San Marino. Legge aborto, il dibattito preliminare in Consiglio termina con forti accuse reciproche

San Marino. Legge aborto, il dibattito preliminare in Consiglio termina con forti accuse reciproche

Si conclude solo a fine mattinata il dibattito consiliare sul Progetto di legge sull’Interruzione volontaria di gravidanza, dopo l’avvio di ieri pomeriggio e il proseguimento in seduta notturna.

Negli interventi finali e nelle repliche continuano le accuse sulla strumentalizzazione politica del pdl e le accuse reciproche di voler dare o meno seguito all’esito referendario del settembre scorso e così alla volontà popolare. La seduta si interrompe dopo mezzogiorno per consentire il confronto dei capigruppo in Ufficio di presidenza, prima dell’inizio dell’esame dell’articolato, posticipato alle 17.00 rispetto alle preventivate 15.00.

Per Giacomo Simonicini, Npr, “la relazione di minoranza è stata provocatoria, in cui si è fatto un attacco forte a tutti i partiti dell’Aula, ricercando quasi chi sia il più bello e il più bravo nella stessa legge”.

Per Eva Guidi, Libera, “noi ci ritroviamo pienamente nella relazione di Zanotti perché racconta le difficoltà del percorso nella legiferazione di questo importante progetto di legge. Tutti dicono qui che non è il caso di mettere bandierine ideologiche. Colleghi, qui la bandiera l’ha messa la nostra cittadinanza, ci chiedono di procedere, dobbiamo farla questa legge”.

Dal Pdcs, Manuel Ciavatta, sottolinea che “è falso che la Dc che volesse proporre l’aborto solo in Italia, come detto da Zanotti. Si proponeva solo l’Ivg nell’ospedale pubblico a San Marino”. E ancora: “Sui consultori, nell’emendamento approvato in commissione, si è messo che chi è dentro non deve essere medico obiettori. Dove sarebbe quindi la la volontà che non si proceda con l’Igv? Quanto meno riteniamo che debba essere un passaggio obbligatorio per avere un dialogo con la donna che viene a chiedere una prestazione pubblica allo Stato”.

Dura la collega di partito Aida Maria Adele Selva: “Si continua a dire che c’è ipocrisia, ma non c’è ipocrisia perché annullare una vita è sbagliato. Il diritto alla vita prevale su tutte le altre libertà, non è che li mandiamo ad abortire in Italia, non si dovrebbe. C’è una libertà di pensiero e c’è anche una volontà popolare che non è d’accordo e dal mio punto di vita è un’azione ingiusta eliminare un altro essere umano, quindi ognuno voterà quello che si sente di votare”.

Per Giovanni Maria Zonzini, Rete, “noi qui rappresentiamo chi ci ha eletto e quando dobbiamo portare le volontà espressa da un referendum abbiamo un mandato imperativo, non libero, abbiamo un dovere”.

Di altro avviso il capogruppo Dc Francesco Mussoni, secondo cui “il parlamentare non ha delega, ma un mandato senza rappresentanza, il pensiero politico del parlamentare ha valore rispetto al tema. Tecnicamente non è vero che si fa quello che dice il referendum”.

 

Leggi il report integrale.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy