San Marino. Commissione consiliare Affari Esteri, seduta pomeridiana di mercoledì 10 gennaio 2024

San Marino. Commissione consiliare Affari Esteri, seduta pomeridiana di mercoledì 10 gennaio 2024

Nella seduta del pomeriggio prosegue il dibattito sull’Accordo di Associazione con l’Ue in Commissione consiliare Affari esteri, a seguito del riferimento avuto in mattinata del Segretario di Stato Luca Beccari.

Così il report di San Marino News Agency, che precisa: la seduta si interrompe poco dopo le 17.30 per dare la possibilità ai commissari che rivestono ruolo di capogruppo di partecipare all’Ufficio di Presidenza, convocato per definire l’ordine del giorno del prossimo Consiglio Grande e Generale.

Il dibattito sull’accordo di Associazione, con la replica del Segretario di Stato, riprenderà quindi venerdì mattina, nella cui seduta saranno affrontati anche i comma rimasti da esaminare, tra cui, in modalità segreta, il comma 11“Riferimento sull’attività di monitoraggio della Legge n.118/2010”, ovvero la “legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”.

Di seguito un estratto del dibattito del pomeriggio.

Comma 6. Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e successivo dibattito / seduta pubblica.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

Mentre la prima parte, quella generale, dell’accordo è definita, qualche incertezza in più resta sui 25 allegati illustrati dal Segretario molto sommariamente, in particolare è stato posto l’accento sulle modifiche richieste rispetto al normale acquis comunitario. E’ soddisfacente la parte relativa alle questioni finanziarie, bene che ci sia diversificazione dei settori in modo che qualcuno parta prima di altri, ed è giusto che la Commissione finanze possa incontrarsi per mettere a punto un progetto reale di intervento con tempistiche di medio, breve o lungo periodo, per capire gli obiettivi che la Repubblica di San Marino si pone su questo specifico settore. Una questione che non mi è chiara: rispetto al rapporto con la libera circolazione delle merci, quale sarà il comportamento che le nostre imprese dovranno avere? E’ un tema rilevante che riguarda un settore strategico.

Nicola Renzi, Rf

Sono contento di vedere finalmente che si è arrivati alla fine di un percorso e di un lungo tragitto della storia del nostro Paese. Si potrebbero dire tante cose, faremo poi il conto delle clausole di salvaguardia ottenute, la storia dirà se poi la San Mario ha condotto bene il negoziato, se poteva fare di più. Io invece oggi credo la storia dobbiamo cercare di farla, siamo a un passo dall’accordo e spero si possa andare avanti. Alcuni temi che sono stati sollevati: intanto adesso è necessario tra le forze politiche definire il percorso migliore da fare. ‘Referendum sì o no’, ‘referendum subito o dilazionato tra qualche mese, ratifica accordo  in tempi rapidi…forze come Demos hanno iniziato ad attivare azioni di proposta politica con un Odg su questo, ma è necessario fare una riflessione, la più ampia possibile, e possibilmente più condivisa possibile. Noi come Rf siamo disponibili senza retropensieri per una futura partecipazione di governo. Altro tema il sistema finanziario bancario: rimane da approfondire sul tema vigilanza. Il tema delle banche è fondamentale, ci fa capire se vogliamo affrontare questo accordo ridisegnando il nostro sistema o se vogliamo essere legati a logiche del passato e, in questo caso, significherebbe che l’assessment non lo supereremo mai. E l’accordo deve portarci a metterci in discussione e mettere da parte rendite di posizione consolidate nel tempo nel settore, per passare invece ad una fase di rilancio.

Altro tema: chiedo se la clausola sull’entrata in vigore provvisoria è stata accolta, se no potremo essere bloccati dalla ratifica andorrana. E se l’approvazione sarà da parte del Parlamento europeo in modo che i tempi siano più rapidi. La clausola salvaguardia è un punto di forza per noi, non nascondiamo che la nostra forza politica sul tema del lavoro ha avuto forti preoccupazioni.

Un accenno sull’Italia e sulla convenzione che abbiamo con l’Italia: il Segretario faceva riferimento all’accordo su approvvigionamento petroli, negli auspici della Repubblica c’è il superamento della convenzione del ‘39. Se noi potessimo godere di maggiori risorse di approvvigionamento petrolifero e non avere vincoli di prezzo di vendita sarebbe un vantaggio. Così come per il divieto per San Marino di avere una casa da gioco.  E’ un accordo che deve essere rivisto. Diventa uno degli strumenti per spiegare la bontà dell’accordo di Associazione.  Adesso partirà anche il lavoro sui singoli accordi bilaterali settoriali con i singoli Paesi membri e bisognerà vedere quali mantenere e quali modificare o eliminare in virtù dell’Accordo associazione. Sarà un lavoro enorme. Dovremo iniziare a riscrivere completamente alcune nostre norme come quelle sulle residenze.

