CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 23 FEBBRAIO- 1 MARZO
– MARTEDÌ 1° MARZO – Seduta della mattina
Il Consiglio Grande e Generale unanime vota l’Ordine del giorno che condanna il ricorso alla violenza e alla guerra in Ucraina e apre alle sanzioni nei confronti della Federazione russa, allineandosi alle decisioni dell’Unione europea.
La seduta consiliare della mattina è quasi interamente dedicata al dibattito sulla situazione in Ucraina, aperto dal riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari. Il suo intervento affronta il tema della “neutralità attiva” della Repubblica di San Marino, in coerenza con i principi cardine della sua storia, e di conseguenza, sull’adesione o meno a politiche sanzionatorie nei confronti della Federazione russa. “Di fronte al tema delle sanzioni applicate dall’Ue per San Marino- spiega il Segretario di Stato- esiste anche solo indirettamente un “problema sanzioni”, ovvero come San Marino si adopera per evitare le violazioni di quelle sanzioni, prima ancora di assumure una decisione propria”. Il Segretario Beccari si richiama poi non solo ai Paesi Ue ma cita anche i paesi europei non aderenti “che come noi hanno sempre espresso una posizione di neutralità- Svizzera, Monaco, Andorra” e che si sono espressi già sull’applicazione delle sanzioni. Anche San Marino deve esprimersi e “deve quanto meno garantire il rispetto di questo regime sanzionatorio- sottolinea- in modo coerente con le restrizioni introdotte dall’Unione europea”. E lo deve fare, rimarca il responsabile della politica estera del Titano “soprattutto perché deve rispettare quello che è una convivenza e un tema di rapporti che noi abbiamo con l’Europa e con i Paesi Ue e con altri micro Stati e paesi non membri che ci portano ad essere coerenti anche con i percorsi che tutti insieme stanno facendo verso una maggiore integrazione e maggiore interazione dei sistemi economici”. In conclusione, l’appello finale del segretario di Stato all’Aula è che “oggi dobbiamo mandare un segnale forte di difesa di quei principi– tra cui il riconoscimento dell’integrità territoriale e della sovranità di un Paese, il ripudio alla violenza e alla guerra, la difesa dei diritti umani e della democrazia- e non dobbiamo essere semplicemente neutrali e passivi rispetto quello che sta avvenendo vicino noi”.
Il dibattito che segue riprende i temi sollevati dal Segretario, quelli della solidarietà e degli aiuti verso i civili, i profughi, di una popolazione che rappresenta la seconda comunità, dopo quella italiana, residente sul Titano. Emerge la condivisione per la condanna alla guerra, non mancano i timori per l’adesione alle sanzioni, ma c’è la consapevolezza dell’importanza di aderire alla linea intrapresa dei Paesi dell’Unione europea. Alla fine viene presentato un Ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari e votato all’unanimità. Il testo in sintesi esprime “il supporto alla sovranità, all’integrità territoriale, all’unità e all’indipendenza dell’Ucraina, condannando ogni azione contraria a tali principi”. Inoltre conferma che “la Repubblica di San Marino prende atto delle sanzioni che l’Unione europea e gli organismi internazionali stanno applicando, ed esprime la volontà di adottare gli strumenti normativi più idonei per aderire a tali iniziative, per manifestare la netta condanna dell’uso della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie e per riattivare il dialogo”. Infine “il Consiglio Grande e Generale dà mandato alla Segreteria di Stato per gli Affari esteri, affinché sia fatto ogni sforzo ed azione possibile, in tutte le sedi internazionali in cui la Repubblica sia rappresentata dalla proprie rappresentanze diplomatiche, perché si ponga termine all’aggressione in corso e si riprenda il dialogo tra i due popoli, riportando la pace e il rispetto del diritto internazionale”; e “Dà mandato al Congresso di Stato di attuare tutti gli strumenti necessari a contribuire all’accoglienza dei cittadini ucraini che chiederanno rifugio, con particolare riguardo ai ricongiungimenti familiari, attivando in maniera coordinata ai Paesi Ue, i corridoi umanitari utili a tale fine”. E ancora “dà mandato al Congresso di Stato di definire le modalità di applicazione delle sanzioni determinate e delle linee di intervento sopra citate, e a riferire a tale proposito alla prima seduta utile della Commissione per gli Affari Esteri”.
Concluso il comma sul conflitto in Ucraina, i lavori riprendono con l’esame delle istanze d’Arengo: sono respinte la n.2 e la n.12, rispettivamente “per l’istituzione di una cerimonia istituzionale pubblica, in occasione della Giornata Internazionale della Pace” e quella “per l’abrogazione dell’articolo 13 della Legge 4 maggio 2021 n.86, sull’utilizzo dei sentieri escursionistici per manifestazioni anche con mezzi a motore”. La seduta si interrompe sul dibattito sull’istanza n.13 “per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Borgo Maggiore e dell’area di Piazzale Campo della Fiera”. I lavori riprenderanno nel pomeriggio.
Di seguito un estratto del dibattito al comma 25 bis.
