San Marino. Orietta Ceccoli, rifessione su politica e società

San Marino. Orietta Ceccoli, rifessione su politica e società

“Stato, mercato, comunità sono i tre poli dell’organizzazione sociale della società, sui quali la teoria politica chiede di sviluppare la riflessione e la progettualità per dare alla sua stessa azione, idee, obiettivi e metodo per affrontare, con risultati concreti, le grandi criticità del XXI secolo, cioè, le diseguaglianze, la distruzione ecologia e ambientale, lo mancato sviluppo integrale dell’uomo e della società, l’infelicità umana”.

Così scrive Orietta Ceccoli, che aggiunge: “Su questo modello tripartito di organizzazione sociale, cioè lo Stato, il Mercato e la Comunità, diventa necessario allargare il dibattito, al fine di articolare, quali debbano essere sia le politiche pubbliche e private, sia gli interventi innovativi del welfare, che lo stesso agire, delle persone e dei corpi intermedi della società, partiti, sindacati, associazioni, società di mutuo soccorso, strutture del 3° settore, che arricchiscono le comunità medesime, all’interno di una innovata idealità ed utopia all’altezza delle sfide.

Uomo nemico dell’altro uomo

Per più di 3 secoli abbiamo visto prevalere, all’interno del pensiero occidentale, le ideologie e le filosofie che ponevano l’uomo nemico dell’altro uomo, (homo homini lupus); convinzioni tratte dalla teorie del filosofo Thomas Hobbes, che sono divenute dominanti e virali. Nel contempo si è affermata la convinzione, secondo l’economista classico, Adam Smith, che la forza invisibile del mercato fosse il meccanismo automatico per il raggiungimento della situazione di equilibrio del sistema economico-sociale. Ipotesi che non è stata comprovata da 3 secoli di economia applicata. Ipotesi che si basa sul principio che l’egoismo del singolo porta alla situazione di efficienza collettiva, perché gli individui sono in grado di servire l’interesse collettivo perseguendo il proprio interesse personale.

Fonti del nuovo pensiero

Oggi, siamo di fronte a un cambio radicale di paradigmi, c’è un cambio del pensiero politico e dello stesso pensiero economico. I danni del decennale neoliberismo, sono visibili agli occhi della destra e della sinistra del pensiero politico. Abbiamo bisogno di ancoraggi per capire la direzione da intraprendere e per consolidarla. Da 4 sorgenti di pensiero e di formazione culturale possiamo trarre molte indicazioni e fondamenti:

  1. dalle elaborazioni del pensiero economico, che sono realizzate dalla Scuola di Economia Civile di Mercato, che nelle università, attraverso convegni e studi di pensatori del livello dell’economista Stefano Zamagni e del filosofo Luigino Bruni, possono rappresentare autentici fari culturali.
  2. Dai valori e dai fondamenti del Cristianesimo, che possiamo trarre dalla Dottrina Sociale della Chiesa, in analogia con quanto è stato applicato, da statisti, economisti, filosofi e uomini di cultura, che hanno agito o intendono agire in un sistema di equilibri, nella laicità dello Stato, tra pensiero politico e pensiero religioso.
  3. Dalle direttive e dalle raccomandazioni degli Organismi Internazionali (quali ad esempio il Consiglio d’Europa con la Carta sulla condivisione delle Responsabilità Sociali o lo stesso ONU per l’Agenda 2030) per trarre politiche e strategie da inserire nelle prassi o processi istituzionali e amministrativi.
  4. Dall’esigenza di dare valore a termini, finora lasciati in posizioni subordinate, quali il confronto, il dialogo, la partecipazione, la condivisione, il rispetto reciproco, la ricerca convinta del bene comune, la relazionalità, il valore del dono, la ricerca di un rapporto dialettico con le istituzioni/ lo Stato e il mercato, mantenendo le proprie identità e ruoli, nell’applicazione del principio della sussidiarietà.

Ruolo dei corpi intermedi

Questa attenzione al ruolo dei corpi intermedi, richiede un salto qualitativo, fuori dall’azione corporativa, di organizzazione per tribù o di azioni di carattere speculativo ed egoistico, all’interno dei partiti, dei sindacati, delle associazioni datoriali e professionali, delle associazioni e delle stesse Società di Mutuo Soccorso.

L’ordinamento giuridico e le prassi istituzionali attribuiscono compiti precisi ai partiti nella elaborazione e nella gestione della politica nazionale. La Carta dei Diritti richiede l’applicazione del metodo democratico nei partiti e nei sindacati. Tutto ciò dovrebbe imporre al sistema dei partiti sammarinesi momenti di riflessione su come viene gestito il principio della rappresentanza degli interessi generali e il  rapporto tra consigliere eletto, partito e cittadino.

Dalla recente relazione della Commissione Consiliare d’inchiesta sui dissesti bancari (legge costituzionale n. 2019) emerge l’urgenza della riforma del Congresso di Stato ed il potenziamento del ruolo e dell’azione del Consiglio Grande e Generale. Mantenere il potere esecutivo con spazi decisionali molto ampi, che decide, ma non è responsabile rispetto agli effetti negativi prodotti, effetti negativi che invece vengono riversati verso i cittadini ed i contribuenti, “ che devono pagare, ma non hanno partecipato in alcun modo al processo decisionale”, sta diventando una prassi, che è comune rispetto all’alternarsi delle varie coalizioni di governo, ma che è molto difficile da accettare da parte dei cittadini democratici.

All’interno di questo quadro di disfunzioni e di criticità,  la proposta di dare voce ai corpi intermedi della società sammarinese, che si relazionano con gli altri due poli, lo Stato e il Mercato, può divenire un processo politico realizzabile, cioè superare l’utopia e diventare proposta concreta.

In questo fermento di idee, il ruolo e il contributo delle Società di Mutuo Soccorso, possono trovare obiettivi e contributi di collaborazione sui temi della assistenza, della protezione, della promozione sociale e professionale, azione comune tra le generazioni sui temi del lavoro, della sostenibilità, dello sviluppo personale e sociale.

Questo orizzonte ampio di azione e di interventi dell’associazionismo, della mutualità di comune soccorso e della cooperazione dovrebbe essere coperto con il lavoro comune di uomini e di donne sammarinesi, che si riuniscono, si associano, si aiutano. Per rendere fluido questo percorso diventa necessario superare un macigno oggi presente nella nostra Repubblica per dare corpo, non a parole, ma nei fatti e con le azioni concrete all’uguaglianza tra uomo e donna e alla conseguente  parità di genere.

Il Papa Francesco dice: la speranza non delude. Noi abbiamo speranza che si vada verso questa direzione!”

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