COMUNICATO STAMPA
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, 11- 27 SETTEMBRE
MERCOLEDI’ 13 SETTEMBRE – Seduta della Mattina
A conclusione della seduta consiliare della mattina si arriva finalmente al capolinea del lungo iter che ha portato all’esame dell’Assestamento di Bilancio e finalmente alla sua approvazione: sono stati 29 i voti a favore e 19 i contrari
Proprio in dirittura d’arrivo non sono mancati momenti in cui si è riacceso lo scontro tra le parti: in particolare all’Emendamento condiviso dell’art. 28 “Entrata in vigore” : si tratta del secondo emendamento frutto della mediazione intercorsa tra maggioranza e opposizione per accelerare i lavori consiliari e per sbloccare lo stallo sulle residenze fiscali non domiciliate. In particolare , l’articolo 28 posticipa gli effetti e l’entrata in vigore degli articoli sulle residenze- il 10 e l’11- dal 1° gennaio 2024. L’emendamento concordato è stato approvato quasi all’unanimità (39 voti a favore e 1 contrario) ma solo dopo un acceso dibattito che, da parte di alcuni consiglieri, ha rimesso in discussione l’esito della mediazione.
Il primo ad intervenire, Nicola Renzi, Rf, si è limitato a spiegare i motivi che hanno portato l’opposizione ad aderire alle proposte di mediazione: “Oltre a ribadire la nostra contrarietà totale a questo sistema delle residenze- chiarisce- la nostra preoccupazione era che, in questo momento esse potessero interferire al percorso di associazione europea”. Al termine della mediazione quindi “è venuto fuori un meccanismo un po’ bizantino: gli articoli 10-11 entreranno in vigore il 1°gennaio prossimo, ma le domande per le residenze fiscali non domiciliate non potranno essere presentate prima del 31 di marzo”. In questo modo, “possiamo dire che siamo riusciti posticipare l’operatività del meccanismo ad aprile dell’anno prossimo- conclude- quando potremo valutare se l’accordo di associazione sarà stato siglato oppure no”. Anche Matteo Ciacci, Libera, motiva l’intesa da parte della minoranza: “Nostra volontà è stata quella di prendere i tempi necessari per giungere all’accordo di associazione- ribadisce- e la sintesi che si è trovata garantisce che questo strumento non sia utilizzato solo ad uso politico, strumentale e- passatemi il termine clientelare- della maggiorana di governo”. Alla fine “un compromesso è compromesso, è dignitoso- sottolinea- e ha consentito di snellire lavori e ad arrivare a sintesi anche più importanti delle residenze che nella sostanza non saranno immediatamente applicate”. Quindi è la volta di Emanuele Santi, Rete, che, nel chiarire i termini dell’intesa, si spinge a dare valutazioni politiche su governo e maggioranza: “L’articolo- spiega infatti- è una mediazione che di fatto commissaria il Segretario Gatti dalla sua stessa maggioranza, in cui in tanti non volevano le residenze fiscali non domiciliate”. E con la mediazione raggiunta in definitiva, “si è manifestata la debolezza di un governo finito- incalza- e che di fatto il segretario di Stato Gatti è commissariato”. Si prepara così il terreno all’intervento-replica del capogruppo del Pdcs, Francesco Mussoni: “Non c’è stato alcun commissariamento, ma c’è stata un’opposizione che si è infilata in un cul-de-sac- manda a dire- ha usato il Paese su una norma che, tutto sommato, ha una portata limitata perché, quando si dice che viene applicata in una struttura 5 stelle, significa che la sua applicazione sarò prolungata nel tempo e non servivano norme transitorie”. Il differimento dell’entrata in vigore quindi serviva piuttosto“alle forze di opposizione- sottolinea il democristiano- per trovare una via di giustificazione a una mediazione sostenibile anche per la vostra posizione politica”. Infatti, “il problema- incalza- è che siccome hanno usato come cassa di risonanza il Paese, la pancia, le forze sociali, magari anche esasperando queste norme che hanno un senso tecnico- prosegue Mussoni- allora ci doveva essere anche una via di uscita politica per le stesse opposizioni che avevano grossa difficoltà nel tenere così in scacco il paese per lunghi mesi”. A rincarare la dose, Alessandro Mancini, Ar-Npr: “Ci ritroviamo l’ennesimo tentativo delle forze di opposizione di giustificare una battaglia persa” punta il dito. “E allora adesso cominciamo anche a dire chi ha vinto e chi ha perso- prosegue- E’ stata fatta una maratona difficile e complicata, si è fatto muro contro muro, si è poi arrivati a risultati positivi per il Paese e poi si tenta di mistificare la realtà- stigmatizza Mancini- su un articolo dell’entrata in vigore della legge e si riavvolge il nastro per dire che sono commissariati governo e Segretario”. Giuseppe Maria Morganti, Libera, bolla quindi gli interventi di Mussoni e Mancini come “inqualificabili” perché “rinnegano un accordo politico”. Torna a bocciare gli articoli sulle residenze fiscali non domiciliate, in particolare, “la volontà dell’articolo 11 è precisa- sostiene- portare qua degli elusori fiscali che devono nascondere i propri redditi rispetto al fisco di altri paesi”. In questo articolo, spiega, si rileva lo scontro di due visioni del Paese: quella di “una Dc che ha una visione di ritorno al passato” e poi l’altra visione, dell’opposizione, che “difende il percorso intrapreso dal Paese dal 2008 in avanti”. E per questo si è fatta opposizione e “la si farà fino in fondo”.