Comma 25 bis Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sulla situazione in Ucraina e successivo dibattito
Luca Beccari, Segretario di Stato per Affari esteri
E’ una situazione davvero straordinaria quella che ci vede affrontare nell’ambito del Consiglio Grande e Generale un tema così grave e così dirompente per i tempi che viviamo. Conosciamo tutti la successione dei fatti che ha portato l’escalation tra Russia e Ucraina, sfociata in un vero conflitto militare che, per la prima volta da diversi decenni, non si registrava nella macro regione europea. Un conflitto militare che non riguarda solo una controvesia tra due Stati, ma ci riporta a dinamiche che avevamo lasciato alla storia, la contrapposizione tra blocchi geopolitici importanti. L’aggressione militare della Federazione russa al teritorio ucraino è un atto, come riconosciuto in tutte le sedi internazionali, che viola i principali principi e regole del diritto internazionale a tutela della sovranità e integrità territoriale degli Stati. San Marino è un paese che ha costruito la sua indipendenza e sovranità senza guerre, ed è riuscito a costruire la sua identità di Stato non conquistando territori ma resistendo nonostante le dimensioni e gli eventi attorno a noi, grazie al riconoscimento di una integrità territoriale della sovranità che altri Stati e nazioni hanno sempre attribuito a San Marino, così come gli organismi internazionali. L’integrità territoriale e la sovranità riconosciuti a livello internazionale e il loro rispetto sono temi che hanno garantito la nostra indipendenza e che noi difendiamo costantemente negli organismi internazionali, insieme al rispetto dei diritti umani e ai principi di esercizio democratico. San Marino non ha mancato di far sentire la sua voce in questa circostanza in cui tutta la comunità internazionale si è espressa. A partire dagli eventi militari, ma anche prima, nella fase di escalation della tensione tra i due Paesi, San Marino è intervenuto nelle sedi di Nazioni unite, Osce, Consiglio d’Europa è ha espresso una dura condanna all’aggressione militare ai danni dell’Ucraina. Non è solo un problema politico o di controllo di un territorio, porta con sé un dramma umano, oggi in capo a tutta la popolazione ucraina che sta scappando oltre confine e tutta la comunità internazionale si sta mobilitando per offrire sostegno significativo. Non è un caso a San Marino la comunità ucraina è la seconda comunità più importante in territorio in termini di residenti non cittadini e siamo vicini a tutte le famiglie e i cari dei nostri residenti che da qua assistono a quello che accade nella loro terra.
Questa vicenda apre un tema per San Marino che, neanche farlo apposta e senza che nessuno se lo potese immaginare, già da un po’ abbiamo iniziato a dibattere nel corso degli ultimi anni, ovvero il tema della neutralità attiva, il suo significato, cui San Marino si ispira nella comunità internazionale e si è da semrpe ispirato. Una volta la neutralità era considerata come totalmente legata all’esercizio militare . Poi da quando le guerre sono cominciate a sparire un po’ dai radar, quanto meno in una certa parte del mondo, e le nazioni si sono organizzate negli organismi internazionali, la neutralità ha iniziato ad assumere altri connotati. Oggi non si è neutrali solo per il fatto che non si schierano eserciti, il tema viene posto ogni volta che la comunità internazioale dibatte un tema, una controversia o violazione di un principio e gli Stati sono chiamati ad esprimersi in quei contesti. Qui nasce la neutralità attiva. Come si è oggi neutrali di fronte a violazioni di diritti umani e del diritto internazionale e dei principi democratici. Neutralità è indifferenza, non guardare quello che succede nel mondo, non fare la propria parte per cercare di cambiare le cose? Oppure è non schierarsi, non prendere parte a coalizioni di Stati, ma comunque esercitare un proprio ruolo nella comunità internazionale a difesa dei principi in cui crede uno Stato? Questo è secondo me il tema della neutralità attiva che non affrontiamo solo oggi, ma ogni volta che si tratta anche solo di questioni più limitate nella loro portata, come questioni legate a presunte violazioni dei diritti umani.
Credo la Repubblica di San Marino debba- e il governo lo ha fatto in modo netto- da una parte esprimersi, condannando l’aggressione militare che è stata attuata, e non può essere una condanna fatta pro -forma, è un qualcosa che noi non possiamo accettare, che San Marino non può tollerare e rispetto cui non può rimanere indifferente, indipendentemente da chi l’attua e da chi la subisce. Poi San Marino oggi deve esprimersi su un tema, insieme alla comunità internazionale, che è il tema dei temi: cosa fanno i paesi che non contrastano direttamente questa aggressione militare e cercano di trovare una soluzione, per portare le parti alla fine delle ostilità e vogliono evitare un allargamento del conflitto. E’ il tema delle sanzioni. San Marino storicamente è sempre stato in una posizione neutra rispetto le sanzioni e non ha mai creduto nell’applicazione di sanzioni come gli embarghi, che andavano a colpire i popoli piuttosto che i governi. San Marino non ha mai accettato le sanzioni a Cuba in termini di embargo, come ad altri paesi anche più recentemente, ma San Marino adotta sanzioni e risoluzioni come quelle delle Nazioni unite in materia di antiterrorismo. La Comunità internazionale, in particolare l’Ue, ha adottato un pacchetto di sanzioni nei confronti della Federazione russa che hanno l’intento di tentare di arginare in misura non militare l’escalation di questa azione militare. San Marino è un paese terzo rispetto l’Ue, non è certo un Paese Nato, non siamo in un’alleanza di alcun genere, ma è un territorio fortemente intergrato a quello dell’Unione europea. Anche se non siamo ancora in associazione e anche se non siamo paesi membri, è evidente che il nostro sistema economico e finanziario sono interlacciati con i sistemi europei. Così come un bonifico da San Mario per il Giappone o gli Usa ha come via di uscita l’Ue, così come le altre attività sui sistemi di pagamenti, così come il nostro sistema economico in generale, siamo in unione doganale con Ue, così come il tema della circolazione persone…
Di fronte al tema delle sanzioni applicate dall’Ue per San Marino esiste anche solo indirettamete un “problema sanzioni”, ovvero come San Marino si adopera per evitare le violazioni di quelle sanzioni, prima ancora di assumure una decisione propria. Di fronte a tutti i paesi Ue e non aderenti Ue di questa regione del mondo, che come noi hanno sempre espresso una posizione di neutralità- Svizzera, Monaco, Andorra- e già come questi paesi si sono già espressi sull’applicazione delle sanzioni, credo che anche San Marino debba esprimersi e debba quanto meno garantire il rispetto di questo regime sanzionatorio, in modo coerente con le restrizioni introdotte dall’Unione europea. Credo lo debba, fare perché deve fare sentire innanzitutto la sua voce in questo momento, insieme ad altri paesi, e soprattutto perché deve rispettare quello che è una convivenza e un tema di rapporti che noi abbiamo con l’Europa e con i Paesi Ue e con altri microStati e paesi non membri che ci portano ad essere- non mi piace il termine allienato- ma coerenti anche con i percorsi che tutti insieme stanno facendo verso una maggiore integrazione e maggiore interazione dei sistemi economici e quanto altro.
