San Marino, cena Dc – Psd. ‘Nessun mandato per stringere accordi’, Gerardo Giovagnoli

San Marino, cena Dc – Psd. ‘Nessun mandato per stringere accordi’, Gerardo Giovagnoli

Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: “L’orizzonte delle elezioni vicine rischia di fare erigere inutili barricate” / Il segretario del Psd, Gerardo Giovagnoli: “E’ inderogabile una soluzione di gestione allargata politicamente e socialmente”

Nessuna novità dalla lettera
di Monti
, importante l’accordo
tra le forze di polizia
.
preoccupante il rapporto del
fondo monetario
ed è l’ora di
decidere sul rapporto e la collaborazione
trasversale tra le
forze politiche. La pensa così
il segretario del Psd, Gerardo
Giovagnoli che non manca di
parlare della “cena galeotta”,
se così si può definire, e delle
istanze della “società civile”.

[…]

Sul piano economico il
rapporto del Fondo monetario
internazionale, non è
che abbia dato una lettura
confortante del sistema San
Marino…

“Il documento pubblicato va
analizzato con grande attenzione.
Da quel che emerge con
evidenza la Repubblica è a
rischio recessione con i chiari
riflessi sull’occupazione e sui
conti pubblici.

[…]

Si sta replicando
quanto successo a tutti i Paesi
dell’area del mediterraneo: organismi
internazionali (OCSE,
Moneyval, FMI ecc.) indicano
percorsi e riforme di cui gli
stati erano già a conoscenza
ma che la politica non ha voluto
per troppo tempo affrontare
per paura di perdere il consenso.
Ora tutti hanno la consapevolezza
che la necessità e la
lungimiranza devono prevalere
sull’opportunità politica
ed il breve termine.

In queste
condizioni diversi governi
hanno lasciato posto a soluzioni
“tecniche” con l’aspetto
fondamentale della grande
coesione politica di supporto
alle decisioni più difficili: pensioni,
fisco, mercato del lavoro,
tagli ecc. San Marino non è
immune a questo processo.

Secondo me ed il PSD anche
qui è inderogabile una soluzione
di gestione, temporanea,
allargata politicamente e
socialmente.

[…]

Si è parlato molto in questi
giorni della “cena galeotta
tra esponenti del suo
partito e democristiani. Lei
come la valuta?

“Rispetto al dialogo in atto,
non è una cosa nuova perché
sta nella linea che abbiamo
adottato l’esigenza del Paese
di trovare delle soluzioni
comuni. Come si dialoga
con una parte si dialoga
anche con l’altra. Stavolta è
emersa questa di interazione.
Fatto fondamentale è che
non c’era nessun mandato
che si dovessero, in un
ambito non ufficiale, trovare
degli accordi. E infatti non
è successo. Questo non era
il tema. Dal nostro punto
di vista, peraltro, c’era una
rappresentazione vasta del
partito, quindi non c’era la
volontà di fare prevalere una
parte su un’altra.

[…]

 

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