Di qui l’invito invece alla coerenza rivolto allo stesso Morganti da Maria Luisa Berti, Ar-Npr. “Se la sua visione è di una economia di un certo tipo e teme delle strumentalizzazione e dei rischi, rispetto l’introduzione di una misura di questo tipo- osserva- la coerenza avrebbe dovuto non farlo arrivare all’accordo”. Per cui “le rimostranze di oggi sono fuori luogo, tardive e ingiustificate- manda a dire- La coerenza dovrebbe ispirare i consiglieri e quando si assumono posizioni bisognerebbe portarle avanti fino in fondo”.
Pasquale Valentini, Pdcs, riconosce come la divisione tra due concezioni di economia tra le forze politiche abbiano attraversati tutti i governi. E lancia un monito all’Aula: “Oggi il problema è chi ha vinto questa battaglia- manda a dire- ma non ha vinto nessuno perché c’è un problema che stiamo eludendo tutti, che è quello della sostenibilità economica del Paese di fronte ai passaggi come quello Ue”.
“La verità è che c’è stata mediazione per evitare stallo nei lavori consiliari, dovuti a un regolamento consiliare che deve essere più efficace nella speditezza- spiega quindi Mirco Dolcini, Dml– e che la mediazione è stata fatta nell’interesse del paese”. Iro Belluzzi, Libera, concorda con Valentini: “Non c’è vincitore, né vinto in Aula- ribadisce- si è riusciti a uscire da secche in cui ci trovavamo, al di là di una maggioranza su cui c’è il dubbio persino che non sia legittima”. Mentre, “l’Unico progetto possibile messo i n campo è quello dell’Europa.
Daniela Giannoni, Rete, guarda in avanti: “Questa esperienza sottolinea che, se vuole, la politica sa mettersi attorno a un tavolo e trovare una mediazione e che, alle porte della prossima Finanziaria- l’ultima prima delle elezioni- forse governo e maggioranza devono essere coscienti che, se fossero inseriti interventi come un ultimo piglia-piglia o un’ultima regalia o principi fortemente divisi per l’Aula, avrà di fronte un’opposizione compatta in grado di ostacolare scelte giudicate scellerate”. Tanto vale quindi “ricercare confronto e accordo prima- conclude- su eventuali argomenti difficili, più che arrivare a una Finanziaria che difficilmente sarà portata a casa nei tempi giusti per il Paese”.
Cerca di stemperare i toni ed esorta tutti a proseguire nei lavori consiliari Alessandro Cardelli, Pdcs: “Nessuna forza politica o coalizione può rivendicare ‘vittorie’- precisa- ma si è giunti a una maturazione politica, c’è stato un confronto politico di diversi mesi, alla fine si è giunti a un compromesso, credo quindi che qualsiasi tipo di polemica ulteriore sia inutile”. “I toni che si sono alzati su questo articolo erano evitabili sia da parte della maggioranza che da parte dell’opposizione- richiama così tutti i consiglieri- Concludiamo l’Ordine del giorno sulla base degli accordi presi in modo responsabile”. Anche Matteo Rossi, Psd-Npr respinge il gioco delle bandierine: “Non vedo necessità da nessuna parte di dover rivendicare in questo articolo la vittoria di qualcuno- evidenzia- l’opposizione ha fatto il suo dovere e da membro di maggioranza posso dire che la mediazione sull’entrata in vigore era già implicita, perché un albergo 5 stelle non si crea in pochi giorni, ben venga però la mediazione e l’opposizione deve spendere questa battaglia, ma capisco tutto. La vera politica di sviluppo sarà l’accordo di Associazione Ue”.
