In seguito al mio appello alla Reggenza pubblicato il 10 gennaio, ovviamente rivolto a tutte le componenti politiche e sociali e a tutti i cittadini preoccupati per le sorti del Paese, è comparso un articolo con la paternità di “PRIMA I SAMMARINESI” che mi ha stimolato a una opportuna analisi critica.
Innanzitutto mi ha colpito la parentela con uno slogan molto attuale nella grande nazione che ci circonda: “PRIMA GLI ITALIANI”. Slogan che non è il massimo al cospetto dei principi ispiratori della mia azione politica.
Ho tardato a rispondere perché giustamente il mio anonimo interlocutore mi ritiene “rimasto addietro e non aggiornato”. Pertanto ho ritenuto necessario informarmi.
Non avendo dimestichezza per pigrizia mentale (o per fortuna) con le approssimazioni del chiacchiericcio del bar e con le notizie strampalate divulgate maliziosamente dai social network, ma essendo immerso per antica passione civile nei problemi della società, ho preferito parlare con persone impegnate nella politica e nell’ambiente culturale, incontrate per caso o per scelta, certamente non tutte orientate nel mio senso ma generalmente serie e rispettose nei miei confronti.
Ho approfondito pertanto le notizie in mio possesso e ho potuto chiarire diversi punti di dubbio. Mi sento rinfrancato e un po’ più ottimista.
Il mio non è un tentativo per ricucire l’alleanza AP-DC e isolare RETE e DIM come è stato sbrigativamente affermato.
E’ una vita che combatto per smantellare il sistema di potere che finalmente è stato messo all’opposizione e ora sono desolato che sia proprio RETE a promuoverne la restaurazione, montando un castello di accuse in gran parte inconsistenti, e contestando tutte le ipotesi di intervento compatibili con la prassi democratica e rispettose della legalità e dei tempi necessari per attuare le riforme strutturali indispensabili.
O preferiscono, gli impazienti sognatori del tutto e subito, rimpiangere i bei tempi in cui Lui comandava davvero? Essendo indefesso, con una telefonata di buon mattino o in tarda serata indirizzava l’ufficio tale o il direttore talaltro, o il presidente di commissione X, o il funzionario Y, e così risolveva tutti i problemi accontentando le brame dei più esigenti, le ambizioni dei mediocri, l’avidità di parecchi; e al tempo stesso procurava sonni tranquilli a molti sammarinesi soddisfatti dell’insperato benessere procurato dallo stratega della politica e genio della finanza e dalla schiera di navigati operatori economici e finanziari che hanno contribuito a costruire un castello di carta, senza farsi troppi scrupoli.
Il giochino si è rotto e adesso si tratta di tirarsi fuori dalle macerie e ricostruire un tessuto economico-sociale più maturo e in linea con uno sviluppo più sano e consistente.
Magari iniziando a porsi il problema se Banca Centrale è proprio indispensabile o se, visti i costi e il caos procurato, non basti un serio organismo di vigilanza.
Ovviamente non tutti gli imprenditori e non tutti i politici sono stati leggeri e poco onesti.
E a quella parte di persone di buona volontà che ho rivolto il mio appello, non per isolare RETE o per recuperare un’alleanza con il partito che continuo a ritenere il maggior responsabile del degrado morale ed economico della nostra Repubblica.
Se gli amici di RETE e Democrazia in Movimento ritengono indispensabile la sinergia col PDCS per far cadere l’attuale governo, facciano pure.
Che dio gliela mandi buona.