San Marino ha sudato molto per guadagnarsi il rispetto e il prestigio internazionale che ha oggi. E’ un Paese rispettato, ascoltato, che parla con tutti, i grandi e i piccoli Paesi nei forum internazionali e lo ha sempre fatto perchè ha sempre difeso i principi in cui crede. E oggi dobbiamo mandare un segnale forte di difesa di quei principi e non dobbiamo essere semplicementre neutrali e passivi rispetto quello che sta avvendeno vicino noi.
Altro tema fondamentale è quello delle azioni umanitarie a supporto, non solo della popolazione ucraina, ma anche di quella parte di popolazione più legata ai nostri residenti. Esistono ancora disposizioni previste per l’emergenza covid, non vi è perciò un problema per la scadenza dei permessi di soggiorno delle assistenti domiciliari, siamo ancora in regime di deroga e non si pone problema di rimpatrio. Il Congresso sta lavorando a un provvedimetno di legge che da una parte crei strumenti che ci permettano di applicare sanzioni, usando un sistema che già utilizziamo ai fini antiterroristici, e in questo decreto stiamo cercando di inserire una norma che introduca una tipologia speciale di permesso di soggiorno più snella per rendere più facile soggiorno di quelle famiglie che vorranno essere accolte da comunità sammarinese. I permessi di soggiorno dovrebbero avere una durata indicativa di 90 giorni rinnovabili e saranno legati all’emergenza quanto meno militare in atto. Inoltre questa mattina abbiamo convocato le rappresentanza delle associazioni riunite in Consulta per cercare di coordinare i vari interventi che diverse realtà sammarinsi stanno cercando di mettere in campo e ottimizzare gli sforzi. Per concentrare sotto una cabina di regia le attività che San Marino può fare. Dobbiamo seguire le regole internazionali, ci sono corridoi umanitari e passaggi attraverso l’Ue, sul tema minori ci sono regole particolari, non ci può essere improvvisazione e deve esserci una regia che permetta a tutti di fare la propria parte.
Il governo credo sia stato rispettoso di quel dialogo iniziato la settimana scorsa su un Odg in Consiglio, ha mantenuto negli organismi internazionali la posizione di Stato consolidata negli anni e in tema sanzioni non ha adottato nessun provvediemnto diretto, attendendo questo dibattito. Ma credo questa sia l’occasione in cui il Paese, attraverso il suo Consiglio, si esprima e dia un mandato forte al govenro per continuare le attività nelle sedi internazonali, un mandato che non deve limitarsi a mettere a disposizioni strumenti di solidarità, cercheremo di fare sentire la nostra voce per contirnuare il ritorno al dialogo.
Mirco Dolcini, Domani motus liberi
E’ un momento delicato e oggi in Aula respiriamo l’atmosfera dei momenti importnati, assistiamo da spettatori a un conflitto che mai avremo immaginato assumesse queste dimensioni e che vede le sue origini molto indietro nel tempo e la sua miccia nel mancato rispetto agli accordi di Minsk del 2014. Intervengo a nome del mio partito per esprimere grande preoccupazione per le conseguenze che derivano a livello globale. Esprimiamo piena solidarietà alle popoalzioni civili colpite e auspichiamo che la diplomazia ponga fine alla guerra. Ben venga e ce ne faremo sostenitori di ogni iniziativa a sostegno dei civili colpiti da questa guerra. La nostra Repubblica ha sempre condannato -e deve farlo anche oggi – la guerra. L’appello che possiamo fare in questo momento è la difesa della popolazione civile e dei bambini, l’Europa ha la responsabilità di portare i due paesi belligeranti ad un accordo primo possibile. Non vediamo a favore l’alimentare la guerra con la fornitura di armi. Occidente non dovrebbe prestare fianco poi alla guerra di informazione. La stessa Ue avrà difficoltà inoltre a sopportare le conseguenze economiche di questa guerra e anche la nostra Repubblica non ne uscirà indenne. Basti citare i temi dell’approvvigionamento energetico, degli interessi condivisi, l’aumento dei prezzi… Inoltre, non tutti i cittadini russi poi vogliono questa guerra. Più di 6 mila persone sono state arrestate perchè hanno protestato contro la guerra. Non sappiamo che conseguenze le sanzioni avranno sul governo russo, sicuramente le avranno sulla popolazione. L’assedio mediatico di questi giorni sta poi creando conseguenze difficimente prevedibili, vogliamo ghettizzare un intero popolo? Non possiamo dimenticarci dello status di San Marino che fino ad oggi ha valutato che la neutralità fosse la posizione migliore possibile per garantire la sua sopravvivenza internazionale. Neutralità è dare il proprio contributo per la pace e nel ruolo umanitario. Abbiamo invece perplessità per l’adozione di misure non strettamente necessarie per garantire a posizione di neutralità del nostroPaese. Sono da valutare bene, in sintesi, le conseguenze di una neutralità attiva e soprattutto è da valutare quanto attiva questa neutralità sia. Dall’altra parte è giusto impedire perché che San Marino si trovi in difficoltà nel contesto europeo,e il nostro allineamento alle posizioni europee sarà necessario per garantire posizioni anti-guerra, e apriamoci al dialogo.
