Una campagna da fare
Marino Cecchetti
Contro la cannabis, una campagna da fare.
Mercoledì scorso la proposta ‘centro storico = fumeria’ avanzata unitamente alla depenalizzazione di detta droga, si è arenata nella Commissione Consiliare Permanente della Sanità.
Una decisione di buon senso. Un bene per il Paese.
Non si è aspettato che alzasse la voce il prefetto di Rimini com’è accaduto per gli eventi pubblici di forte richiamo di gente programmati in Repubblica nonostante la seconda ondata dell’epidemia Coronavirus.
Quanto avvenuto in Commissione Sanità lo scorso mercoledì speriamo che si ripeta nel Gruppo sulla cannabis, nominato il 27 luglio e convocato la prima volta il 7 ottobre. Come si può sostenere che l’uso della cannabis non determina danni permanenti nella persona che ne fa uso, specie se giovane? Sarebbe come credere infondata la correlazione tra fumo e cancro ai polmoni. Tutti sanno che detta correlazione c’è, nonostante che la lobby dei produttori di sigarette abbia fatto di tutto per nasconderla.
La droga fa molto più male delle sigarette.
Contro le sigarette è scattata, alcuni anni fa, una reazione formidabile. Ad esempio, ovunque il tabagista si trova davanti scritto che la sigaretta uccide, provoca il cancro, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, eccetera.
Va fatta una campagna analoga per le droghe, cannabis compresa.
I componenti dello speciale Gruppo di lavoro nominato dal nostro Governo per la cannabis anziché adoprarsi per liberalizzarla si mettano loro ad organizzare una campagna contro. È più importante che farne contro l’obesità o l’alcol o le carni rosse o il buco dell’ozono, eccetera.
La cannabis sta facendo danni enormi fra i giovani. E non solo. Non possiamo continuare a far finta, o quasi, che ciò non avvenga. O, addirittura, peggio.