San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di martedì 27 giugno

San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di martedì 27 giugno

Nel pomeriggio la seduta del Consiglio grande e generale riprende dal comma 3 e dunque dal dibattito sulla nomina dei due nuovi segretari di Stato per gli Affari interni Gian Nicola Berti e per la Sanità Mariella Mularoni.

Sono una trentina i consiglieri che prendono parola a cui si aggiungono le repliche. La prima è Elena Tonnini di Rete, con il Movimento che sarebbe tornato subito alle elezioni e torna a chiedere il ritorno alle urne perché il governo è finito. Questo è l’esecutivo “del ricatto e del baratto”, lanciando l’auspicio che i due nuovi segretari di Stato non cedano a questo metodo. Libera e Repubblica futura tornano più volte sui dubbi di legittimità del nuovo governo chiedendo che vengano fatti gli approfondimenti del caso, dubbi che cerca di dissipare la maggioranza. I due partititi di opposizione insistono anche sulle cose da fare e sulla mancanza in merito di una visione comune nelle forze di maggioranza. Criticando anche la scelta del nuovo segretario di stato per gli Affari interni Gian Nicola Berti. “Questo è il fallimento della maggioranza il 2022 dove essere l’anno delle riforme e non sono state fatte”, afferma Nicola Renzi.

Dal canto loro Democrazia cristiana e alleati ribadiscono la volontà di affrontare i temi dell’associazione con l’Ue , dell’assestamento di bilancio e della Finanziaria. “Ci sono tante cassandre. Clientelismo, maggioranza finita, Paese al caos, stiamo calmi. Siamo un po’ stanchi, da un mese lavoriamo per stabilizzare la maggioranza, ma il governo non è finito”, mette in luce Francesco Mussoni del Pdcs. Il dibattito prosegue anche dopo le 20.

Nel frattempo Libera ha depositato un odg in materia di accordo di associazione con l’Unione europea che chiede al governo di “proporre in sede consiliare un apposito dibattito che, alla luce de dati del negoziato svolto fino a ora, individui con chiarezza le opportunità che l’accordo genererà e gli strumenti che lo Stato intende mettere in campo affinché l’intero Paese possa prepararsi ad affrontarle positivamente”.

 

Di seguito un riassunto degli interventi

Comma 3: Nomina del Segretario di Stato per gli Affari Interni, la Funzione Pubblica, gli Affari Istituzionali e i Rapporti con le Giunte di Castello e del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale, la Previdenza e gli Affari Sociali, gli Affari Politici, le Pari Opportunità e l’Innovazione Tecnologica. Dibattito sull’attuale situazione politica.

Elena Tonnini, Rete: abbiamo lasciato il ruolo per l’impossibilità di portare avanti provvedimenti importanti ritenuti scomodi per alcuni orticelli. Per noi è meglio andare a elezioni immediatamente e dopo questa mattina viene da chiedersi perché nominare due segretari in nostra sostituzione. Sulle politiche il segretario di Stato Fabio Righi ha letto il suo personale programma di governo. Lui le soluzioni le ha per tutto il Paese. È determinante. E fa ostruzionismo alla sa stessa maggioranza. Si può parlare del governo del ricatto e del baratto, ognuno ha il proprio ruolo. C’è chi ricatta spacciandolo per legittima difesa, non si cerca sintesi politica perché con la Dc si ottiene tutto e subito. Sul Des il segretario di Stato Righi aveva detto che era una pagina chiusa invece nell’assestamento ci sono gli articoli sulle residenze fiscali. Ma il problema non è il singolo segretario di Stato ma che la Dc nonostante abbia i numeri per stabilire regole e metodo fa finta di nulla e permette ogni cosa. Questo è potere non politica, nei baratti ci si sguazza per costruire consenso elettorale, e si inizia con questo Consiglio. A noi interessa portare le riforme che servono non i finti vittimismi. Quali sono i provvedimenti determinanti? La visita di Sergio Mattarella, la nuova Reggenza, l’accordo di associazione, l’equilibrio di bilancio? Era avviato il confronto sul rinnovo del contratto del pubblico impiego. L’auspicio è che i nuovi segretari di Stato abbiano il coraggio di portare avanti determinati elementi utili per il Paese e di non cedere a ricatti e baratti.