Ho notato tra le persone alcune preoccupazioni, ritrosie, dubbi, e non è che riusciamo a risolverli chiamando un referendum domani, ma solo se le persone hanno tutte le informazioni che devono avere.  Quindi in sintesi: road map da qui alla ratifica, stabilire bene il percorso, non eludere il tema del referendum che è sul tavolo, fare 4-5 Commissioni estere pubbliche in cui affrontiamo i dossier più rilevanti, e magari siano trasmesse per radio, e fare una scaletta che dica quale leggi andiamo a cambiare per prime e come intervenire sui settori più importanti. Se qualcuno pensa che l’assessment  sul sistema finanziario possa avvenire tra 15 anni, allora abbiamo già perso. E bisogna stabilire una regia un punto di riferimento per la pubblica amministrazione e non penso possa essere solo la Dgfp.

Paolo Rondelli, Rete

Va sottolineato il grande lavoro che i diplomatici e i funzionari hanno portato avanti sotto la regia della Segreteria di Stato, c’è stato un lavoro di approfondimento notevole. Credo anche io ci debba essere una cabina di regia e debba essere collocata a Palazzo Begni. Poi ci possono essere altri uffici che possono mettere in atto una serie di situazioni, come la Dgfp, per dare indicazioni alle unità operative su come procedere, ma non si può prescindere dalle direzioni del Dipartimento Affari esteri, sono loro che hanno portato avanti il lavoro.

L’accordo è necessario concluderlo in tempi rapidi per evitare ulteriori tentennamenti e il montare di dubbi legati magari a una campagna elettorale. C’è forte necessità di chiarezza e informazioni dalla popolazione. Già il fatto che oggi questa seduta sia pubblica è un chiaro segnale di una volontà che noi per prima dovremo manifestare. E’ un accordo che mi trova tra i sostenitori e credo possa essere pieno di opportunità, ma dobbiamo ben comprenderlo e lo devono comprendere uffici, pubblici interessati, operatori economici e i cittadini. E’ stato toccato il discorso della compliance del nostro sistema finanziario, credo anche io sia un argomento importante per renderci subito partecipi di un sistema più allargato, ci deve essere un cambio generale di mentalità.
Va garantita profonda e corretta informazione dei cittadini.

Non credo il ‘referendum sì o no’ possa portare a questo, anzi, potrebbe essere un referendum di tipo politico e portare la gente a votare più di pancia o per slogan politico che per profonda conoscenza. Credo che avere un programma, da qui ai prossimi mesi, di meccanismi di comunicazione e trasmissioni radio o tv che possano approfondire singole tematiche in maniera facilmente comprensibile, possa essere necessario e la chiave di una gestione tranquilla del rapporto della popolazione con queste tematiche. Non trasformiamo una eventuale tematica di un referendum a un dibattito politico.

Francesco Mussoni, Pdcs: E’ la prima commissione dopo la conclusione del negoziato, questa data così importante e recente ha segnato il termine della trattativa durata molti anni. C’è stata una comunicazione formale da parte dell’organismo europeo, un atto politico importante, e noi ci aggiungiamo a coloro che hanno espresso un ringraziamento per il lavoro portato avanti in questi anni e mesi.  Già tutti pensiamo a cosa dobbiamo fare e condivido la posizione che occorrerà creare un lavoro organico di attuazione dei passi di adattamento del nostro ordinamento in modo ordinato e razionale, cercando di creare una forma di regia istituzionale, politica, ma anche tecnica di amministrazione degli adempimenti normativi. Ma ancor prima condivido l’opportunità di non essere dilatori. Dobbiamo finalizzare la firma e anche la ratifica, visto la disponibilità della Commissione, nel minor tempo possibile. Il tema del referendum: come partito non esprimiamo chiusura aprioristica, diciamo che questo è un accordo, come un accordo bilaterale, e sarebbe una anomalia, ma capisco che la portata del cambiamento potrebbe essere tale da portare la popolazione a un atteggiamento diverso verso questo passaggio.

In realtà non siamo chiusi sull’ipotesi del referendum, faremo in Consiglio il dibattito e dovremo avere l’intelligenza di non esercitare la chiusura rispetto la volontà popolare e al tempo stesso dovremo non avere un atteggiamento di pancia sulla portata di accordi che dovremo valutare nel tempo.

