Resoconto Consiglio Grande e Generale, 1° dicembre 2021 pomeriggio

Resoconto Consiglio Grande e Generale, 1° dicembre 2021 pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 30 NOVEMBRE- 13 DICEMBRE

– MERCOLEDÌ 1° DICEMBRE –  Seduta del pomeriggio

 

            Nel pomeriggio prosegue il dibattito sulla riforma della giustizia: l’opposizione rimarca le accuse per una mancanza di volontà di confronto da parte del Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini sul testo e sulle proposte di emendamento e ribadisce le richieste di rinvio dell’esame dell’articolato. Alessandro Cardelli, Pdcs, esprime dubbi sul fatto che tali richieste non siano invece un pretesto: “Questo è un pdl che porterà sicuramente benefici per la giustizia sammarinese- sottolinea- Dovremmo vedere piuttosto collaborazione da parte dell’opposizione”. Ma anche dalla maggioranza c’è chi invece prova a tendere la mano: Pasquale Valentini, Pdcs, evidenzia infatti la necessità di arrivare all’esame del Greco uniti. “Sono arrivate a Strasburgo molte denunce da parte di San Marino su questo tema- ricorda- e gli organismi internazionali sono allertati da tutti noi”. Di qui la raccomandazione: “Se tra la fine di questo dibattito e l’inizio dell’esame dell’articolato ci fosse disponibilità reciproca a vedere gli emendamenti e a vedere di superare in positivo questa vicenda- manda a dire- faremo il bene di tutti veramente”E anche Iro Belluzzi, Npr, ammette di sentirsi un po’ come Don Chisciotte: “Se non c’è volonta di giungere a una maggioranza ampia, malgrado si abbia il compito trovare mediazioni, richieste anche dalla stessa maggioranza, si ha voglia di fermarsi”. Alla fine del dibattito, Vladimiro Selva di Libera anticipa la presentazione di una mozione “per richiedere al Consiglio grande e generale  il non passaggio al voto di questa legge”.  Non perché non si reputi il provvedimento importante, motiva, ma “perché delle modifiche a nostro avviso sono essenziali  e ci vuole tempo per mettersi a un tavolo”. L’opposizione chiede dunque  di rimettere al voto la riforma “nella prima seduta utile del Consiglio grande e generale, dopo che ci sia stato qualche altro sforzo per avere un pdl condiviso”. E questa, conclude Selva, è’ “l’ultima offerta che facciamo al Segretario”. Con il suo intervento si concludono i lavori del pomeriggio, il Consiglio riprenderà in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi della prima parte del pomeriggio

 

Comma 4.
a) Progetto di Legge Costituzionale “La Magistratura. Ordinamento Giudiziario  e Consiglio Giudiziario” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia) (II lettura)

  1. b) Progetto di Legge Qualificata “Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia) (II lettura)

Filippo Tamagnini, Pdcs
La democrazia rappresentativa in questo Stato è talmente ‘corta’ che i nostri elettori sono i nostri vicini di casa, hanno il nostro numero di telefono nella propria rubrica. Ecco cosa significa in termini non negativi e non polemici che la politica è ‘onnipresente’ nel nostro tessuto e non è una caratteristica negativa. Cosa completa questa snellezza? E’ riassumibile in una parola, concordia. I cittadini di San Marino vivono in corcordia, caratteristica immateriale che completa nell’ordinamento le lacune, o meglio le ‘semplicità’, della nostra struttura normativa. Come si traduce la concordia quandosi fa norma? Quando si fa diritto di tribuna a tutti, si fa larga partecipazione e riducendo l’accentramento di potere. Il Consiglio giudiziario, finora chiamato plenario, era così uno spazio istituzionale dove due poteri si incontravano in un terreno ‘comune’, con il compito di condurre insieme alcune procedure relative all’amministrazione della giustizia. Abbiamo poi visto un abuso nelle funzioni di questo organo. Non torno sui fatti che sono storia talmente recente che conosciamo tutti bene.
La riforma: questo Pdl opera una scelta, il Consiglio giudiziario non è più spazio di incontro ma diventa organo di autogoverno della magistratura, anche se con la presenza di una parte non togata. Sulla base di questa scelta sono fatte tutte le altre scelte, i numeri diventano molto bassi e sono amplificate le competenze dell’organo.
Stiamo facendo un buon progetto di legge? Il tempo, credo, dovrà dare il suo giudizio.