Alessandro Bevitori, Libera: questo nuovo governo non avrà il sostegno di Libera, c’è un problema di legittimità. La maggioranza deve formarsi con almeno 35 consiglieri e sono 33 o 32, questo deve aprire un ragionamento. Serve un organismo tecnico che avvalli questo passaggio.  Motus liberi aveva paura di essere scaricato dalla maggioranza e sollevò il problema di spaccare la coalizione. Oggi si è cambiata interpretazione. I dossier sul tavolo sono importanti a partire dall’accordo di associazione che non può essere trattato con superficialità perché si deve chiudere. Certi temi vanno approfonditi con grande attenzione e ancora non abbiamo compreso i punti di forza che possiamo esprimere.

Gian Nicola Berti, Noi per la Repubblica: ringrazio i segretari di Stato uscenti per l’attività e spero ci sia ancora collaborazione. Vorrei riprendere il lavoro da dove l’ha lasciato Tonnini. Le leggi elettorali dicono tante cose ma dicono tutto quello che va detto. Il Consiglio grande e generale viene dimesso e si va alle elezioni se 30 consiglieri presentano dimissioni. Le ipotesi di scioglimento sono fissate per legge, così come quando un governo decade. La legge sul Congresso di Stato è chiarissima. Non si può affermare che si deve andare alle elezioni perché Rete è uscita dalla maggioranza. È possibile che la maggioranza non abbia la forza di andare avanti, ma noi accettiamo la sfida di provarci per un periodo breve o anche per arrivare a fine legislatura, se si creerà una collaborazione con la minoranza.

Teodoro Lonfernini, segretario di stato per il Lavoro: Berti ha centrato la logica e la narrazione del dibattito. È inutile continuare a parlare di illegittimità e di illiceità, c’è un percorso legislativo che si sta seguendo. Ogni forma di accusa la rimando al mittente. In politica si dovrebbe parlare di opportunità e inopportunità, siete caduti nella confusione, un errore evidente e banale. Per reagire al ritiro della delegazione di Rete abbiamo prima come Pdcs e poi con gli alleati fatto un ragionamento di opportunità di legislatura. Nel 2019 il 70% del corpo elettorale si è espresso dando fiducia al partito di maggioranza relativa di costruire un patto di legislatura. L’alleanza Pdcs-Rete ha portato effetti e ne poteva portare altri. E si è deciso di andare avanti con il programma del 2019. Il negoziato per l’associazione, la gestione del debito pubblico, la legge di bilancio e la programmazione economica sono i macro principi. E dentro ci sono tante altre circostanze. Questo faremo per i prossimi 12-14 mesi fino alla tornata elettorale, speriamo in un clima di costruzione. Auguro ai nuovi colleghi ogni bene.

Pasquale Valentini, Partito democratico cristiano sammarinese: siamo qui per continuare un percorso per la stabilità economica del Paese e per interventi essenziali come l’associazione europea. Saranno i fatti a giudicare la bontà di queste motivazioni, ma il clima finora è di forte contrapposizione. Dal consigliere Tonnini sono arrivate per esempio parole forti ma anche dal segretario di Stato Federico Pedini Amati, non possiamo perdere treno dell’Ue e serve un clima della politica e del Consiglio grande e generale diverso. L’Europa ci chiede che livello di condivisione c’è sul percorso, è in gioco qualcosa di molto importante, come interpretare i temi della sovranità e dell’indipendenza. Mi associo agli auguri e li faccio in generale a tutto il consesso, se come politica non ci facciamo carico di questi temi non diamo risposte al Paese, c’è un cambiamento che la politica deve fare.

Iro Belluzzi, Libera: la ragione di Stato non può travalicare l’ordinamento. La legge elettorale ha una valenza da cui parte tutta l’attività del Consiglio grande e generale, sono cambiate le specifiche della composizione del Consiglio grande e generale, non decade e si ridà il mandato alla Dc. Al di là dell’associazione, sono partiti i ricatti in funzione della presenza o meno e per permettere il proseguo della maggioranza. Il maestro è il segretario di Stato Righi. Più che opportunità chiamiamolo opportunismo. Mi fermerei prima della nomina per una verifica della maggioranza. Tanti vassalli alla corte del feudatario Dc sono diventati costituzionalisti, non la vedo in questa maniera.