Elena Tonnini, Rete, plaude l’intervento del consigliere Pdcs Cardelli, promuovendolo a ’capogruppo’, perché “ha sottolineato l’importante mediazione e responsabilità rispetto ai lavori consiliari”, cosa che “non ho riscontrato nell’intervento del vero capogruppo Dc- stigmatizza- nel momento in cui ha sostenuto che l’opposizione ha fatto strumentalizzazione sul nulla”. Di conseguenza, “il governo ha portato due articoli che non valgono nulla- deduce- gli unici articoli sulla politica di sviluppo del governo, quindi il nulla”. “Non mi sarei mai aspettato- fa sapere Guerrino Zanotti, Libera- che, a fine dibattito di una legge che ha occupato i lavori di quest’Aula e tenuto fermo il Paese da tre mesi, ci fosse la volontà della maggioranza di infierire su quelli che sono invece stati atti di responsabilità dell’opposizione”. “Noi difenderemo la mediazione- assicura Andrea Zafferani, Rf– di certo non condividiamo le residenze, è solo una limitazione dei danni”. Di qui l’auspicio che “la maggioranza abbia imparato qualcosa da questa situazione in vista della prossima Finanziaria”, o se, al contrario, “ci dovremo aspettare qualche altro intervento improvvisato o dannoso su cui far ripartire una polemica da tre sessioni”. Sulla stessa linea Luca Boschi, Libera: “Abbiamo tutti perso tre mesi, ma spero siano stati utili alla maggioranza per capire quale sia il metodo da portare avanti da qui a fine legislatura, ovvero l’unico metodo possibile è la condivisione preventiva”. Alessandro Rossi, Gruppo misto, anticipa la sua posizione rispetto l’Assestamento. “Con la Variazione di Bilancio abbiamo negato completamente ruolo e dignità ai consiglieri, mettendo articoli che sono stati votati senza sapere che cosa comportano”. Alessandro Bevitori, Libera, invita a rimettersi al lavoro “per proseguire come ci eravamo messi d’accordo- esorta- non diamo forza a prove muscolari, stiamo tranquilli e andiamo avanti per adesso e soprattutto per il futuro”. Gian Matteo Zeppa, Rete, torna invece a rimproverare i consiglieri Mussoni e Mancini per il loro “fallo da frustrazione”. E ancora; “Nel cul-de-sac vi siete messi voi”, rimprovera la maggioranza, ricordando come l’opposizione sia arrivata al tavolo dopo che gli articoli 10 e 11 erano stati sì approvati ma “con meno di 30 voti”. Quindi “siete stati costretti a cercare le quadra per chiudere l’Assestamento- manda a dire- e rinnegare la stessa essenza dell’emendamento sostenuto”. Per Sara Conti, Rf, non è stato inutile l’ostruzionismo dell’opposizione: “Fin dall’inizio- spiega- avevamo espresso preoccupazioni per le residenze fiscali non domiciliate, ne abbiamo spiegati i motivi e abbiamo portato la battaglia per disinnescare questi articoli”.
Gian Carlo Venturini, Pdcs, tira le fila del discorso: “La politica per sua natura è mediazione e in questo contesto non c’è un vinto o un vincitore, si è trovata una intesa che deve cercare di salvaguardare la dignità di maggioranza, opposizione e del Segretario che non è assolutamente commissariato”. Quindi, “Si è fatto qualcosa di responsabile e oggi è inutile e superfluo continuare a versar fiumi di parole- conclude- e trovare aspetti di strumentalizzazione”. Gerardo Giovagnoli, Psd-Npr evidenzia le contraddizioni del dibattito: “Dopo aver siglato un accordo condiviso su questo emendamento cruciale, si è tornati a fare accuse molto pesanti alla maggioranza, una delle quali è di non sapere che progetto abbiamo”. Piuttosto, “chiederei la stessa cosa all’opposizione- chiosa- molto più divisa della maggioranza”, Diversamente, “l’Accordo di Associazione e l’ingresso del mercato unico è l’unico tema su cui i pare si possano abbassare i toni e lavorare insieme- osserva- su questo non si scherza”. Chiude le fila Grazia Zafferani, Gruppo misto: “L’opposizione rimarca la sua contrarietà agli articoli 10 e11 perché la posta in gioco era il ritorno alla legalizzazione dell’evasione. Di qui, il nostro opporci il più possibile al ritorno al passato”.
