San Marino. Boss e politici. Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino

San Marino. Boss e politici. Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino:  Un terremoto scuote il Titano / I rapporti pericolosi tra boss e politici / La commissione antimafia punta il dito sui “colossi” Gatti e Stolfi. La replica: accuse infondate. Nel mirino presunti incontri con malavitosi, acquisti di immobili e partecipazioni societarie

 La commissione invierà
gli atti di indagine
alla magistratura

 Contro i controlli nei
cantieri di Fincapital
mazzette agli ispettori

SAN MARINO. Le corse in spiaggia
col boss della “mala” campana, l’appartamento
pagato in nero al notaio
che tutti sapevano facesse in realtà
l’immobiliarista, l’ex ministro socio
occulto della finanziaria che gestiva
l’80% del mercato immobiliare del
Titano. E poi le mazzette agli ispettori
pubblici per bloccare i controlli
nei cantieri, quel “separè” nel bar
del boss per gli incontri coi politici,
fino ai vecchi scandali edilizi sui
quali la magistratura sembrava aver
già messo la parola “fine”.

Il piccolo Stato di San
Marino è scosso da un terremoto,
ieri mattina, quando
nell’aula del suo parlamento,
il Consiglio grande
e generale, irrompe la lunga
relazione della commissione
antimafia che, negli
ultimi dieci mesi ha indagato
sui presunti rapporti
tra la politica, la camorra
dei Casalesi e il riciclaggio
di denaro sporco nell’edilizia. Gli ingredienti giusti
ci sono tutti per far gelare
il sangue, e i commissari,
di responsabilità politiche,
dicono di averne trovate: si
tratta degli ex ministri Gabriele
Gatti e Fiorenzo
Stolfi, il primo della Dc, il
secondo del Psd, per anni
alla guida del Paese. Immediata
la loro difesa: tutto
falso, dicono, mai avuto
rapporti con boss.
E’ la carta, però, a tener
banco: secondo i commissari,
dei rapporti tra Livio
Bacciocchi (il notaio, dominus
della finanziaria
Fincapital, finito agli arresti
nell’ambito dell’operazione
napoletana “Staffa”
sul riciclaggio dei proventi
della camorra), il boss
Francesco Vallefuoco,
«Fiorenzo Stolfi e Gabriele
Gatti si trova riscontro in
numerosi documenti raccolti
e nelle parole di diversi
testimoni ascoltati». Elementi
tali, dicono, «da tracciare
un profilo di responsabilità
politica». Ma i politici
citati sono tanti: 14 in
tutto, tra cui anche l’attuale segretario di Stato alla
sanità Claudio Podeschi.
E, sulle velate accuse circa
fatti che potrebbero essere
rilevanti penalmente, la
commissione annuncia l’esposto
al tribunale. La tesi
degli inquirenti politici è
semplice: il boss si serviva
di Fincapital per ripulire il
denaro, frutto di attività illecite.
Era dunque necessario
che il gruppo di Bacciocchi
fosse saldo, perché
il «meccanismo non si inceppasse
». E quando Vallefuoco
si rende conto che il
ministro di riferimento di
Bacciocchi, Fiore (Stolfi?),
stava «inguaiato», allora
cerca un secondo referente.
Gatti, appunto.
(…)

 

 

 

 

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