Matteo Ciacci, Libera
Credo da parte nostra si siano fatte una serie di proposte, in piccola parte recepite e in larga parte no, e noi abbiamo sottolineato il concetto che questo Pdl non considera le peculiarità di un piccolo Stato come il nostro, legate all’equilibrio dei poteri. Nel nostro ordinamento le figure istituzionali più rilevanti vivono infatti in un sistema di pesi e contrappesi: abbiamo la collegialità del congresso di Stato, senza un ‘premier’; abbiamo l’istituto reggenziale che esercita un potere equilibrato. E proprio perché il nostro ordinamento ha assunto un principio preciso: non può essere introiettato in un organismo specifico troppo potere e per troppo tempo. La definizione del Consiglio giudiziario di oggi, con il ridimensionamento fortissimo della Commissione giustizia, crediamo sia una mancanza non da sottovalutare. Concordo serva un’azione disciplinare per i magistrati più forte di quella che abbiamo oggi, perché se i processi non vanno avanti non è sempre colpa della politica. Ma poi a presdisporre l’istruttoria non può essere un giudice che lavora a fianco a fianco di quello che è sotto accusa, l’indipendenza deve essere salvaguardata. Sulla parte togata abbiamo già praticamente i nomi e sulla parte laica io credo che, pur comprendendo l’assunto del Greco di eliminare la politica da Consiglio giudiziario, è vero che ci tiriamo via i politici ma ci mettiamo poi gli avvocati. E perché non abbiamo introdotto tutte le norme legate al codice etico dei parlamentari e dei giudici? Concordo che la politica non debba esserci più nel Consiglio giudiziario, ma è anche ora di dire basta ai politici che fanno le passerelle del tribunale e che vanno negli uffici dei giudici a prendere gli ordini. Su questo invito in modo costruttivo il Segretario Ugolini a lavorare e che recepisca l’indicazione che Libera aveva introdotto in un Odg.  Se vogliamo fare uno scatto in avanti bisogna intanto modificare la parte laica con il conflitto di interesse degli avvocati e con buon senso si può trovare un punto di incontro, ma impegniamoci tutti ad evitare le passerelle in tribunale.

Pasquale Valentini, Pdcs
E’ difficile intervenire in questo comma perché il terreno che ho sentito dalle prime battute è molto viscido e scivoloso. Ognuno parla con un retropensiero. Io vorrei parlare stando il più possibile al problema. Dobbiamo guardare la posta in gioco del provvedimento e riconoscere che ha elementi indispensabili e importanti rispetto la situazione che si è creata nella giustizia. Però il compito che abbiamo è difficilissimo, il problema è che dobbiamo fare qualcosa che non sarà comunque in grado di rispettare le raccomandazioni del Greco, perché abbiamo un tribunale unico pe erché dovremo mettere in consiglio giudiziario coloro che, a loro volta, dovranno giudicare loro stessi. E non abbiamo personalità per la parte non togata che possano garantire una rappresentanza che non saremo in grado di garantire, se vogliamo mantenere un numero contenuto di membri all’interno del Consiglio giudiziario. E soprattutto, come ha sottolineato Tamagnini, c’è il problema del dialogo tra il potere del Consiglio giudiziario e gli altri poteri: penso al Consiglio grande e generale che è la fonte di tutte le altre funzioni. Fin dall’inizio avevo chiesto in maggioranza che si prestasse grande attenzioni ai modi e tempi con cui si doveva arrivare a questa riforma, perché se l’esame del Greco ci vedrà divisi- e come prennunciato ci saranno esposti perché non si condivide la riforma- il Greco non potrà che sottolineare il fatto che ci sono aspetti non recepiti. Ma l’unica forza che possiamo avere di fronte a questi organismi e riuscire a giustificare come in un territorio abbiano magari un ridotto numero di organismi, ma tutte le funzioni sono comunque riconosciute. Insomma, noi possiamo presentarci agli organismi internazionali dicendo ‘ da noi funziona’, ma se siamo i primi a dire che non siamo d’accordo e non funziona, questo è il primo vulnus che possiamo presentare all’esterno. In questo momento, in maniera drastica, dobbiamo rinunciare che la politica intervenga sul Consiglio giudiziario perché se un organismo internazionale ci giudica non conformi su questo, creerebe alone pericoloso sul nostro sistema. Forse potevamo lavorare in un’altra maniera, ma quando abbiamo combinato guai anche in altri campi- penso a quando diciamo che da noi le regole di antiriciclaggio sono anche superiori a quelle di altri paesi- una volta che ‘ci hanno preso con le mani nella marmellata’, dobbiamo fare più di altri per meritare credito. Sono arrivate a Strasburgo molte denunce da parte di San Marino su questo tema e gli organismi internazionali sono allertati da tutti noi. Vorrei raccomandare- so che dico una eresia- che se tra la fine di questo dibattito e l’inizio dell’esame dell’articolato ci fosse disponibilità reciproca a vedere gli emendamenti e a vedere di superare in positivo questa vicenda, faremo il bene di tutti veramente.

