San Marino. Il Consiglio approva l’assestamento di bilancio con 29 voti favorevoli e 19 contrari

San Marino. Il Consiglio approva l’assestamento di bilancio con 29 voti favorevoli e 19 contrari

A conclusione della seduta consiliare della mattina si arriva finalmente al capolinea del lungo iter che ha portato all’esame dell’Assestamento di Bilancio e finalmente alla sua approvazione: sono stati 29 i voti a favore e 19 i contrari

Così il report di San Marino News Agency, che aggiunge: “Proprio in dirittura d’arrivo non sono mancati momenti in cui si è riacceso lo scontro tra le parti: in particolare all’Emendamento condiviso dell’art. 28 “Entrata in vigore” : si tratta del secondo emendamento frutto della mediazione  intercorsa tra maggioranza e opposizione per accelerare i lavori consiliari e per sbloccare lo stallo sulle residenze fiscali non domiciliate. In particolare , l’articolo 28 posticipa gli effetti e l’entrata in vigore  degli articoli sulle residenze- il 10 e l’11-  dal 1° gennaio 2024. L’emendamento concordato è stato approvato quasi all’unanimità (39 voti a favore e 1 contrario) ma solo dopo un acceso dibattito che, da parte di alcuni consiglieri, ha rimesso in discussione l’esito della mediazione.

Il primo ad intervenire, Nicola Renzi, Rf,  si è limitato a spiegare  i motivi che hanno portato l’opposizione ad aderire alle proposte di mediazione: “Oltre a ribadire la nostra contrarietà totale a questo sistema delle residenze- chiarisce- la nostra preoccupazione era che, in questo momento esse potessero interferire al percorso di associazione europea”. Al termine della mediazione quindi “è venuto fuori un meccanismo un po’ bizantino: gli articoli 10-11 entreranno in vigore il 1°gennaio prossimo, ma le domande per le residenze fiscali non domiciliate non potranno essere presentate prima del 31 di marzo”. In questo modo, “possiamo dire che siamo riusciti posticipare l’operatività del meccanismo ad aprile dell’anno prossimo- conclude- quando potremo valutare se l’accordo di associazione sarà stato siglato oppure no”. Anche Matteo Ciacci, Libera, motiva l’intesa da parte della minoranza:Nostra volontà è stata quella di prendere i tempi necessari per giungere all’accordo di associazione- ribadisce- e la sintesi che si è trovata garantisce che questo strumento non sia utilizzato solo ad uso politico, strumentale e- passatemi il termine clientelare- della maggiorana di governo”. Alla fine “un compromesso è compromesso, è dignitoso- sottolinea- e ha consentito di snellire lavori e ad arrivare a sintesi anche più importanti delle residenze che nella sostanza non saranno immediatamente applicate”. Quindi è la volta di Emanuele Santi, Rete, che, nel chiarire i termini dell’intesa, si spinge a dare valutazioni politiche su governo e maggioranza: “L’articolo- spiega infatti- è una mediazione che di fatto commissaria il Segretario Gatti dalla sua stessa maggioranza, in cui in tanti non volevano le residenze fiscali non domiciliate”. E con la mediazione raggiunta in definitiva, “si è manifestata la debolezza di un governo finito- incalza- e che di fatto il segretario di Stato Gatti è commissariato”. Si prepara così il terreno all’intervento-replica del capogruppo del Pdcs, Francesco Mussoni: “Non c’è stato alcun commissariamento, ma c’è stata un’opposizione che si è infilata in un cul-de-sac- manda a dire- ha usato il Paese su una norma che, tutto sommato, ha una portata limitata perché, quando si dice che viene applicata in una struttura 5 stelle, significa che la sua applicazione sarò prolungata nel tempo e non servivano norme transitorie”. Il differimento dell’entrata in vigore quindi serviva  piuttosto“alle forze di opposizione- sottolinea il democristiano- per trovare una via di giustificazione a una mediazione sostenibile anche per la vostra posizione politica”.  Infatti, “il problema- incalza- è che siccome hanno usato come cassa di risonanza il Paese, la pancia, le forze sociali, magari anche esasperando queste norme che hanno un senso tecnico- prosegue Mussoni- allora ci doveva essere anche una via di uscita politica per le stesse opposizioni che avevano grossa difficoltà nel tenere così in scacco il paese per lunghi mesi”. A rincarare la dose, Alessandro Mancini, Ar-Npr: “Ci ritroviamo l’ennesimo tentativo delle forze di opposizione di giustificare una battaglia persa” punta il dito. “E allora adesso cominciamo anche a dire chi ha vinto e chi ha perso- prosegue- E’ stata fatta una maratona difficile e complicata, si è fatto muro contro muro, si è poi arrivati a risultati positivi per il Paese e poi si tenta di mistificare la realtà- stigmatizza Mancini- su un articolo dell’entrata in vigore della legge e si riavvolge il nastro per dire che sono commissariati governo e Segretario”.  Giuseppe Maria Morganti, Libera, bolla quindi gli interventi di Mussoni e Mancini come “inqualificabili” perché “rinnegano un accordo politico”. Torna a bocciare gli articoli sulle residenze fiscali non domiciliate, in particolare, “la volontà dell’articolo 11 è precisa- sostiene- portare qua degli elusori fiscali che devono nascondere i propri redditi rispetto al fisco di altri paesi”. In questo articolo, spiega, si rileva lo scontro di due visioni del Paese: quella di “una Dc che ha una visione di ritorno al passato” e poi  l’altra visione, dell’opposizione, che “difende  il percorso intrapreso dal Paese dal 2008 in avanti”. E per questo si è  fatta opposizione e “la si farà fino in fondo”.