Nicola Renzi, Rf
Nostro dovere oggi è giungere tempi più rapidi al cessato al fuoco. Il nostro primo dovere è quello di far capire che questo è il nostro auspicio prioritairo, il fatto che le violenze si arrestino. Avevo dato disponibiiltà del mio gruppo, già in comma Comunicazioni, a metterci a disposizione del governo e del Segretario Beccari per arrivare a un Odg che dicesse in modo chiaro la nostra posizione e avevo indicato alcune linee fondamentali. Sono qui a dire che il Sds Beccari ha avuto un atteggiamento nei nostri confronti che abbiamo apprezzato, non si è sottratto al confronto, credo sia una cosa positiva.
Credo ogni pesona che vive in Europa sia preoccupata e si renda conto che non può accettare una nuova guerra all’interno dei confini europei. Ricordo la visita nel nostro Paese, lo scorso marzo, del Ministro Lavrov. La Federazione russa è sempre stata cosciente della nostra collocazione geografica e politica, perché ha deciso di fare quella visita? Perchè ha capito che il nostro è un paese pronto al dialogo e ad ascoltare le ragioni, è il nostro punto di forza. Noi oggi non possiamo perdere l’occasione di chiedere agli amici swlla Federazione russa- li voglio chiamare ancora così- di fermare òa loro iniziativa e di poter far ripartire dialogo. Se facessimo qualcosa di diverso non saremmo credibii e non possiamo abdicare i nostri principi culturali e profondamente incardinati nelle radici della convivenza europea: il rispetto della vita ad ogni costo e dell’integrità territoriale, dell’autodeterminazione dei popoli. Oggi si parla di sanzioni, ho sentito posizioni che mi hanno preoccupato. San Marino ha sempre cercato di evitare sanzioni e di non applicarle, ci mancherebbe altro. Ma abbiamo sempre adottato quelle contro il terrorismo sancite dall’Onu. Sarebne desiderio di tutti poterle ‘scansare’, ma credo anche che non possiamo correre il rischio che di fronte a un occidente compatto San Marino sia un punto nella carta geografica che consenta smagliature a questo sistema. Quello he vediamo è la sproporzione potente dell’azione portata avanti. Questo non vuol dire che quel sistema di sanzioni possa essere prolungato nel tempo e che San Marino debba allinearsi tout cour alle sanzioni stabilite. E che San Marino non debba lottare per far capire anche agli amici della Federazione russa che sia necessario risedersi al tavolo e far partire il dialogo. Noi come paese abbiamo una comunità di cittadini ucraini numerosa, sono nelle nostre famiglie e stanno soffrendo il dramma della guerra da qui. Cerchiamo Segretario di fare in modo, anche usando le nostre associazioni, che dei veri e propri corridoi umanitari si possano far partire da subito per accogliere le persone che stanno scappando dalla guerra. E’ un momento di coesione ma anche di speranza, che induca tutte le parti a far ripartire il dialogo.
Gerardo Giovagnoli, Npr
Si pone la domanda: da che parte deve stare San Marino? In questa occasione ci sono grosse differenze rispetto alle altre volte, nella storia recente, quando ci si induceva a una facile posizione di neutralità, perchè distanti dalle parti in conflitto Questa volta ci sono questioni di principio e di interesse-paese.
Come paese che sostiene l’integrità territoriale non possiamo certo schierarci con chi ancora nel 21° secolo fa del dominio una modalità legittima di esercizio del potere, chiaro, ci deve essere una condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. Non si può cedere di fronte questo. Cerchiamo di lasciare da parte la cosa della neutralità perpetua che anche secoli fa non esisteva. Esiste da quando ci sono le relazioni internazionali e in un contesto a cui appartiene San Marino. Perchè le sanzioni ci riguardano? A differenza dall’essere impegnati in una guerra, nella loro applicazione ed effetti sugli spostamenti finanziari, riguardano anche noi e non possiamo dare l’impressione che, per quanto piccolo, noi rappresentiamo un buco nero rispetto all’esigenza di spostare finanziamenti che aiutano la guerra. Non possiamo che essere d’accordi con il Sds di Stato. Ieri alle Nazioni unite il delegato europeo ha espresso la sua posizione anche a nome nostro, di Monaco, Andorra, Liechtnenstein e anche la Svizzera si è allineata alla posizione, con 41 stati su 47 si è deciso di sospendere le credenziali della Federazione russa. E’ un momento di prendere posizione, per questioni di principi e di interesse paese. Quando si tratta di interesse paese bisogna anche superare la retorica. E’ interese del paese allontanarsi dalle posizioni europee e dare l’impressione di avvicinarci alla posizione russa? E’ il momento di dimostrare che la nostra posizione è vicina a quella dell’Ue verso cui abbiamo intrapreso un percorso di avvicinamento. Noi stiamo tornando a una situazione di grande polarizzazione in cui non è ammesso dire ‘io non sto da nessuna delle due parti’, questo viene interpretato oggi come l’essere vicini all’aggressione russa. Per noi non c’è nessuna antipatia verso il popolo russo, per la sua leadership sì. Cè una guerra in corso con mezzi sbilanciati che non può vederci neutrali. Le condizioni in questi giorni sono molto diverse rispetto a quelle classiche, è il momento di divisione su cui la linea intrapresa dall’esecutivo non poteva che essere questa. Il paese che è stato aggredito è anche quello che esprime la comunità più numerosa al’interno della Repubblica al di là di quella italiana. Qui c’è poi un aspetto classico della nostra storia, di aiuto ai popoli, e sono contento che su questo ci sia stata espressione chiara di aiuto verso una popolazione che soffre, aspetto su cui San Marino con aiuti concreti, economici e di ospitalità per chi scappa dalla guerra, si deve fare portatore.
