non vola una mosca. Il presidente
della commissione
antimafia Anna Maria
Muccioli legge il lungo documento
da seduta: poche
e brevissime le pause per
sorseggiare un po’ d’acqua.
Al suo fianco, attentissimi
gli otto commissari
che con lei hanno condotto
le indagini sul caso
Fincapital. Tutt’attorn o,
sguardi basiti, risatine
sommesse, bocche strette
e denti serrati.
I volti sono tesi, e gli
sguardi dalla piccionaia
son tutti per i “protagonisti ” Gabriele Gatti, Fiorenzo
Stolfi, Claudio Podeschi.
Il primo, attentissimo,
non lascia quasi mai
l’aula: inforcati gli occhiali
e con attenzione ascolta
e segue, servendosi della
sua copia cartacea del documento,
la lettura della
sua “condanna” politica.
Di fronte, dirimpettaio,
c’è Stolfi. Armeggia col telefono,
segue lo scritto e ogni
tanto tradisce un sorriso
amaro, scuote la testa.
Ma la rabbia è tangibile.
Pochi scranni più in là, dal
“versante” di Gatti c’è Podeschi.
Sono il suo volto e
la sua gestualità i più comunicativi:
allarga le
braccia quando la presidente
Muccioli legge il
passo relativo al rogito
della casa per la figlia, sottoscritto
da Bacciocchi.
Pare dire: «Che sarà mai».
Unisce le mani a preghiera
e le agita. Si guarda attorno,
quasi a cercare gli
occhi dei “colleghi ”, ma
nulla. In “piccionaia”, una
decina di persone segue
attentamente la lettura
della relazione. Il sentimento
è quello di indignazione,
a un misto di rassegnazione:
all’udire l’ennesimo “omissis” sul nome
dell’ispettore che, qua e là,
si sarebbe preso le tangenti
per evitare i controlli c’è
chi vorrebbe affacciarsi:
«Fuori i nomi, fuori dagli
uffici questi qua», mormorano
gli spettatori. Intanto,
la polemica monta sul
web e in piazza. A lettura
ultimata, e dibattito politico
iniziato, sul Pianello
si radunano una cinquantina
di persone. Tra commenti
amari, ascoltano da
fuori le difese dei politici.
Nessun manifesto, nessun
grido verso il Palazzo.
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