Di qui l’invito invece alla coerenza rivolto allo stesso Morganti da Maria Luisa Berti, Ar-Npr. “Se la sua visione è di una economia di un certo tipo e teme delle strumentalizzazione e dei rischi, rispetto l’introduzione di una misura di questo tipo- osserva- la coerenza avrebbe dovuto non farlo arrivare all’accordo”. Per cui “le rimostranze di oggi sono fuori luogo, tardive e ingiustificate- manda a dire- La coerenza dovrebbe ispirare i consiglieri e quando si assumono posizioni bisognerebbe portarle avanti fino in fondo”.
Pasquale Valentini, Pdcs,  riconosce come la divisione tra due concezioni di economia tra le forze politiche abbiano attraversati tutti i governi. E lancia un monito all’Aula: “Oggi il problema è chi ha vinto questa battaglia- manda a dire- ma non ha vinto nessuno perché c’è un problema che stiamo eludendo tutti, che è quello della sostenibilità economica del Paese di fronte ai passaggi come quello Ue”.
“La verità è che c’è stata mediazione per evitare stallo nei lavori consiliari, dovuti a un regolamento consiliare che deve essere più efficace nella speditezza- spiega quindi Mirco Dolcini, Dml– e che la mediazione è stata fatta nell’interesse del paese”.  Iro Belluzzi, Libera, concorda con Valentini: “Non c’è vincitore, né vinto in Aula- ribadisce- si è riusciti a uscire da secche in cui ci trovavamo, al di là di una maggioranza su cui c’è il dubbio persino che non sia legittima”. Mentre, “l’Unico progetto possibile messo i n campo è quello dell’Europa.
Daniela Giannoni, Rete, guarda in avanti: “Questa esperienza sottolinea che, se vuole, la politica sa mettersi attorno a un tavolo e trovare una mediazione e che, alle porte della prossima Finanziaria- l’ultima prima delle elezioni- forse governo e maggioranza devono essere coscienti che, se fossero inseriti interventi come un ultimo piglia-piglia o un’ultima regalia o principi fortemente divisi per l’Aula, avrà di fronte un’opposizione compatta in grado di ostacolare scelte giudicate scellerate”. Tanto vale quindi “ricercare confronto e accordo prima- conclude- su eventuali argomenti difficili, più che arrivare a una Finanziaria che difficilmente sarà portata a casa nei tempi giusti per il Paese”.