Paolo Rondelli, Rete: è il momento di passare da cosa fa Rete a cosa farete. Entrano due figure di spessore e qualificate, anche se maldestramente proposti. Alla luce di alcuni interventi un gruppo politico ricatta per ottenere qualcosa in maggioranza, mentre in tempi non sospetti si adoperava perché coalizione non si sciogliesse. C’erano macchinazioni di cui Rete non era al corrente. Ci sono voci nella maggioranza e nel governo che si preoccupano di cosa faremo e se ce la faremo. L’unica cosa è contare i voti e vedere se esiste maggioranza. E sperare che poi non si sottometta a ricatti. Dovrei denunciare connivenze mafiose di cui sono a conoscenza? Non ho elementi che le provano ma da cittadino una deregulation di norme in assenza di controlli potrebbero causare infiltrazioni. E la guardia va tenuta alta. Un serio augurio per il bene del Paese, ci vuole responsabilità non giocare a rimpiattino tra maggioranza e opposizione.

Gerardo Giovagnoli, Noi per la Repubblica: la situazione di legittimità non è in dubbio, ma forse un dibattito deve essere messo all’ordine del giorno per fare funzionare meglio l’Aula. Sul rinnovo del Congresso di Stato, il programma di governo non cambia, si prosegue l’attività con due sostituzioni e faccio l’in bocca al lupo a Mularoni e Berti. Non stiamo riscrivendo il programma di governo e per l’Ue, l’obiettivo principale, il tempo termina a fine anno. E gli altri interventi, legati, riguardano il bilancio e il debito pubblico, e lo sviluppo. Libera ha presentato un odg per un dibattito da effettuare sullo stato di avanzamento dell’accordo, io propongo un patto di Stato in cui il governo chiama tutte le forze politiche per superare gli steccati su un tema che sembra unire quasi tutti. Serve un’iniziativa governativa.

Sara Conti, Repubblica futura: abbiamo già espresso che era più giusto andare alle elezioni. Non siamo in una situazione di chiarezza normativa e occorre mettere mano alla legge elettorale. C’è più di un punto interrogativo. La nuova maggioranza si dice legittimata ad andare avanti per responsabilità, ma deve dire cosa intende fare. Associazione, assestamento di bilancio e legge di bilancio sono i tre punti per alcuni, per Motus liberi ci sono Amazon, società benefit e condomini. Non sembra ci siano un’idea comune e delle priorità da seguire. Della riforma Igr non si sente più nulla, così come dell’Iva e del sistema bancario. Serve un nuovo programma di governo da qui a fine legislatura altrimenti l’obiettivo è rimanere saldi alla poltrona. Sui nuovi segretari di Stato Mularoni è esperta, ha una sfida complessa e le rinnoviamo la disponibilità a dare collaborazione; Berti è uno stimato avvocato ma la scelta ci lascia perplessi, ha presentato un odg per spedire in tribunale un’istanza d’Arengo dell’Unione donne sammarinesi e ha attaccato l’associazione. Senza dimenticare il festino in via Giacomini durante la pandemia per festeggiare la scelta dei Capitani reggenti cui ha partecipato.

Michela Pelliccioni, Motus liberi: augurio di buon lavoro in un momento non facile. La maggioranza ha attraversato un periodo di crisi per scelte non fatte e lo trasforma in un’opportunità cambiando qualcosa, approccio e modalità di lavoro. Ci sono stati momenti di conflitto e tensione, ma non nascono solo per metodi aggressivi. È più pericolosa la conflittualità sotterranea. Alcuni interventi ci hanno descritto come i ricattatori, noi rispondiamo con i fatti. Non credo che contrastare scelte inopportune sia un ricatto, è diversità di vedute. La scelta del segretario di Stato per l’Industria nel Ccr è una scelta di logica non di ricatto. C’è un lungo elenco di situazioni che non ho condiviso ma un approccio costruttivo deve considerare anche le diversità di vedute. Si deve partire dalla certezza del diritto. Occorre fare il meglio possibile in tempi utili.

Vladimiro Selva, Libera: la legge elettorale del 2007 valorizzava la volontà dei cittadini ma dal 2016 c’è stato un premio di maggioranza esagerato attraverso il ballottaggio. Poi il referendum del 2019 sulla grande coalizione da 35 consiglieri. Ma programma di governo e coalizione sono un tutt’uno e se un elemento viene meno, non si rispetta la volontà dei cittadini. Igr e Iva sono nel programma di governo, così come la sovranità digitale su cui Righi ha idee diverse e il nuovo Pgr come punto di partenza. Dovete fare bel viso ma non state rispettando la volontà dei cittadini. Si dia mandato alla Dc per una nuova coalizione di mandato per far qualcosa di serio o altrimenti andiamo al voto.