Marica Montemaggi, Libera
La riforma di oggi non è una delle riforme che si può  ripendere in mano tra un paio di anni, o nella prossima legislatura. Sono quelle riforme costituzionali che hanno un impatto così importante che è difficile andarle a riprendere. Mi chiedo, consiglieri di maggioranza, siete sicuri di avere preso in considerazioni tutto? Siete sicuri che il concetto di ‘politica fuori dal tribunale’, che è condivisibile, sia effettivamente assicurato con questa legge? Siete sicuri che mettere gli avvocati nelle commissioni che delibereranno sui giudici, con cui poi avranno a che fare, non porti a un conflitto di interesse nei loro procedimenti? Perchè prima ho sentito che se la legge funzionerà, ce lo dirà solo il tempo, ma io credo sia un grosso rischio. Tutto questo discorso doveva essere sviscerato senza accontentarci dei tecnici. Abbiamo visto quanta intossicazione c’è tra un potere e l’altro. In tre mesi siè  arrivati all’approvazione di una riforma che blinderà il potere giudiziario, secondo delle caratteristiche dove ci mettiamo l’ombrello di quello che ci viene chiesto a livello internazionale che poi rinneghiamo però, per ‘praticità’, visto che risponderemo solo a 3 raccomandazioni e mezzo. Libera ha sempre cercato e vorrebbe fare ancora proposte, qualcosina è stato preso, una minima parte, e quindi forse è il caso di fermrsi un altro po’ e ragionare se effettivamente tutto è stato preso in considerazione.

Andrea Zafferani, Rf
Noi come Rf e l’opposizione in generale avevamo su questo progetto due strade: continuare a muoverci nella logica della battaglia tra fazioni che abbiamo avviato da inizio legislatura su questo tema, con il contrasto a certe scelte compiute, oppure avere un approccio costruttivo r provare a dare il nostro contributo. E abbiamo scelto la seconda strada, proponendo in tutti e tre – anzi due-  incontri le nostre proposte concrete sulle criticità esistenti nell’equilibrio tra poteri, sul fatto che questa norma crea un accentramento di poteri senza contrappesi. E normalmente maggioranza e opposizione- malgrado l’attuale maggioranza monster abbia già i 2/3 per approvare una legge costituzionale, si confrontano su questi temi. E la maggioranza consapevolmente è venuta meno a questa logica di confronto- che invece ci dovrebbe essere su queste riforme- accelerando l’iter di una norma che poteva essere elaborato e analizzata con un po’ di pù tempo. Poco tempo fa abbiamo detto, ‘chiudiamoci in conclave dal 2 gennaio a cercare punti di intesa per arrivare a un’intesa’,  ma non c’è stato modo: avanti con l’accelerazione folle per una norma portata in dicembre dopo appena due incontri. Il tema di rinviare questa riforma a gennaio sarà fuori dai radar della maggioranza, resta sul campo la proposta del consigliere Valentini. La vedo difficile e immagino cada nel vuoto anche questa.