Alessandro Bevitori, Libera: Il mio sentito ringraziamento per il lavoro svolto, la nostra forza politica non ha mai fatto sconti al Segretario Beccari e anche io personalmente avevo un certo scetticismo sulla possibilità di giungere alla chiusura del negoziato. E’ stato fatto un lavoro importante e va detto. Il tema è quello del referendum e del passaggio popolare che la politica non deve temere. La mia preoccupazione è piuttosto quella di svolgere un passaggio popolare dove la cittadinanza non sia completamente informata. La proposta che mi sento di mettere sul tavolo è quella di verificare l’efficacia dell’accordo: passato un determinato tempo dalla sua entrata in vigore, quando i sammarinesi avranno avuto la possibilità di testare l’efficacia dell’accordo, a quel punto ognuno potrà essere consapevole e sostenerlo o meno. Oggi come oggi, se dovessimo buttare l’accordo in pasto all’opinione pubblica, diventerebbe più un passaggio referendario di natura ideologica.

Carlotta Andruccioli, Dml: Il riferimento è stato utile per capire i passaggi e gli adattamenti richiesti, adesso ci sono le esigenze delle ultime revisione del testo e di traduzione, speriamo di poter dare un approfondimento sulle parti pronte per lo studio. Anche io mi sento di ringraziare  chi sta lavorando alle parti tecniche.

Ci deve essere condivisione tra le forze politiche sui prossimi passaggi.  Il tema del referendum non deve essere un tabù, non ci deve essere chiusura, capiamo insieme magari come e quando, il tutto con serietà da parte di tutti, che si lascino fuori posizioni ideologiche e bandierine elettorali. Penso che la politica, se così si comporterà, avrà fatto il proprio dovere. Relativamente ai prossimi passaggi, vorrei fare alcune domande sull’entrata in vigore: a novembre si era parlato di clausola di entrata in vigore provvisoria, chiederei se è prevista. Per gli approfondimenti rinvierei a quando si avrà il testo disponibile. Ci sono aspetti interessanti: i riconoscimenti degli anni contributivi, dei titoli, opportunità per le nostre imprese di operare su un  mercato più grande. Vorrei chiedere chiarimenti su alcuni allegati. In tema doganale-commerciale, il Segretario ha detto che non sono stati richiesti adattamenti, il tema del T2 non viene risolto con questo accordo, chiederei quale è il passaggio per risolverlo. Sul tema delle quote dello stabilimento delle persone chiederei conferma: le quote del 3% di economicamente attivi e dell’1% non economicamente attivi su cosa sono calcolate? Sui servizi finanziari si è parlato che si possa procedere per macro-categorie e credo sia importante, chiedo sulla vigilanza integrata quando partirà.

Matteo Zeppa, Rete: Mi sono sempre posto in maniera refrattaria sull’argomento, per la mia cultura ho avuto sempre un po’ di timore nel fare in modo che fosse affrontato questo percorso di negoziato dal 2014. E da allora ho  fatto su me stesso un importante lavoro, mi sono dovuto mettere diverse volte in discussione, proprio per questo non ho apprezzato chi ancora oggi viene in Commissione cercando di ‘dare una botta qua e là’, cercando di giustificare atteggiamenti politici risibili. Rispetto a un cambiamento epocale cui ci stiamo approntando credo si dimostri quanto piccolo sia il pensiero politico di San Marino con i discorsi che sostenevano che i futuri governi si basavano sull’accordo o meno con l’Ue. Se ci si pone una politica aut-aut rispetto alla vastità di quello che è stato, tutti funzionari e dipendenti del dipartimento Esteri  e i diplomatici impegnati in questi anni su questo percorso, nel sentire queste giustificazione di politici piccoli,credo si siano un po’ mossi sulla sedia. E’ una svolta epocale, non  mi straccio le vesti di fronte alla volontà di andare a chiedere un parere alla cittadinanza, ma facendo piuttosto informazione alla cittadinanza. Questo è l’ambito della buona politica. Ognuno deve essere messo nelle condizioni di valutare il buono o meno di un accordo che non è un accordo politico. E’ stato fatto tutto il necessario? Io credo tutto sommato sia un buon accordo. Bisognerà poi vedere come sarà calato sulla realtà sammarinese. Questa commissione mista per le clausole di salvaguardia sarà convocata periodicamente o verrà chiamata in causa solo nel caso di difficoltà di applicazione di alcuni allegati?

Stasera non verrò in Consiglio ed esprimo tutta la solidarietà al consigliere Giovagnoli che da signore ha lasciato posto ad un altro consigliere, facendo convocare questa sera una seduta di cui non ne avevamo bisogno.