Infine l’emendamento condiviso e l’articolo 28 sono approvati.
Si arriva poi alle dichiarazioni di Voto sull’Assestamento di Bilancio, prolungando i tempi di chiusura della seduta della mattina, dichiarazioni che rimarcano la divisione netta tra maggioranza e opposizione. Il voto finale consente la chiusura del comma e l’approvazione dell’Assestamento con 29 voti a favore e 19 contrari. L’ordine del giorno di Rete inserito nel comma sarà discusso e votato al comma 14. I lavori consiliari riprenderanno nel pomeriggio.
Di seguito un estratto delle Dichiarazioni di voto sull’Assestamento di Bilancio.
Comma 5. Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2023 e modifiche alla Legge 23 dicembre 2022 n.171” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze) (II lettura) / approvato con 29 voti a favore e 19 contrari
Dichiarazioni di voto:
Giovanni Maria Zonzini, Rete
Anticipo che il nostro voto sarà contrario a questo Assestamento, non credo sia una sorpresa. In questo Assestamento non ci sono grandi novità, viene assestato un bilancio che perpetua la condizione di grave dissesto delle nostre finanze pubbliche, le spese superano di 60 mln di euro le entrate, secondo la previsione assestata dal Sds Gatti, anche se poi non conta i 70 mln di spese… In questo Assestamento un intervento politicamente qualificante è stato il taglio delle imposte per i detentori di Trust fuori territorio, uno sconto fiscale a chi detiene nei trust enormi patrimoni, un regalo a una ristretta popolazione molto abbiente, con risparmi nell’ordine dei milioni di euro, per capirci. Prima avevano uno sconto fiscale del 20% sulle imposte pagate in Italia ora passa all’80%. Oltre dei milionari locali, ci preoccupiamo di dare la possibilità di eludere il fisco a milionari stranieri che possono venire qua, con le Residenze fiscali non domiciliate. Prima il capogruppo Dc ci ha detto che sono inutili, nella migliore ipotesi. Se l’idea che muove il governo è tagliare le tasse ai più ricchi del Paese e rendere il nostro Paese disponibile all’elusione fiscale, è comprensibile come l’opposizione abbia avviato una battaglia importante contro questo approccio, e noi lo confermiamo, in particolare sulle Residenze non domiciliate del Des. Avevamo espresso contrarietà già quando eravamo in maggioranza, tanto che il Des si era arenato. Su questi articoli si è posta di fatto la fiducia al governo, si è chiesta una prova di amore ai propri satelliti, per questo anche nel comunicato dell’opposizione si dice che si è trattato con la Dc, unico interlocutore rimasto, gli altri della maggioranza restano variabili quali nulle per le trattative.
Eppure qualcuno dice che ci sono tante opposizione e che la maggioranza è compatta, ma la maggioranza perde voti su interventi importanti, come sulle residenze, e questo non può essere tralasciato. Il Segretario ha avuto una sfiducia di fatto anche dal suo partito che ha ricercato emendamenti concordati per spingere in avanti i provvedimenti contestati e per superare lo stallo nei lavori consiliari. Non credo si possa dire, dopo questa esperienza, che si deve intervenire nel regolamento consiliare per tagliare gli interventi, a quel punto non è più un parlamento, ma il Gran Consiglio dei Fasci. L’esito di tutto è invece che la maggioranza, non tanto per i numeri, ma per la propria composizione politica, non è più in grado di portare avanti ciò che vuole senza un confronto con l’opposizione.
La maggioranza non si è smentita nella bocciatura di tutti i nostri emendamenti, a partire dal recupero dei crediti previdenziali. Ha poi deciso di bocciare la nostra proposta di traffico di influenze, disposizione già approvata sotto forma di delega nel 2022 e in un Odg, ma con l’uscita di Rete dal governo questa proposta non esiste più. Non si è voluto poi intervenire per una tassazione puntuale della settore della telefonia, l’unico intervento è l’aumento degli assegni familiari ma ‘previa copertura finanziaria’. Ribadisco tutta la nostra contrarietà.
