San Marino. “Caso Serenissima, colpita duramente la libertà di pensiero”

San Marino. “Caso Serenissima, colpita duramente la libertà di pensiero”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Anna Tina Rossi (Repubblica Futura) sul tema della libertà di informazione e sul caso “La Serenissima”.

La libertà di espressione nasce nelle poleis democratiche dell’antica Grecia, dove veniva riconosciuta la possibilità di esprimere le proprie opinioni nelle assemblee pubbliche. Una libertà ritenuta fondamentale dai Greci antichi, in quanto permetteva il confronto e il dibattito sulle decisioni politiche necessarie; esprimere le proprie opinioni non rappresentava solo un diritto, ma anche un dovere e tutti i cittadini potevano, e dovevano, partecipare alla vita della polis democratica. Secondo Platone, però, perché la parresia, cioè la possibilità di “dire tutto”, fosse veritiera e sapiente era necessario che chi vi ricorreva avesse le qualità morali e il coraggio di sopportare le conseguenze per quanto detto, poiché rischiava di essere punito severamente da quel sovrano dispotico che non ammetteva altra verità oltre la sua.
Qualità morali e coraggio che sicuramente possiedono quelle cittadine e quei cittadini che, per aver espresso il proprio pensiero inviando articoli da pubblicare su La Serenissima, sono stati indagati e perseguiti. Un fatto molto grave che non trova giustificazione nelle affermazioni del Segretario di Stato Ciavatta, riprese anche dal suo partito di appartenenza, il quale ha dichiarato che quando, il 3 marzo 2021, ha presentato al Dirigente del Tribunale, dottor Giovanni Canzio, il suo esposto nei confronti de La Serenissima, non intendeva denunciare chi aveva inviato lettere o riflessioni al giornale, ma solo far rilevare se, nell’esercizio del proprio ruolo, il giornale avesse commesso delle violazioni di legge.
“Purtroppo” per lui, lo stesso Dirigente del Tribunale, in virtù proprio di quell’esposto, ha in seguito avviato un procedimento penale a carico di quei cittadini che con lettere e riflessioni firmate e pubblicate sul quotidiano sammarinese hanno avuto coraggio e senso civico per esprimere le proprie opinioni e ora sono costretti a rispondere in sede giudiziaria per esercizio abusivo della professione di giornalista.
Un solo esposto e due obiettivi: da una parte si colpisce una testata giornalistica considerata nemica della maggioranza e dall’altra si intimorisce chi “osa” esprimere un’opinione differente da quella di chi gestisce il potere.
Ad essere colpiti non sono però solamente La Serenissima e gli attuali “indagati”, ma soprattutto la libertà di pensiero e di espressione quale diritto fondamentale in uno stato democratico, ed emblema e più alta espressione del concetto di libertà individuale.

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