Eva Guidi, Libera
Non é possibile svolgere un dibatitto serio e adottare una decisione equilibrata sulla crisi in Ucraina se non si cercano i motivi che hanno spinto entrambe le parti ad inesprire le relazioni e a combattere una guerra di posizione e ad evitare il dialogo. Prima però è necessario condannare, senza se e senza ma, l’occupazione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, non c’è giustificazione per un’azione che viola il diritto internazionale, imponendo il ricorso alle armi, tutte le guerre sono da condannare per gravi conseguenze su popolazioni civili. Già i primi sei giorni di guerra dimostrano come si sia innescata una escalation che difficilmente può essere fermata. Se gli aiuti internazionali alle popolazioni aggredite da parte di altri Paesi sono doverosi, la decisione di fornire armi da parte di Paesi non direttamente coinvolti nel conflitto rappresenta un atto di guerra. Sta avvenendo sia da parte della Bieorussia, ma anche di Stati uniti ed Europa. Le dure sanzioni economiche predisposte dall’occidente nei cofronti della Russia hanno ricevuto una risposta spaventosa, quella del preallarme dei sistemi atomici di difesa. L’isolamento progressivo in cui la comunità internazionale, tranne Cina e India, sta relegando la Russia, interrompe di fatto quei legami utili al dialogo. Suggeriamo pertanto di continuare a tenere una posizione che possa far riprendere il confronto tra le parti. L’unica strada per risolvere un conflitto che vede su fronti opposti Russia e Nato è il negoziato. La testimonianza della Repubblica di San Marino, forte sul piano morale, diventa forte anche sul piano sostanziale, perché rappresenta un’unica possibilità per uscire dalla grave crisi umanitaria: neutralità attiva, rifiuto delle armi, contrarietà delle sanzioni che possono danneggiare la popolazione civile, azione affichè il dialogo sia mantenuto, sono state sempre le linee di politica estera di San Marino, dal dopoguerra ad oggi, e queste linee sono l’unica e vera possibilità per addivenire a soluzioni. Se questa fosse la nostra posizione, la Repubblica potrebbe frapporsi in maniera intelligente ed energica all’escalation provocata dall’occupazione Ucraina. Per questo motivo San Marino non dovrebbe seguire quelle iniziative che non perseguono soluzioni capaci di risolvere le due grandi problematiche che sottendono il conflitto: il diritto del popolo ucraino a alla propria autodeterminazione e il diritto della Russa alla sicurezza dei propri confini. Eppure la posizione in politica estera del governo sammarinese in questi ultimi mesi pare aver subito un cambiamento che ancora non trova sufficienti spiegazioni. Dalla caduta del muro di Berlino, l’espansione verso est del paesi del Patto atlantico non poteva che incrementare i timori di una superpotenz. L’assenza di reazioni ha forse tratto in inganno gli Usa, ormai convinti di estendere la propria influenza senza incontrare particolari resistenze. Nel frattempo Russia stava rigenerando le proprie riserve, sostenuta dalla cessione di fonti energetiche da cui dipende gran parte dell’Europa. Gli investimenti nelle tecnologie militari e il potenziamento del settore missilistico hanno ricreato le condizioni perchè la Russia potesse riacquisire un ruolo egemone tra le nazioni. E’ un grave errore ritenere che il rapporto con la Russia possa avere le stesse caratteristiche dell’epoca in cui la Nato ampliava la sua azione in tutta l’Europa dell’Est e nelle Repubbliche baltiche. Una vasta porzione dell’Ucraina penetra nel territorio russo, rappresentando la testa di ponte di territori in cui le popolazioni sono in gran parte russe, Donbass e Crimea sono inoltre regioni strategiche in ottica militare, ma anche economica e culturale. La guerra in Donbass, iniziata nel 2014, ha vissuto il momento di massima ferocia quando cui corpi speciali di estrema destra hanno avviato una politica militare che ha comportato 14 mila morti contro due città che si erano ribellate al governo centrale di Kiev, autoproclamandosi Regioni autonome, è innegabile il sostegno militare e logistico della Russia, per affermare l’autonomia di tali regione. E il conflitto aveva trovato soluzione con gli accordi di Minsk teso a generare equilibrio della regione. Di motivi per rimanere fermi sulle proprie posizioni ce ne sono molti e i negoziati iniziati in Bielorussia non fanno presagire un risultato.