Matteo Rossi, Npr
Il mio gruppo sosterrà la legge. Il consigliere Zonzini si è dimenticato forse di essere stato al governo negli ultimi 3 anni e mezzo, sottolineando l’incapacità di intervento dei gruppi di maggioranza. E si è dimenticato quindi la loro capacità di incidere che ha portato evidentemente così pochi risultati…
L’Assestamento, alla luce di come si sono svolti i lavori, è stato un ottimo esercizio politico, senza esercizio di mediazione e senza confronti non si sarebbe arrivati fin qui, Sia la maggioranza che l’opposizione possono dire di essere usciti dignitosamente da questo assestamento, mi riferisco ad alcune cose votate che vanno incontro alle politiche sociali- aumento a 170 mila di quota interessi nei mutui prima casa, assegni familiari, si è istituita la possibilità di strutturare asili aziendali- tutti passi in avanti. Credo si sia fatto un buon risultato. Non ritorno sul dibattito ampiamente sviluppato sulle residenze, credo anche lì sia fatto qualcosa che non porterà pregiudizi o guai alla Repubblica, la mediazione trovata ha fatto sì che si arrivasse alla conclusione dell’Assestamento con risultati sia per la maggioranza, sia per l’opposizione .Da Npr esprimo una sostanziale soddisfazione credo che l’esercizio politico di mediazione abbia fatto sì che, dove ci siano state posizioni di titubanza, si sia portato a un convincimento forte. I risultati li vedremo più avanti. Sostegno positivo a questa legge quindi da parte di Npr.
Nicola Renzi, Rf
Siamo alla fine di una super maratona di tre mesi di Consiglio. Stabilire chi ha vinto e perso è infantile, il tema è invece la sostenibilità degli interventi. Avremo a breve la visita Articolo 4 del Fmi e questo governo si presenta al Fondo monetario, per l’ennesima volta, senza riforme. E questa è la realtà di questa legislatura, senza uno straccio di riforma. A quella delle pensioni si dovrà rimettere mano a breve, quella del lavoro è rinviata a decreti che non ci sono e le altre non esistono. Non c’è un progetto di sviluppo-paese, salvo che lo sia il Des. C’è la solita visione del nascondere la polvere sotto il tappeto, fino a che qualcuno dirà che lì sotto non c’è solo polvere, ma molto di più. In Aula ancora ci chiediamo se i 70 mln di euro in conto capitale sono deficit oppure no. E’ così che una politica seria può affrontare il momento più difficile per il Paese? L’economia dell’Eurozona sta peggiorando, lo vogliamo tenere presente? Sul Des abbiamo fatto la nostra battaglia. Poi abbiamo fatto proposte e in Aula e, a seconda dello stato de dialogo, qualcuna è stata approvata, le altre no. Sul Cot, siamo stati cassati, idem sull’amministratore di società e solidarietà familiare. Sugli assegni familiari siamo riusciti ad avere un 10%, minimale, ma c’è. E anche qualche apertura sulla Smac, ben poca cosa, che ci porterà a dare voto contrario alla Variazione al bilancio, l’ennesima occasione persa.
Alessandro Rossi, Gruppo misto
Sul piano del metodo: 10 anni fa le Variazione di bilancio duravano al massimo mezza giornata. Non è nient’altro infatti che una correzione alla previsione di bilancio fatta l’anno prima, un aggiustamento necessario. Noi invece abbiamo perso 3 mesi e la responsabilità è in capo a chi ha presentato questa Variazione, inserendo due articoli che sono la riproposizione del Des sotto un’altra forma, ciò ha creato uno scontro immaginabile. Il progetto Des non nasce a luglio scorso, ma come minimo due anni fa, ed era già stata persino costituita una società per gestirlo. E nel Des c’erano le residenze fiscali non domiciliate. Ma questa storia non è stata raccontata così dai proponenti. Per loro ‘può essere una idea e può andare’.