Roberto Ciavatta, Rete: due ruoli di rilievo in cui Mularoni e Berti sapranno garantire il rispetto della meritocrazia. Per noi la prima opzione è andare al voto, la seconda affidare le deleghe ad altri segretari di Stato. Ma si dovrebbe cambiare governo e programma con problemi con la legge elettorale. La maggioranza non può distaccarsi dal programma di governo per la normativa vigente, che però non rispetterà. Il 2022 era l’anno delle riforme ma non sono arrivate, se non quella delle pensioni. Il governo farà la gestione del debito e la finanziaria, oltre all’accordo di associazione con l’Ue, forse l’unica legittimazione. Quando un programma elettorale non si può rispettare e giusto dire che non fa per noi. Oggi grandi chiacchiere, manca il pragmatismo. Questo governo non potrà fare niente e in questo clima tutti si sentono legittimati ad alzare l’asticella ‘altrimenti me ne vado’. Serve una riforma istituzionale complessiva, la riproporremo.

Andrea Zafferani, Repubblica futura: auguri di buon lavoro. In passato in questi casi c’era un minimo di indicazione sulle linee di lavoro. Probabilmente c’è poco da dire. Sul consigliere Berti faccio mie le considerazioni della collega Conti, la nomina è inopportuna. Con lui ci attacchiamo molto, ma su alcuni approcci per ammodernare la Pa mi ritrovo. In sede di rinnovo contrattuale intende muoversi snellendo la parte normativa e puntando sugli aumenti, o se intende lavorare su qualche contenuto per l’ammodernamento. È stata fatta un’interpretazione di comodo della norma elettorale. Sulle cose da fare ci sono visioni diverse: sull’Europa vedremo che aggiornamenti ci saranno; sull’assestamento di bilancio c’è il Des senza il Des e nient’altro; il bilancio di previsione temo sarà un grande esercizio elargitorio in attesa delle elezioni, c’è da preoccuparsi.

Grazia Zafferani, Gruppo misto: il dibattito è ripetitivo. Si ammette che c’è una lacuna legislativa ma si avalla l’interpretazione. Il dubbio nell’elettorato rimane che non state governando attraverso il volere dei cittadini. Esce il secondo partito di maggioranza ma si va avanti. È il Consiglio grande e generale che deve dare le interpretazioni della legge. Il programma elettorale è stato studiato prima di sapere come stavano le casse dello Stato, prima dell’emergenza sanitaria, prima del debito e del rollover e prima di sapere quanti soldi dobbiamo pagare all’anno. Come fa questo nuovo governo con un programma elettorale non più sostenibile? Per questo l’opposizione chiede il rispetto dell’elettorato e di andare a elezioni. Dovremmo parlare di politica estera e geopolitica, la popolazione è d’accordo con l’accordo di associazione? Si deve fare un referendum.

Luca Boschi, Libera: due sfaccettature, tecnica e politica, nel dibattito. Sulla legittimità del nuovo governo: è debole se parte senza avere chiarito se l’azione è legittima e non può essere l’Aula a decidere. L’Avvocatura di Stato non è stata consultata. I numeri sono risicati, si raschia il barile. C’è il caso di un consigliere che voterà la fiducia che ha un procedimento in tribunale per cui il Congresso di Stato è parte civile e che è difeso da Berti. Siamo al paradosso, nella confusione totale. Sul piano politico come fa un governo debole nei numeri e nelle idee a produrre risultati non prodotti in quattro anni e con esponenti di maggioranza con idee confuse? Il cappello principale per proseguire l’avventura di governo è l’accordo di associazione europea. Ma tutti i gruppi di maggioranza sono d’accordo di andare avanti? L’opposizione lo è, la maggioranza non mi risulta.

Rossano Fabbri, Gruppo misto: la maggioranza si è ridotta ma le accuse di illegittimità servono solo a fuorviare la cittadinanza e a prenderla in giro. Le normative sono chiare, c’è il Collegio garante cui riferirsi, evidentemente gli argomenti politici sono pochi. D’altronde c’è un’opposizione che sta ancora fuori degli appelli per lasciare alla maggioranza l’onere del numero legale. Si ricorre agli attacchi personali. Su certi temi come l’Ue c’è bisogno di tutti, basta odio e vendetta.