Cerca di stemperare i toni ed esorta tutti a proseguire nei lavori consiliari Alessandro Cardelli, Pdcs: “Nessuna forza politica o coalizione può rivendicare ‘vittorie’- precisa- ma si è giunti a una maturazione politica, c’è stato un confronto politico di diversi mesi, alla fine si è giunti a un compromesso, credo quindi che qualsiasi tipo di polemica ulteriore sia inutile”. “I toni che si sono alzati su questo articolo erano evitabili sia da parte della maggioranza che da  parte dell’opposizione- richiama così tutti i consiglieri- Concludiamo l’Ordine del giorno sulla base degli accordi presi in modo responsabile”. Anche Matteo Rossi, Psd-Npr respinge il gioco delle bandierine: “Non vedo necessità da nessuna parte di dover rivendicare in questo articolo la vittoria di qualcuno- evidenzia- l’opposizione ha fatto il suo dovere e da membro di maggioranza posso dire che la mediazione sull’entrata in vigore era già implicita, perché un albergo 5 stelle non si crea in pochi giorni, ben venga però la mediazione e l’opposizione deve spendere questa battaglia, ma capisco tutto. La vera politica di sviluppo sarà l’accordo di Associazione Ue”.
Elena Tonnini, Rete, plaude l’intervento del consigliere Pdcs Cardelli, promuovendolo a ’capogruppo’, perché “ha sottolineato l’importante mediazione e responsabilità rispetto ai lavori consiliari”, cosa che “non ho riscontrato nell’intervento del vero capogruppo Dc- stigmatizza- nel momento in cui ha sostenuto che l’opposizione ha fatto strumentalizzazione sul nulla”. Di conseguenza,  “il governo ha portato due articoli che non valgono nulla- deduce- gli unici articoli sulla politica di sviluppo del governo, quindi il nulla”.  “Non mi sarei mai aspettato- fa sapere Guerrino Zanotti, Libera- che, a fine dibattito di una legge che ha occupato i lavori di quest’Aula e tenuto fermo il Paese da tre mesi, ci fosse la volontà della maggioranza di infierire su quelli che sono invece stati atti di responsabilità dell’opposizione”. “Noi difenderemo la mediazione- assicura Andrea Zafferani, Rf– di certo non condividiamo le residenze, è solo una limitazione dei danni”. Di qui l’auspicio che “la maggioranza abbia imparato qualcosa da questa situazione in vista della prossima Finanziaria”, o se, al contrario, “ci dovremo aspettare qualche altro intervento improvvisato o dannoso su cui far ripartire una polemica da tre sessioni”. Sulla stessa linea Luca Boschi, Libera: “Abbiamo tutti perso tre mesi, ma  spero siano stati utili alla maggioranza per capire quale sia il metodo da portare avanti da qui a fine legislatura, ovvero l’unico metodo possibile è la condivisione preventiva”.  Alessandro Rossi, Gruppo misto, anticipa la sua posizione rispetto l’Assestamento. “Con la Variazione di Bilancio abbiamo negato completamente ruolo e dignità ai consiglieri, mettendo articoli che sono stati votati senza sapere che cosa comportano”. Alessandro Bevitori, Libera, invita a rimettersi al lavoro “per proseguire come ci eravamo messi d’accordo- esorta- non diamo forza a prove muscolari, stiamo tranquilli e andiamo avanti per adesso e soprattutto per il futuro”.  Gian Matteo Zeppa, Rete, torna invece a rimproverare i consiglieri Mussoni e Mancini per il loro “fallo da frustrazione”. E ancora; “Nel cul-de-sac vi siete messi voi”, rimprovera la maggioranza, ricordando come  l’opposizione sia arrivata al tavolo dopo che gli articoli 10 e 11 erano stati sì approvati ma “con meno di 30 voti”. Quindi “siete stati costretti a cercare le quadra per chiudere l’Assestamento- manda a dire- e rinnegare la stessa essenza dell’emendamento sostenuto”. Per Sara Conti, Rf, non è stato inutile l’ostruzionismo dell’opposizione: “Fin dall’inizio- spiega- avevamo espresso preoccupazioni per le residenze fiscali non domiciliate, ne abbiamo spiegati i motivi e abbiamo portato la battaglia per disinnescare questi articoli”.
Gian Carlo Venturini, Pdcs, tira le fila del discorso: “La politica per sua natura è mediazione e in questo contesto non c’è un vinto o un vincitore, si è trovata una intesa che deve cercare di salvaguardare la dignità di maggioranza, opposizione e del Segretario che non è assolutamente commissariato”. Quindi, “Si è fatto qualcosa di responsabile e oggi è inutile e superfluo continuare a versar fiumi di parole- conclude- e trovare aspetti di strumentalizzazione”. Gerardo Giovagnoli, Psd-Npr evidenzia le contraddizioni del dibattito: “Dopo aver siglato un accordo condiviso su questo emendamento cruciale, si è tornati a fare accuse molto pesanti alla maggioranza, una delle quali è di non sapere che progetto abbiamo”. Piuttosto, “chiederei la stessa cosa all’opposizione- chiosa- molto più divisa della maggioranza”, Diversamente, “l’Accordo di Associazione e l’ingresso del mercato unico è l’unico tema su cui i pare si possano abbassare i toni e lavorare insieme- osserva- su questo non si scherza”.  Chiude le fila Grazia Zafferani, Gruppo misto: “L’opposizione rimarca la sua contrarietà agli articoli 10 e11 perché la posta in gioco era il ritorno alla legalizzazione dell’evasione. Di qui, il nostro opporci il più possibile al ritorno al passato”.

Infine l’emendamento condiviso e l’articolo 28 sono approvati.

Si arriva poi alle dichiarazioni di Voto sull’Assestamento di Bilancio, prolungando i tempi di chiusura della seduta della mattina, dichiarazioni che rimarcano la divisione netta tra maggioranza e opposizione. Il voto finale consente la chiusura del comma e l’approvazione dell’Assestamento con 29 voti a favore e 19 contrari.  L’ordine del giorno di Rete inserito nel comma  sarà discusso e votato al comma 14. I lavori consiliari riprenderanno nel pomeriggio.

 

Di seguito un estratto delle Dichiarazioni di voto sull’Assestamento di Bilancio.

 

Comma 5. Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2023 e modifiche alla Legge 23 dicembre 2022 n.171” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze) (II lettura) / approvato con 29 voti a favore e 19 contrari

Dichiarazioni di voto:

Giovanni Maria Zonzini, Rete
Matteo Rossi, Npr
Nicola Renzi, Rf
Alessandro Rossi, Gruppo misto
Francesco Mussoni, Pdcs
Mirco Dolcini, Dml
Matteo Ciacci, Libera

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