Teodoro Lonfernini, Sds per il Lavoro
Ringrazio il collega per aver comunque portato avanti con determinazione, nonostante le polemiche, sicuramente un lavoro fondamentale, che anche come maggioranza e governo abbiamo detto fin da subito essere uno degli elementi imprescindibile di questa legisaltura. Ben venga arrivi in tempi ragionevoli rispetto al suo avvio. Si tratta di un lavoro che è stato sempre ritenuto, non solo dalla politica ma anche dagli addetti ai lavori del tribunale, come fondamentale. Ho provato a mettermi nei panni di chi testimonia un particolare fastidio nel prodotto legislativo, adducendo circostanze singolari (deriva autoritaria, attribuire determinate facoltà al terzo potere dello Stato etc.) e in questo esercizio ho provato a capire se chi ci ha lavorato siano dei pazzi scatenati. Mi sono riletto le relazioni del Sds Ugolini. Si dice che la proposta ‘identifica criteri oggettivi per la selezioni dei magistrati, basate sul merito e con riguardo a titoli, competenze e capacità di base, per decidere sulla base del diritto’. Allora sono dei pazzi? E abbiamo chiamato un soggetto come Canzio senza competenze? Ma stiamo scherzando, colleghi? E’ che per la prima volta dopo anni all’interno del nostro Tribunale un soggetto proveniente dall’esterno ha competenze specifiche nella direzione di uffici giudiziari, quello che riteneva il legislatore da sempre, ma che qualcuno nella precedente legislatura ha voluto modificare. Stiamo parlando di merito e competenze della materia del diritto di operatori che devono applicare competenze nell’esercizio delle funzioni di carattere giudicante. La materia del diritto non si apprende solo leggendo qualche articolo di giornale o solo se si è svolta scuola di giurisprudenza, senza esperienza diretta in un ufficio giudiziario. Chiederei all’Aula di valutare con oggettività se all’interno del lavoro di riforma ci sono circostanze del tutto sconclusionate di cui avere timore, quando dovremo solo avere il coraggio per fare ordine all’interno del terzo potere dello Stato.

Alessandro Cardelli, Pdcs
Questo Pdl nasce per dare risposte a criticità manifestate negli ultimi anni, intorno al tema della giustizia e alle contrapposizioni che sono nate. E in virtù di questo è satto di fatto, l’Odg approvato in larga maggioranza in Consiglio grande e generale il 23 giugno 2020, cui è seguita la delibera del congresso che ha dato mandato al gruppo tecnico da cui nasce il testo presentato oggi. Più che sul merito ho sentito osservazioni sul metodo con cui è stato portato il pdl. Si dice che non è stato discusso in commissione consiliare, ma ricordo bene invece che in  Commissione 1^ c’è stata l’audizione del presidente Canzio che illustrava le direttrici del progetto riformatore e ho preso parte agli incontri degli ultimi mesi cui ha preso parte l’opposizione e credo il confornto sia stato reale e penso che il testo che andrà in discussione in seconda lettura tenga conto di molti di questi aspetti.
Le polemiche sentite oggi non riguardano tanto il merito, si dice che non sono state recepite molte osservazioni, ma non ho capito quali siano. Ho sentito tanti inviti a rinviare l’esame del testo senza però aver dato atto che un dialogo e confronto c’è stato e che sono mesi che si parla di questo pdl. La considerazione da fare è piuttosto di cercare di capire se questo pdl dia risposte e se, una volta approvato, la situazione sia migliore o peggiore. Se è un pdl che dà risposte ai problemi o a parte dei problemi della giustizia. Io sono convinto che la risposta sia ‘sì’. Non sarà un testo di legge perfetto, le novità introdotte sono moltepolici e potranno avere effetti. Morganti ha fatto un intervento critico ma ha sottolinato due aspetti positivi di cui ha dato atto: il fatto che all’interno del Consiglio giudiziaio non sarà presente la politica direttamente, ci sarà una parte laica con competenze specifiche nominata dal Consiglio, e l’altra direttiva è la revisione del sistema sanzionatorio e la sua gradualità. Se si ammette che sono due grandi strumenti necessari, non capisco la contrarietà al testo. Dovremmo vedere collaborazione da parte dell’opposizione, non vorrei invece che le richieste di rinvio siano più che altro pretestuose. Questo è un pdl che porterà sicuramente benefici per la giustizia sammarinese. La fretta di cui parla opposizione è un pretesto.