Sul piano dei contenuti: al di là questi due articoli, altri articoli ripercorrono una visione involuta della politica. Un articolo con 36 commi e pieno di deleghe- un obbrobrio- un articolo che modifica tre articoli del codice di procedura penale- un obbrobrio- un articolo che alza il compenso per i membri di una Authority- un obbrobrio. Si lede la dignità del ruolo del consigliere. Una Variazione debole poi sui contenuti, con attività spiccioli senza visione.
Sul piano politico: nella maggioranza sono scomparse le altre forze politiche, se non la Dc. Il governo dei 32 doveva essere coeso, capace di produrre risultati, ma è fermo da tre mesi e ha dato la possibilità di creare un fronte comune sulla battaglia dell’opposizione. Tutto questo dovrebbe far riflettere la maggioranza, così come il tema vero, quello della situazione economica del Paese. Quei due articoli possono essere visti come un gesto disperato di fronte a una situazione economica non più sostenibile. Allora ci deve essere la capacità tra maggioranza e opposizione di avere momenti di confronto comune sul fronte che il prossimo anno ci vedrò tutti affrontare difficoltà elevate.
Francesco Mussoni, Pdcs
Questo assestamento è frutto di una maggioranza, nella quale c’era anche Rete. E il bilancio di un Assestamento che portiamo all’Aula registra un’attività politica, istituzionale ed economica del Paese positiva. In questo Assestamento infatti ci sono 652 mln di euro di entrate e 642 mln di euro di uscite, per un avanzo di gestione di 10 mln. di euro. Mentre nel Bilancio di Previsione si stimava un disavanzo di 16 mln di euro, l’azione dell’economia ha portato a un risultato positivo di gestione. Quindi l’Assestamento conferma la capacità politica e di governo nell’aver condotto il Paese fuori da molte secche precedenti, ed è un dato numerico. C’è stato un intervento per semplificare l’esattoria, un intervento per gli agricoltori- che non è cosa da poco-, semplificazioni per il Mille deleghe, che può essere visto come esautorazione del parlamento ma non lo è, perché i decreti vanno in Aula per la ratifica. Non c’è, dal mio punto di vista, in assestamento, un problema di incapacità di governo e maggioranza nei numeri e nella portata economica. E’ stata fatta una scelta di responsabilità verso il Paese, portando un assestamento positivo, portando avanti il negoziato Ue e un’azione intelligente sul bilancio dello Stato. E le sigle di maggioranza si sono assunte la responsabilità di andare avanti. E si è aperto un tema politico che ha avuto la sua esplosione delle Residenze fiscali non domiciliate. Ne abbiamo parlato molto di questi aspetti tecnici che hanno dequalificato un assestamento invece molto positivo.
Vorrei fare un richiamo al consigliere Ciacci. Credo di essere stato uno dei protagonisti dell’apertura del dialogo sulla sintesi trovata tra maggioranza e opposizione e ne sono fiero. Abbiamo fatto un passo in avanti positivo verso il Paese, non ne sarebbe uscita bene né la maggioranza né l’opposizione diversamente. E riconosco l’apertura fatta dal Segretario di Libera. Io sono uno dei protagonisti per il mio partito di un’apertura di dialogo, in particolare con le forze che vogliono attuare un dialogo serio e costruttivo per il Paese. Su questo si giocheranno i prossimi mesi, in cui dovremo smettere di fare dualismi politici, di mettere da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Al centro dovremo mettere la capacità delle persone, dei partiti, del progetto paese che va costruito con il dialogo tra partiti che hanno una visione-paese.
Oggi sono stato un po’ antipatico nell’articolo precedente, ho detto un po’ la verità, che forse avevamo difficoltà sia noi, sia voi, ma non voglio andare giù di livello. Come dicevano Boschi, Bevitori, Cardelli, cerchiamo di guardare avanti sui temi qualificanti in questa legislatura e anche per la prossima. Il tema Ue, di come il paese dovrà cambiare profondamente e delle riforme che dovrà fare, impegnerà il paese per i prossimi anni e dovranno scendere in campo le migliori forze politiche e risorse umane che il paese ha. Sia prima che dopo le elezioni. Con l’Assestamento abbiamo fatto un documento tecnico che certifica un Paese con un attivo di bilancio, ha difficoltà, ma è sano nell’economia, nei dati su occupazione, Pil etc…su questa base possiamo lavorare per creare un percorso di associazione Europea, chiudere il Bilancio dello Stato in ordine e aprire un dialogo politico con le forze politiche responsabili che con noi vogliono governare il paese verso il futuro.