Guerrino Zanotti, Libera: da subito si sono percepite le difficoltà di maggioranza e governo a sostenere l’assoluta necessità di andare avanti facendolo passare come ordinario. È stato chiesto all’opposizione di argomentare le proprie posizioni di illegittimità e non ci sono problemi. La legge d riferimento è la 3 del 2019: il numero minimo di consiglieri è di 35 e le coalizioni devono mantenersi. La ricerca della verifica dl rispetto delle leggi è il primo atto della politica e partire da un vulnus evidente  non dovrebbe lasciare indifferente la maggioranza. C’è poi un aspetto politico, per fare cosa nasce il governo? Non credo che sui temi importanti riuscirà a trovare punto di equilibrio. Libera manterrà una posizione critica ma responsabile.

Daniela Giannoni, Rete: il governo emerso dalle votazioni è politicamente finito, non è caduto e rimane il programma. Ma si pone un solco con l’uscita di Rete, per cui cosa si porterà avanti? Quel programma non c’era la volontà di portarlo avanti. Ora qual è la volontà oltre all’Europa? Le due nomine: c’è una grande sfida per gli Interni sul rinnovo contratto Pa e Berti, libero professionista, fa ben sperare in una razionalità, mi auguro giustizia sociale ed efficientamento diritti. Auguro buon lavoro a entrambi, mi congratulo con Mularoni, spero che i progetti fatti in questi anni proseguano. Politicamente per noi però la legislatura è terminata e sarebbe giusto dare parola ai cittadini.

Maria Katia Savoretti, Repubblica futura: oggi abbiamo sentito tante versioni e conferme sulla mancanza di armonia nel governo. La maggioranza è implosa prima di fare qualcosa di concreto e ora ci chiediamo cosa farà questa nuova maggioranza con numeri ridotti. Ma non abbiamo capito niente, l’importante per la maggioranza è andare avanti a tutti i costi, il risultato di quattro anni di governo è zero e ora cosa dobbiamo aspettarci? Idee chiare non sembra ce ne siano e nemmeno senso di responsabilità. Ci sono molti dubbi e poche certezze. L’augurio è che i nuovi segretari di Stato facciano buone cose per il Paese soprattutto chi in passato il Paese non l’ha rispettato.

Matteo Rossi, Noi per la Repubblica: tra le opposizioni, Rf sottolinea l’insofferenza su certe situazioni ma ha lanciato una sfida programmatica che apprezzo; Libera è diventato il partito dei costituzionalisti e dei giustizialisti; da Rete grande confusione e una posizione anche morbida verso il nuovo governo. Mi congratulo con i futuri segretari di Stato, il patto fatto con gli elettori sarà difficile evaderlo in toto ma una maggioranza che lavora bene può riproporsi. Assestamento e finanziaria sono passaggi di sviluppo economico, ci sono tante cose oltre l’Europa.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: come minimo i nuovi segretari di Stato saranno di serie B rispetto agli altri di serie A. E il nuovo esecutivo è indebolito sotto il profilo della legalità. Ma ci si deve concentrare sulla valenza politica del governo. La politica è debole e i problemi sono grossi, la logica richiederebbe condivisione. Nell’ordine dei lavori alcuni interventi sono clientelari, mettono in grave difficoltà la sovranità e legano a logiche border line. Nella politica sammarinese si stanno aprendo paratie e può defluire la grande zuppa di acque nere e bianche. E ci preoccupa. Intanto rischiamo di perdere grandi opportunità come l’accordo di associazione e di instaurare un clima di non fiducia.

Gian Matteo Zeppa, Rete: c’è un radicale mutamento della maggioranza. Quando Rete ha scelto di uscire si erano serrati i ranghi, ora ci sono molta stanchezza e dubbi. Per qualcuno ci sono 4 punti da fare, per altri un enorme lavoro. Vi vedo spossati dal problema dei ricatti e baratti. Alla Dc imputo di non avere mai messo a fare pesare i numeri nel dirimere tutte le questioni che sono iniziate subito, di non avere stoppato certe alzate di testa che hanno portato a incancrenirsi l’azione di governo. In tutte queste storture assisteremo all’ingresso in sostituzione di Berti, nella lista Npr di Alessandro Rossi.

