San Marino. Caso Buriani e responsabilità politiche

San Marino. Caso Buriani e responsabilità politiche

“Si profilano pesanti responsabilità politiche per avere costruito un castello di melma basato su illazioni”

Antonio Fabbri –

La portata della sentenza che ha rigettato l’azione di sindacato nei confronti del Commissario della legge Alberto Buriani è potenzialmente dirompente. Di certo fa emergere una serie di responsabilità sul piano politico non di poco conto. Si tratta di una sentenza che ripristina dal punto di vista sostanziale la verità di fatti narrati per mesi in maniera distorta. Di più. Smaschera come siano state portate avanti senza fondamento delle ipotesi e dei costrutti elaborati nelle stanze della politica che ha fatto un uso strumentale, abnorme e volgare della giustizia, addirittura disattendendo le stesse consulenze richieste pur di ergere un castello di melma, crollato di fronte al vaglio rigoroso del diritto e dei fatti.

Consulenze che, poi, sono addirittura diventate motivo di proscioglimento dagli addebiti mossi. Non c’è dubbio che su tale sindacato rigettato, e sui costi anche in denaro che graveranno sullo Stato, delle responsabilità ci siano, a partire dal presidente della Commissione Affari di Giustizia, Matteo Zeppa, che non farebbe male a pensare alle dimissioni. Bene farebbe a meditare la medesima scelta il Segretario alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, che ha trainato, o forse si è fatto trainare, in azioni infondate.

Una riflessione la dovrebbero fare pure gli altri membri che supinamente hanno avallato incolpazioni evidentemente inconsistenti per chi sia dotato di un minimo di obiettività. Possibile che i professionisti delle illazioni continuino, adesso, a rimestarle per vedere se possano rifilarle in altra sede, magari viste da un’altra angolazione o da occhi più addomesticabili. Ma ormai, è accertato dal massimo organo del potere giudiziario del Paese, la sostanza mancherà comunque

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