Mirco Dolcini, Dml
Finalmente si conclude, dopo questa lunga maratona, l’Assestamento di bilancio, stava diventando veramente imbarazzante. Quanto meno, in questa sessione non c’è stato il “giochino dell’uccellino cucù”, con l’opposizione che usciva al momento della conta dei consiglieri, per far venire meno il numero legale. Questo giochino, ne diamo atto, è venuto meno. Si è proceduto più velocemente nei lavori consiliari, grazie alla mediazione, che non è di un partito o di un altro, ma come effetto principale è il beneficio che dà al paese per poter normalizzare l’amministrazione contabile, e ci sono stati anche elementi positivi, alcuni avuti grazie alla collaborazione con l’opposizione, faccio riferimento agli assegni familiari, al tetto dei mutui prima casa. E c’è stata l’approvazione degli articoli 10-11, va ribadito che non parliamo più di un Des, ma di residenze fiscali non domiciliate, e sono altra cosa. E’ venuta a meno la società di gestione, quella era il pericolo. Ci sta poi il monitoraggio e la revisione delle residenze, di cui la residenza fiscale non domiciliata è solo un aspetto e non invasivo. Giusto gli appelli a lavorare dell’opposizione e noi lavoriamo, l’Accordo Ue non è l’unico elemento e la road map va vagliata. L’accordo raggiunto con l’assestamento va in questa direzione, per trovare la quadra e permettere di governare. Poi lo sappiamo, il ruolo dell’opposizione è quello di far cadere il governo.
Matteo Ciacci, Libera
La discussione dell’ultimo articolo ha generato tutto lo scontro conclusivo, io ero intervenuto poco prima del capogruppo Mussoni, dicendo che rivendicavo, non tanto il ruolo solo di Libera, ma di tutta l’opposizione, nell’aver ricercato una mediazione- che non ci lascia soddisfatti al 100% ma è assolutamente dignitosa- che ci ha permesso di ridimensionare le residenze e ottenere risultati in termini di emendamenti e proposte da domani applicabili: mutuo prima casa, assegni familiari etc.
E’ iniziata oramai in modo conclamato la campagna elettorale e la prospettiva di ogni singola forza politica si baserà sulle cose da fare, non sui giochini o sulle dichiarazioni roboanti fatte in Aula. La politica deve dimostrare un salto di qualità. Questa legislatura è ormai conclusa. Anche questo assestamento ha dimostrato la pochezza della spinta propulsiva della maggioranza, l’opposizione invece ha trovato una compattezza che ha consentito di far rivedete l’agenda della maggioranza stessa. Dobbiamo prendere il buono di quanto fatto oggi, cioè il metodo. Pensate davvero di usare l’arroganza dei numeri che non avete più, per governare da qui a fine legislatura? L’atteggiamento deve essere un altro ed è quello dimostrato negli ultimi giorni: al 90° si è dimostrato nella sintesi.
Mussoni parlava di un avanzo primario di 10 mln di euro, ma è uno spot elettorale: l’avanzo primario c’è sempre stato in passato, con l’aggravante che quest’anno è influenzato dall’inflazione, dalle entrate della Monofase che sono aumentate perché i prezzi sono aumentati. Cerchiamo nella prossima Finanziaria di impostare un modello di bilancio diverso, rispetto al ‘contentino’. Facciamo scelte strategiche e può essere l’Accordo Ue, su cui Libera darà il suo contributo, come tutta l’Aula, e lo abbiamo dimostrato nella Commissione congiunta.
L’atteggiamento conclusivo della maggioranza è stato di rimessa, ma allo stesso modo di sintesi, e va riconosciuto, è innegabile ci sia stata. La Dc ha trainato la mediazione, una riflessione anche nella maggioranza dovrebbe esserci proprio sulla prospettiva. Come Libera riteniamo sia necessaria un’impronta più di cambiamento e progressista, noi pensiamo la strada debba essere quella di rivedere il bilancio pubblico e trovare un nuovo collocamento internazionale, una nuova strada di sviluppo Paese, in sinergia con la Repubblica italiana, per riallacciare un dialogo ancora troppo scarso. L’auspicio è che siamo impegnati insieme a cristallizzare il metodo migliore, per impostare un nuovo bilancio e una nuova prospettiva politica.