Fabio Righi, segretario di Stato per l’Industria: capisco che dà fastidio che si diano delle risposte, ma è rispetto. Se si presenta un’interpellanza con 11 domande è rispettoso e doveroso fornire una risposta dettagliata. Era assurdo che nel Ccr non ci fosse la segreteria di Stato per l’Industria. In maggioranza si deve tenere conto di tutte le forze per fare gioco di squadra. È superfluo toccare i vari punti, ci sarà tempo. Il governo ha la responsabilità di portare a casa gli obiettivi fattibili, tra cui la digitalizzazione, l’integrazione con il mercato europeo e le risposte per il Paese. Il tema degli equilibri è stato un grosso tema della maggioranza, ma è un dibattito sterile. Confrontiamoci sui temi.

Mirko Dolcini, Motus liberi: ognuno rimane sulla propria visione, non rimane che dare la parola ai fatti. Abbiamo davanti un anno di legislatura e saranno i fatti a stabilire chi ha ragione.

Nicola Renzi, Repubblica futura: poche risposte in questo dibattito alle esigenze dei cittadini. Dal 2008 nessun governo ha concluso la legislatura e credo che il panorama dà forti segnali di preoccupazione per la politica. E c’è disaffezione. La maggioranza è nata su una ‘alleanza innaturale’, Pdcs-Rete, e aveva in sé grande scommessa e una pecca: i numeri per fare le riforme ma  visioni diverse. Nella giustizia sono arrivate ma da lì sono iniziati i problemi e le sindromi. Senza dimenticare l’attacco vile al consigliere Iro Belluzzi. Ci si presenta alle elezioni se si condividono idee e progetti, ma alle ultime elezioni sono nati cartelli elettorali, come Npr. E in Aula sono arrivate tante visioni parcellizzate. Ora siamo al conclamato fallimento della maggioranza come affermato da Rete che sa fare politica. Il 2022 doveva essere l’anno delle riforme e non sono state fatte. E ai cittadini dite che ora farete di tutto, non ci crede nessuno. Farete ordinaria amministrazione, e spero non siano le varianti di Prg, assestamento di bilancio, con le residenze non domiciliate, e la legge di bilancio. Con il rischio enorme che ripartano valutazioni elargitorie per prepararsi alle elezioni. I nodi del Paese non sono stati risolti, è stato fatto il debito estero che era ineluttabile ma andava fatto in maniera diversa.

Maria Luisa Berti, Noi per la Repubblica: al di là dell’arte del prestigiatore il consigliere Renzi si dimentica le responsabilità passate. Terrò un approccio più realistico e obiettivo: l’iter seguito è stato legittimo e rispettoso della legge, quella del Congresso di Stato. Non siamo in una situazione di crisi di governo e c’erano due strade: dimissioni o proseguire. Abbiamo scelto la strada non facile della responsabilità per attuare il programma di governo che ci ispira in quello che riusciremo. L’impegno sarà massimo. Ai due neo segretari di Stato esprimo gratitudine e augurio di buon lavoro, si occupano del servizio, il fronte pubblico e quello sanitario e sicurezza. La collega Conti faceva un dono maggiore alle donne sammarinesi con un gesto di buon lavoro a Mularoni. Sono molto felice che ci sia una donna nel Congresso di Stato. Per Rf ricordo la parabola della pagliuzza e della trave: punta il dito sugli altri senza ammettere le responsabilità sul Cis.

Giovanni Maria Zonzini, Rete: in un clima da basso impero la fiducia sembra una seduta spiritica. Ma il governo non c’è più da circa un mese. E molti dalla maggioranza non intervengono, sarà il misticismo. Battute a parte la maggioranza del 2019 non esiste più, era basato dal compromesso storico tra Dc e Rete finito il 24 maggio. La maggioranza residua ha deciso invece di andare avanti ma il governo è finito e per il Paese sarà un’agonia per soddisfare alcuni desiderata. Si è detto tutto e il contrario di tutto, ma non lo sapete neanche voi, non c’è la volontà di portare avanti le cose che ci sono nel programma. Vi sfidiamo con il progetto di legge depositato per vedere se avete intenzione di farle. E siamo disponibili se questo governo spettrale vorrà agire, se intende continuare nella lotta all’organizzazione criminale, se si va avanti sull’Igr, se si rivede lo statuto di Banca centrale e si ragiona sulle banche, se Motus liberi riesce a smuovere l’esecutivo. Ma il timore è che rimanga tutto una pia intenzione e i fatti dimostreranno che, ammesso si raggiunga l’accordo con l’Ue, ma i detrattori sono in maggioranza, non ci sarà altro. La situazione è quasi grottesca, con due partiti in maggioranza che non erano alle elezioni, ponete fine a questa agonia.

