San Marino, Bcs. Emilio Della Balda non ci sta. Corriere di Romagna San Marino

Emilio Della Balda non ci sta a finire nel tritacarne Banca Commerciale Sammarinese. Una  ridda di ricatti incrociati. 

Ne tratta   dettagliatamente Corriere Romagna San Marino.

(…) «La Bcs non era perfetta
– ammette, anticipando la
difesa – e doveva migliorare,
tant’è che sotto la mia
presidenza avevo avviato
un’importante riorganizzazione
interna. Ma la gestione
è sempre stata attiva.
Durante la crisi dello
scudo fiscale, versammo
soldi e titoli al fondo salva
banche e secondo l’ultima
semestrale del giugno del
2011, l’istituto era in attivo
pur calcolando i crediti
messi in dubbio dalla vigilanza.
Come cda, all’epoca
proponemmo l’aumento
di capitale sociale e c’era
l’accordo dei soci che però
venne di fatto bloccato col
commissariamento».
A suo dire, all’epoca la
banca valeva tra i 28 e i 32
milioni di euro: «E ne ho
certezza perché all’epoca,
erano in piedi delle trattative
con altri gruppi bancari
stranieri, al top tra le
banche europee».
Dunque, l’« aggressione
» alla Bcs, a cosa si deve?
«A un pregiudizio – dice
l’ex presidente -, a un
passaparola propagandistico
messo in piedi da chi
la banca la voleva a tutti i
costi».
E che dire però dei presunti
“autofinanziamenti”
e dei “conflitti di interesse”
messi in luce dall’azione
di responsabilità?
«Nell’azione si parla al
condizionale – tira una riga
lui – e le operazioni ora
vanno dimostrate. Ma se
c’è stato conflitto di interesse,
dovrà risponderne
il singolo».

Quadro dei proprietari di Bcs. Vedi anche Bruscoli
e la galassia Bcs