Il rischio è quello che sanzioni e fornitura di armi alla resistenza ucrana possano portare ad un allargamento del conflitto verso sistemi ritenuti responsabili del potenziamento degli armamenti militari del nemico. Sanzioni e armi hanno la finalità chiara, tesa ad annientare il nemico. Non prevedere reazioni sarebbe illogico. E se una reazione venisse praticata, l’estensione al conflitto alle forze Nato sarebbe immediata. Così come l’escalation verso armi distruzione di massa. San Marino può indicare una strada diversa. Per farlo non può e non deve scheararsi con chi alimenta il conflitto, piuttosto che cercare una soluzione dignitosa per le parti. San Marino non ha mai appoggiato politiche di embargo, né appoggiato una parte in causa, mai adottato soluzioni che impattino sui popoli, ma ha sempre cercato di individuare le ragioni delle parti, scegliendo la via del dialogo e della pace. Nel contempo dovrebbe dare un supporto fattivo alle popolazioni ,aderendo subito a corridoi umanitari per profughi e finanziando acquisti di beni di prima necessità. Libera sta provvedendo alla raccolta di aiuti sanitari e alimentari e si pone a fianco di cittadini russi ed europei che manifestano per il ripristino del dialogo. San Marino dovrebbe sostenere la necessità che il dialogo tra Russia e Ucraina possa continuare anche negli organismi internazionali, in cui i due Stati partecipano, evitando posizioni che portino all’isolamento della Russia, anche se- lo ribadiamo- la condanna del’azione militare che sta conducendo deve essere ferma e precisa.
Denise Bronzetti, Gruppo misto di maggioranza
Parto esprimendo forte, fortissima condanna da parte nostra rispetto questo conflitto armato. Ci rendiamo conto quale sia la nostra collocazione geografica e politica, ci rendiamo conto anche di un ruolo che cerca di essere reinterpretato anche oggi, ma alla fine di tutta questa triste storia credo che la lettura che sempre ci sarà, sarà quella corretta solo una volta finito il conflitto armato, mai durante il conflitto armato. Siamo consapevoli che per San Marino è sempre un difficile equilibio quello dovuto alla sua collocazione geografica e per storia e cultura, ma è una posizione che ha saputo rendere, oltre che neutrale e indipendente, soprattutto salva questa Repubblica. Una politica estera lungimirante e capace deve sapere guardare al di là del momento, con il fine di preservare la propria cittadianzna, libertà e i propri confini e la pace. Con questo spirito ci apprestiamo a sostenere le scelte che San Marino farà sin dai prossimi minuti e ore, anche adottando un Odg che sarà presentato all’Aula. Consapevoli del fatto che il nostro ruolo debba sempre essere improntato alla pace e al dialogo in tutti i consessi internazionali. E’ stato ricordato come San Marino sia un paese terzo rispetto la Nato e la stessa Ue. In una situazione come questa oltre che un limite può rappresentare anche un punto di forza, proprio perché non aderenti a certi patti e organismi. Come Repubblica che deve rimanere neutrale, consapevole della propria posizione e di non potersi permettere che all’interno del suo territorio, in modo strisciante, possano crearsi problemi in virtù di uno schieramento. E’ questa neutralità che ci preserva nei secoli.
Rossano Fabbri, Gruppo misto minoranza
Mi unisco a chi ha ribadito che San Marino ha sempre ripudiato la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Ben venga il dibattito in Aula. C’è la necessità che questa Aula affronti la propria collocazione internazionale con chiarezza, rispetto agli ambiti internazionali e specialmente europei. Ogni ragionamento sull’applicazione delle sanzioni è del tutto condivisibile. La posizione del governo è quella di seguire il contesto che ci circonda. San Marino deve anche porre attenzione dall’altra parte su Stati che agiscono sulla base di regole comuni e accettate e hanno anche una forma di cooperazione legiferata che noi al momento non abbiamo. Ed è questa la riflessione e l’argomento che pongo alla Segreteria di Stato, affinchè informi anche l’Aula sulla valutazione del livello di cooperazione e di accordo raggiunto con gli altri Stati, specialmente con quelli che non appartengono all’Ue. Il Segretario si tenga l’impegno di tenere informata l’Aula perché con questo Odg il govnrrno riceve il potere dal parlento di definire tutte le modalità di applicazione delle sanzioni. E questo ci distingue, rispetto la politica estera passata che si ferma alla condanna e al ripudio dellla guerra, e ha sempre mantenuto un atteggiamento di neutralità alla luce anche della consapevolezza e dell’umiltà del proprio Stato.