Manuel Ciavatta, Pdcs: Quello di oggi è un dibattito importante per aiutare anche la nostra cittadinanza a comprendere il lavoro fatto in questi anni per l’accordo di associazione. Di fronte alla parafatura e alla molto realistica ipotesi che la firma avverrà tra il mese di febbraio e marzo, diventa realtà qualcosa che fino a 7-8 anni fa era solo una prospettiva e non si sapeva se si sarebbe conclusa. La Dc ci ha molto creduto e anche tutta l’Aula alla fine è stata collaborativa e unanime per arrivare a questo esito. Diversi punti che per noi erano nodali e critici- circolazione persone, sistema finanziario, le nicchie di nautica e aviazione– sono stati trattati ed è stato possibile ottenere disposizioni utili a valorizzare le nostre peculiarità. La questione ‘referendum si o no’, bisognerebbe valutare se sull’accordo sia possibile o meno. Credo poi che se la cittadinanza trovasse tutta l’Aula concorde, organizzazioni sindacali e categorie concordi sulla prosecuzione, progressivamente dovrebbe trovarsi nella serenità di accogliere l’accordo anche senza referendum. Ma qualora si voglia andare in questa direzione, non può essere un passaggio da farsi prima della ratifica dell’accordo, se ci si vuole impegnare, nella prossima legislatura, per un passaggio del genere, credo l’Aula lo possa valutare, magari nel prossimo Consiglio, in cui ci sono già due Odg che vanno in questa direzione.

Maria Luisa Berti, Npr: Mi unisco ai ringraziamenti al segretario per il riferimento ma anche ai funzionari e al corpo diplomatico che hanno lavorato con dedizione a questo traguardo.

Sicuramente questo grande lavoro è stato utile per rafforzare i rapporti con gli altri paesi europei e per la nostra politica estera. Il percorso non è concluso, ora è arrivato il passaggio più difficile per la politica che è quello di comprensione e conoscenza, per far apprendere alla cittadinanza le opportunità del paese. Il lavoro per la politica deve iniziare per far comprendere le opportunità di questo accordo, partendo dal far capire la differenza fra associazione e adesione, su cui c’è ancora confusione tra i cittadini. Poi c’è l’elemento politico: noi affrontiamo questo passaggio a cavallo tra due legislature, un atteggiamento responsabile della politica tutta sia di trovare condivisione in questo lavoro di formazione della cittadinanza insieme. E’ centrata la proposta di creare una cabina di regia trasversale, magari fuori dagli ambiti formali di una commissione esteri. E uno degli argomenti su cui fare approfondimenti è quello del Referendum, se si può effettivamente realizzare, quando, etc..

Daniela Giannoni, Rete: Mi complimento con tutti coloro che si sono prodigati per arrivare alla fine del negoziato e con coloro che hanno traghettato nelle diverse Segreterie questo percorso. E’ importante che fin da ora la Segreteria e il governo definiscano una road map. Oggi abbiamo appreso qualcosa dal Segretario, e’ necessario sia informata anche la cittadinanza, su quali siano gli step istituzionali e normativi. Sui contenuti è vero che quando arriveranno trasmissioni tv e confronti pubblici la cittadinanza andrà sui casi specifici della quotidianità ed è giusto che governo e segreteria siano in grado di rispondere ai dubbi legittimi di un cittadino medio.

