San Marino. Ogni giorno risaltano ancor più gli errori della politica relativamente a Banca Centrale, finita per svolgere – o sempre stato così? – ‘collaterale assistenza’ al ‘gruppo criminale’ emerso nella indagine Conto Mazzini.
Errori sono stati fatti anche di recente come ha ben messo in evidenza Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino già venerdì scorso, con il seguente quadro riepilogativo.
Non avevano senso l’autosospensione e l’autoriabilitazione dei vertici di Bcsm. Non aveva senso la collaterale assistenza all’operazione da sei miliardi con cui, poi, riuscire potenzialmente a comprarsi il Paese. Non avevano senso le convocazioni alla Segreteria Finanze e men che meno l’ossequio dato ai mediatori politici già biasimati nella relazione della Commissione antimafia. Non avevano senso gli ungheresi, i russi, gli svizzeri dagli allegri curricula, che entravano e uscivano con nonchalance da Banca Centrale, né avevano senso le licenze che, sospese, erano rimesse in vendita sotto la cappella di Bcsm a beneficio, palese o occulto, degli stessi ai quali erano state ritirate. Non ha senso che il Ministro degli Esteri, al quale questi fatti sono noti, si scontri con la Banca Centrale di oggi che li considera gravi, suscitando poi la replica, che un senso invece ce l’ha, della Segreteria alle Finanze. Non ha senso che si scontri con il tribunale come aveva già fatto in Consiglio. Non ha senso che la Dc, parte civile nel processo Mazzini, prenda una posizione che stride con il suo ruolo in quel procedimento, cui le vicende di Via del Voltone sono strettamente collegate.
Non ha senso praticamente nulla in questa storia.
Ma il vuoto di senso è compensato dal pieno dei tanti interessi.