Paolo Rondelli, Rete
Stamane quest’Aula sta espletando una vera funzione parlamentare, dimostrare come il dialogo e l’ascolto di tutte le voci presenti possa essere un valore aggiunto ad ogni attività istituzionale. Poi mi viene da interrogarmi sul termine ‘ neutralità’, qualcuno prima l’ha definita perpetua. Io la contrappongo invece al concetto di libertà perpetua che connota la tradizione di San Marino. Una libertà più volte espressa nel corso dei secoli, soprattutto negli ultimi due secoli, per ribadire il posizionamento geopolitico di San Marino che con piccole scelte ha potuto così connotare la sua storia. Mi viene anche da porre delle riflessioni all’Aula sulla storia recente: nel 2014, quando c’è stata la questione della Crimea e nel 2019, quando con le elezioni ucraine c’è il stato passaggio di presidenti che ha portato Zelensky in carica. Anche in questo caso, sono stati due passaggi in cui la comunità internazionali ha avuto momenti ondivaghi che non hanno ben calibrato ciò che era il posizionamento dell’Ucraina e il suo rapporto con la Federazione russa sulla scena internazionale. Torniamo alla scena sammarinese. In questo momento non dobbiamo mettere bandierine di partito, ci deve essere una riflessione comune per un’azione forte sia sul suo posizionamento a difesa della sua libertà perpetua, sia per quello chè il rapporto con lo scenario geopolico internazionale, nell’ambito delle scelte di neutralità che l’hanno sempre caratterizzata. Questo deve passare per il rigetto della guerra. Per anni San Marino si è presentato come luogo di dialogo e di identità politica istituzionale dialogante, con valenza internazionale. Anche in questo caso forse San Marino potrebbe essere presente sulla scena diplomatica internazionale, con un ruolo di mediatore di possibilità di dialogo. Viene anche poi da riflettere sul concetto delle sanzioni. Condivido, sono un modo di arginare in modalità non militare un confiltto che è militare. Proprio perchè un termine e una scelta sanzionatoria può essere in qualche modo un elemento di dialogo forte, e può forzare verso altre posizioni di dialogo. Credo poi che San Marino in questa fase debba porsi un’altra problematica. E’ stata richiamata la forte consistenza della popolazione ucraina sul territorio sammariense, di contro abbiamo anche una forte presenza della comunità russa. In entrambe le parti, sono persone e sono due gruppi di popolazione che in qualche modo soffrono di riflesso le sofferenze della guerra. Ci sono legami familiari, emozionali, legati alle proprie origini. In questo senso San Marino può essere un attore per l’emergenza umanitaria in essere e non lo deve fare ponendo una bandierina, ma come paese unito che porti sollievo alla popolarione, dando priorità a minori, donne e anziani. Saranno proprio le fasce più deboli in un momento di guerra. San Marino dovrà trovarsi a collaborare fattivamente ad accogliere la popolazione.
Oscar Mina, Pdcs
Il riferimento del Segretario è stato molto puntuale e preciso, a mia volta vorrei fare una riflessione sul conflitto proprio a seguito della mia recente partecipazione alla riunione dell’Assemblea Parlaentare dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Riprenderei molti aspetti in particolare su quanto dibattuto sull’aggressione miiltare russa al popolo ucraino, in violazione di tutti accordi del diritto intenrazionali e di come abbia prodotto una crisi umanitaria e numerosi profughi ai confini. Dinanzi alle modalità adottate in questo conflitto, credo anche per San Marino sia corretto ribadire e condannare l’uso della forza contro l’Ucraina e in ugual misura e in maniera indiretta su scala internazionale rispetto a un contesto di dialogo e diplomazia da tutti raccomandato, nonché porre in evidenza come il potenziamento militare in Ucraina e dintorni abbia drammaticamente intensificato le tensioni della regione. Tutte le dichiarazioni cui abbiamo assistito finora a livello internazionale hanno condannato le violazioni della sovranità e integrità territoriale in Ucraina ed è stata richiesta soluzione del conflitto basato sulla piena attuazione degli accordi di Misk, ma ogni tentativo è fallito miseramente. Questo orgnaismo, Osce, ha mantenuto fermo il punto di indivisibilità della sicurezza e della pari dignità nel garantire la sicurezza negli Stati, sempre declinata in termini di tutela dei diritti umani. Resta un organismo unico per sua estensione e per sua vocazione di meccanismo virtuoso nei confronti di paesi e blocchi portatori di visioni differenti, in cui il suo approccio equilibrato multilaterale è quello dell’indivisibilità della sicurezza e della pari dignità, che assumono una sicurezza anche politico – militare tra gli Stati e all’interno degli Stati stessi. Proprio ieri ho ricevuto la nota della delegazione ucraina pervenuta a tutti i colleghi Osce che conteniene la denuncia su informazioni più o meno veriterieri sulla situazione del conflitto, dove si evince come la propaganda sia diventata una vera e propria arma di guerra.
In conclusione, credo sia corretto anche per la Repubblica di San Marino sostenere aspetti che la stessa organizzazione per la cooperazione e sicurezza ha fermamente raccomandato, in particolare alla Federazione russa, per un cessate al fuoco immediato e incondizionato, esprimendo forte allarme sui recenti rapporti sui bombaranemtni su obiettivi residenziali e civili. E che ha rivolto a tutte le parti in conflutto e ai mediatori internazionali per negoziare in via urgente l’apertura di corridoi umanitari alla comunità internazionale per la consegna sicura di fornitura di cibo e medicinali, e per sostenere gli sforzi delle agenzie internazionali per sviluppare piani urgenti per assistere la popolazioni civile in Ucraina e il finanziamento di organizzazioni umanitarie per rispondere con solidarietà all’afflusso di rifugiati, e infine rispetto l’aspetto sanzionatorio, che anche per San Marino dovrà essere rispettato, in linea con quelle misure proposte dall’Ue ed eventualmente con l’introduzione anche di misure-Paese da adottare internamente, con un decreto legge specifico, dando mandato al governo ad agire in tal senso.