Gerardo Giovagnoli, Npr: Ringrazio il commissario Zeppa per le parole usate nei miei confronti. Rispetto al tema in oggetto, direi che, per una volta, al di là dei meriti che abbiamo come paese, per una volta non ci colgono solo sciagure dall’esterno,  da tre anni a questa parte ci sono state serie di decisioni che hanno fatto svoltare l’approccio nei nostri confronti. E abbiamo ottenuto in questo negoziato un riconoscimento delle nostre peculiarità.  Ancora non c’è ratifica, ma la nostra mentalità deve essere predisposta a lavorare nelle istituzioni in un’altra maniera. E gli aggiustamenti istituzionali devono essere messi all’ordine del giorno. C’è ancora un dibattito che deve riguardare come ci approcciamo noi verso l’Ue. In congresso di Stato non abbiamo la delega agli Affari europei: credo un canale costante e permanente di contatto a Bruxelles sia necessario. E anche a livello parlamentare incorreremo in un adattamento dinamico. Parimenti è necessario attivare subito borse di studio per professionalizzare giovani sammarinesi sula conoscenza del mercato unico e delle istituzioni continentali e su cosa si può trarre di meglio. Secondo me sarà più importante spiegare quali siano i contenuti, ma il vero segnale della bontà dell’accordo sarà quando ci accorgeremo che gli altri, dall’esterno, guardandoci avranno cambiato sensibilità nei nostri confronti.  E’ proprio questa immagine cambiata a fare in modo che arrivino opportunità: stare dentro al mercato unico significa che ‘ti vengono a cercare’.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Ringrazio il Segretario per il riferimento, il personale del dipartimento Affari esteri per il lavoro svolto, voglio congratularmi per la fine della fase negoziale. E’ passato una mese da questo, anche se il consolidato degli accordi non è stato reso definitivo, credo non sia così impossibile avere già materiale in lingua per poterlo esaminare. Il passaggio è anche un passaggio politico importante, la fine negoziale stabilisce il riconoscimento certo e l’apertura al mercato unico della nostra Repubblica. Va gestita la tenuta rispetto politiche che sono in controtendenza rispetto quelle cui il nostro paese è abituato. C’è da conoscere il contenuto dell’accordo e su questo penso sia possibile avere materiale anche in lingua di ciò che si è negoziato a un mese di distanza. L’esposizione del Segretario  è avvenuta a livello orale senza alcun supporto testuale. Restano divesi aspetti aperti, quali sono i meccanismi di recepimento delle varie direttive europee rispetto l’accordo, abbiamo tempistiche? Sul potenziale referendum: noi abbiamo proposto un Odg su questa tematica, è passaggio da svolgersi con un massimo di maturità, con approccio democratico e aperto nei confronti della cittadinanza. Gli ultimi anni non sono caratterizzati da fiducia della cittadinanza verso la politica e questa distanza rischia di non far comprendere completamente le opportunità di questa prospettiva e una chiusura a priori è rischiosa. Si può prevenire con la disanima degli strumenti a disposizione che non sono tanti, oltre al referendum. L’ unico spazio sono un referendum propositivo di iniziativa popolare nella fase antecedente la ratifica o un referendum di iniziativa consiliare, inserendo nel testo della ratifica ciò che si vuole successivamente sottoporre a quesito. Credo ci debba essere un momento di confronto per comprendere le strade migliori da intraprendere.

Andrea Zafferani, Rf: Anche io inviterei a valutare una modalità possibile da analizzare insieme alle istituzioni europee in cui nell’attesa delle traduzioni ufficiali dei documenti ci possa essere una qualche divulgazione dei contenuti per la cittadinanza, per fermare la nascita di eventuali ‘sospetti’. E’ cosa da evitare. Perplessità sul non avere nel negoziato la salvaguardia sul tema del lavoro, se ci ritroveremo a vivere n periodi di disoccupazione, potremo solo disapplicare l’accordo, non è gran metodo per gestire una questione così delicata. E’ normale che in un negoziato si raggiungano risultati positivi e altri che soddisfano meno, forse la definizione dei tempi di conclusione non ha favorito, si è data prevalenza al giungere un risultato politico in fretta piuttosto che a negoziare meglio alcuni contenuti. Detto ciò, il risultato è fondamentale per il futuro del Paese, si possono aprire opportunità enormi, condivido l’idea che sarà necessaria una road map da mettere in campo. Farei una domanda: che opportunità avrà San Marino in termini di accesso ai fondi e quai opportunità economiche per aspetti sociali, culturali, infrastrutture etc.?

Marica Montemaggi, Libera: Come politica dobbiamo essere consapevoli di quello che abbiamo davanti da fare. Non aspettiamoci di avere nell’accordo tutto quello che avrà San Marino domani, avremo regole e principi, ma come diventerà San Marino lo dovremo spiegare bene, non penso che avere i testi ci aiuterà più di tanto nel dare risposte. E’ fondamentale averli per una questione di trasparenza, E’ molto importante- e lo propongo alla Segreteria- di focalizzare, per ogni allegato, che cosa rappresenta per San Marino e i tempi per arrivare alla sua applicazione.

Questo perché temo che si alimenti lo scetticismo. Dobbiamo essere convinti su quello che dobbiamo fare e metterlo in una tabella di marcia per far capire alla cittadinanza che ci sarà un cambiamento progressivo per il Paese e dobbiamo essere fermamente convinti di come vogliamo realizzare questo cambiamento, senza creare false illusioni.

Mi auguro la  prossima campagna elettorale, che è alle porte, che non porti alla semplificazione del messaggio e non diventi teatro di slogan tra cui anche ‘referendum sì o no’. Libera ha sempre detto che il tema non è il referendum, ma come e quando svolgerlo, per non alimentare la paura che la politica voglia fare le cose al di fuori della cittadinanza. Propongo di valutare anche la possibilità di un referendum successivo alla ratifica e a un periodo in cui i cittadini possano aver testato un primo impatto dell’accordo.

 

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