Matteo Ciacci, Libera: la maggioranza è stanca: questo governo aveva un programma articolato fatto dopo le elezioni che si riassumeva in pochi punti. Sulla giustizia avete messo mano mandando in vacca i più grossi procedimenti, mentre il vostro toccasana sono state le emergenze, sanitaria e internazionale. Che vi hanno compattato. Poi avete fatto il debito estero. Non si produrrà nulla, è una campagna elettorale anticipata. In Sanità si accontenteranno assistiti Iss e cittadini. State elemosinando un mese in più di liste d’attesa. Il governo prima ha accontento i pochi e poi adesso raschia il barile. Agli Interni c’è l’esigenza di appurare sensibilità. Sarà un governo sul piano politico inesistente. Siete inefficaci e Libera vi ha messo alle strette. Non ci sono state risposte e riforme, se non sulle pensioni. Ma è già bruciata. La legge elettorale è chiara e l’illegittimità è evidente. Il rimpasto è del tutto anormale e l’Aula è delegittimata, abbiamo perso credibilità politica, anche perché si sono interrotti procedimenti giudiziari. Serve un salto di qualità della politica, ma sull’Europa c’è un problema politico in maggioranza. Se c’è la disponibilità al confronto su Ue, debito e sviluppo, Libera comunque ci sarà. Non sosterremo questo governicchio e le menti lucide in maggioranza capiscano che ha più senso un percorso di responsabilità

Francesco Mussoni, Partito democratico cristiano sammarinese: ci sono tante cassandre. Clientelismo, maggioranza finita, Paese al caos, stiamo calmi. Siamo un po’ stanchi, da un mese lavoriamo per stabilizzare la maggioranza, ma il governo non è finito. Siamo qua. Dal 2019 il Paese è stato stabilizzato dal punto di vista bancario, finanziario, del lavoro, della giustizia, ha retto alla crisi e alla pandemia. C’è stato un forte lavoro e le due figure Mularoni e Berti sono persone serie che si prendono una responsabilità politica verso il Pese e la maggioranza, e non è un atto politico da poco, c’è bisogno di stabilità. Con l’Ue non possiamo permetterci di andare in ordinaria amministrazione, per assestamento e bilancio serve un lavoro per renderlo sano e costruttivo e il governo può operare tra contratto per pubblico impiego e dossier della sanità. La campagnetta elettorale la fa chi non si assume la responsabilità di andare avanti e finiremo la legislatura con un Paese che sarò messo meglio. Rigettiamo le insinuazioni e diamoci fiducia.

 

Repliche

 

Roberto Ciavatta, Rete: si tratta di guardare in faccia alla realtà, non di cassandre. Partiamo con un governo che deve concordare le giornate di presenza dei consiglieri per approvare i provvedimenti. La politica non è ordinaria amministrazione. Il deficit è consistente e le riforme non sono state fatte. Ed è difficile che le faccia un governo che si deve contare.

Elena Tonnini, Rete: è emerso come il nostro passaggio è giustificato e confermato. Il grande assente sono i temi. Per il rinnovo del debito Rete ha presentato un odg per confermare di portare avanti le riforme. Si resta insieme perché lo chiedono le categorie e il Paese? È utile se il governo non fa ordinaria amministrazione. Altrimenti si prende e si perde tempo. Le priorità vanno indicate ma non c’è la volontà di proseguire con i temi del programma di governo.

Guerrino Zanotti, Libera: ci siamo fatti un’idea di quello che spetta al Paese. Continuare a infierire su una maggioranza risicata è quasi inumano.

Iro Belluzzi, Libera: non si rispetta l’ordinamento e sarà difficile varare nuove norme. Forse si ricorrerà alla decretazione e siamo sotto osservazione del Consiglio d’Europa.

Maria Katia Savoretti, Repubblica futura: Rete e Dc si strigliano a vicenda. Servono politiche nuove e mirate per dare sostegno al Paese. Ma rimaniamo in attesa e c’è poco tempo.

Nicola Renzi, Rete: si può proseguire la seduta ma la situazione è paradossale. Si prosegue per contingenze specifiche e peculiari. La votazione va incastrata in serata perché altrimenti mancano i numeri.

 

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