Luca Beccari, Sds per gli Affari esteri, replica
Epsrimo il mio ringraziamento alla disponibilità che i gruppi hanno dato nel concedere la trattazione di questo comma, proposto solo ieri, e per il confronto in atto per arrivare alla definizione di un Odg, possibilimente unanime, che esprima una posizione del Consiglio Grande e Generae e quindi anche dia un mandato per il governo . Adesso alle problematiche della pandemia si sovrappongono anche questi eventi che sembrano lontani, ma ci coinvolgono come il resto della comunità internazionale. Credo di aver colto negli interventi che ci sono stati, in linea di principio, una condivisione generale su quello che stiamo facendo e del posizionamento che stiamo avendo come paese su questa vicenda. Capisco che il tema di doverci esprimere in maniera diversa, più incisiva rispetto al passato, e dover in qualche modo far sentire la nostra voce nella comunità internazionale è qualcosa di nuovo. Spesso qui dentro ci richiamiamo al passato, alle posizioni storiche di San Marino, però non dobbiamo dimenticarci, al di là delle nostre conquiste di politica estera e istituzionale, che poi il mondo cambia, lo scenario internazionale evolve e non possiamo non tenere conto che a questa evoluzione ci dobbiamo adattare. Oggi San Marino è un paese diverso dal passato e ha anche una considerazione diversa da parte degli altri Paesi. Non siamo più una piccola realtà non meglio definita, sulla quale non c’era neanche la volontà di interwssare di tanto San Marino nelle vicende politiche internazionali. Oggi San Marino siete al tavolo con tutti, anche con i grandi, siamo cresciuti, non siamo lo Stato di 50, e neanche di 20 anni fa. Siamo un paese che ha abbracciato percorsi importanti, ha relazioni con 260 Stati a livello diplomatico, accordi e convenzioni di ogni tipo, abbiamo un ruolo rispetto la comunità internazionale dove una volta i conflitti si combattevano solo con le armi, oggi i conflitti sono armi, ma anche disinformazioni e azioni finanziarie e non serve più essere lontani dalle zone di guerra per appellarci al dialogo e restare ‘rilassati’, oggi è diverso. Oggi un attaco hacker o una decisione finanziaria colpisce noi come qualunque altro Stato. Oggi abbiamo fatto la cosa giusta, come governo volevamo rimetterci al Consiglio per un passatggio che non è prerogativa mia, come Segretario, o del governo. Questo confronto spesso il covid non ce l’ha permesso, questa non è una situazione meno emergenziale, ma credo oggi ci siamo confrontati bene su questi temi Se il Consiglio vorrà confermare la posizione del governo e gli darà mandato di procedere come ho ipotizzato nel mio intervento iniziale, noi oggi faremo sentire la nostra voce in maniera sana, equilibrata, non perdiamo nulla in termini di neutralità, ma guadagniamo molto in termini di reputazione
ODG /approvato all’unanimità
Oscar Mina, Pdcs, dà lettura Odg
Il Consiglio Grande e Generale
alla luce dei recenti sviluppi della situazione ai confini e all’interno dell’Ucraina, e dell’escalation che ha portato al’acuirsi delle tensioni tra Ucraina e Federazione Russa, culminata con una vera e propria aggressione verso l’Ucraina e con l’occupazione attuale dei suoi territori;
Condanna fermamente il ricorso alla violenza e ogni azione contraria ai diritti umani;
Auspica che i negoziati in corso tra Ucraina e Federazione Russa portino a un cessate il fuoco immediato e al raggiungimento di soluzioni pacifiche del conflitto in corso;
Depreca le limitazioni imposte agli osservatori internazionali, tra cui la Missione Speciale di Monitoraggio dell’Osce, nelle aree che non sono sotto il controllo delle autorità ucraine;
Deplora ogni violazione dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale.
Il Consiglio grande e generale
Esprime la propria seria preoccupazione e, richiama le parole del Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres secondo il quale ‘non c’è alternativa alla diplomazia. Tutte le questioni, comprese le più intrattabili, possono e devono essere affrontate e risolte attraverso le strutture diplomatiche’; Rinnova il supporto all’attività degli organismi internazionali di cui a Repubblica di San Marino è parte;
Ripudia la guerra in ogni sua forma;
Sostiene ogni iniziativa diplomatica multilaterale o bilaterale che sia ispirata dai principi della promozione del dialogo e della pace, della difesa dei diritti umani;
Ribadisce il ruolo fondamentale del multilateralismo e degli organismi sovranazionali, tesi a promuovere il rispetto dei diritti umani e il dialogo costruttivo tra gli Stati, richiamando le parti alla responsabilità per la risoluzione del conflitto;
Conferma che anche la Repubblica di San Marino prende atto delle sazioni che l’Unione europea e gli organismi internazionali stanno applicando, ed esprime la volontà di adottare gli strumenti normativi più idonei per aderire a tali iniziative, per manifestare la netta condanna dell’uso della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie e per riattivare il dialogo quale strumento principale di civile convivenza e di confronto tra realtà statuali.
Il Consiglio Grande e Generale
Reitera il proprio supporto alla sovranità, all’integrità territoriale, all’unità e all’indipendenza dell’Ucraina, condannando ogni azione contraria a tali principi.
Il Consiglio Grande e Generale
Dà mandato alla Segreteria di Stato per gli Affari esteri, affinché sia fatto ogni sforzo ed azione possibile, in tutte le sedi internazionali in cui la Repubblica sia rappresentata dalla proprie rappresentanze diplomatiche perché si ponga termine all’aggressione in corso e si riprenda il dialogo tra i due popoli, riportando la pace e il rispetto del diritto internazionale;
Dà mandato al Congresso di Stato di attuare tutti gli schieramenti necessari a contribuire all’accoglienza dei cittadini ucraini che chiederanno rifugio, con particolare riguardo ai ricongiungimenti familiari, attivando in maniera coordinata ai Paesi Ue, i corridoi umanitari utili a tale fine;
Dà mandato al Congresso di Stato di definire le modalità di applicazione delle sanzioni determinate e delle linee di intervento sopra citate, e a riferire a tale proposito alla prima seduta utile della Commissione per gli Affari Esteri.
San Marino News Agency