Adele Tonnini, Rete
Non mi stupisco del dialogo accalorato partito in particolare dall’opposizione che si è vista smontare un progetto di gestione della magistratura creato negli anni che ha avuto il culmine di gravità nel 2018, quando senza legge è stato sollevato un magistrato in quel momento scomodo. Il resto è storia e non dubito che abbia portato a passaggi anche dolorosi per il ripristino del suo equlibrio, raggiunto infine anche grazie all’arrivo di un magistrato dirigente come il presidente Canzio. I numeri dati dalle ultime sessioni del Plenario hanno dimostrato l’efficente lavoro fatto nel settore giustizia, sia in termini di evasione dell’arretrato accomulato, sia in risposta a nuove istanze. Purtroppo mi pare di capire che sempre di più i processi si cerca di farli in quest’Aula . Auspico questa brutta deriva cambi linea. Come politica dobbiamo creare le condizioni per cambiare rotta e credo che con questa riforma lo si voglia fare. Credo questa norma sia un netto cambiamento di direzione che si dà al Paese. Questa è una riforma necessaria e non più procastinabile.

Gian Matteo Zeppa, Rete
Venire qua -e non so chi sia l’informatore ma cambiatelo- e sentire un consigliere che mi chiede se un Segretario non ha voluto convocare la Commissione giustizia… detto da chi il 12 luglio ha creato diverse fratture, con esternazioni senza riscontro di verità, e che adesso viene a fare la morale ad altri… Chi è stato il fautore della distruzione del tribunale, ovvero l’ex Sds Renzi, dice che stiamo applicando una bassa logica provinciale di vassallaggio che è la riproposizione di quanto accaduto nelle varie convocazioni passate della Commissione giustizia e del Plenario, in cui temi riservati e attinenti a quei due organismi, immediatamente due minuti dopo la loro conclusione, andavano su Rtv, o il giorno dopo sulla carta stampata o sui rotocalchi di partito…quella pratica di vassallaggio che qualcuno ha attuato anni fa, la si ripropone a ruoli inversi, accusando di chissà quali trame politiche la maggioranza, dicendo che ci sono dei patti perchè si deve fare la legge, prima della finanziaria, perché c’è la tenuta di governo. Invece questa legge consentirà fortunamente di fare un passo in avanti e un passo indietro da parte della politica. Chi piaccia o no è una legge che dispone nuovi equilibri. Io ricordo quando lei Renzi, da Segretario, puntava con il suo dito tremulo l’ex  presidente della Commissione giustizia che ‘doveva’ essere convocata, e oggi mette in discussione una norma scritta da professionisti, dicendo che non va bene perché è stata scritta da loro, penso che ci si dovrà prendere le proprie responsabilità. Lei non ha voluto sotterrare l’ascia di guerra e credo se ne prenderà le responsabilità. Sul fatto che viene a crearsi una legge nuova può essere cosa buona. Avete presentato una marea di emendamenti, ai tavoli siete stati invitati sempre, poi vi siete negati, ma era lì da presentare gli emendamenti. Il confronto si fa anche fuori dalle commissioni, nelle Segreterie quando si è chiamati dai segretari di Stato. Ma questo è il vostro confronto.

 

San Marino News Agency

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