San Marino, Congresso Dc: intervento saluto M. Podeschi, Ddc

San Marino, Congresso Dc: intervento saluto M. Podeschi, Ddc

Presidente, Segretario, Delegati, gentili
ospiti,

ringrazio il Partito Democratico
Cristiano Sammarinese per il cortese invito rivolto al Movimento dei Democratici
di Centro, DdC, a portare un indirizzo di saluto al Congresso generale del
Partito.

Il tema scelto per questo
appuntamento: “SOLO UN’IDENTITA’ FORTE COSTRUISCE FUTURO”, è rilevante e cade in
un momento economico e sociale molto particolare per il nostro
Paese.

E’ evidente e ormai unanimemente
riconosciuto che il Paese sta attraversando una rilevante crisi economica,
congiunta a una crisi nei rapporti bilaterali con l’amica Repubblica
italiana.

Scenari che anche l’analista più
attento avrebbe considerato azzardati quattro o cinque anni fa si stanno
presentando con una gravità rilevante e stanno progressivamente indebolendo il
tessuto economico, piegamento i settori guida dell’economia sammarinese degli
ultimi venti anni.

Il settore finanziario, area di
punta dell’economia sammarinese, per anni sostenuto da condizioni di base che la
politica ha quasi unanimemente difeso, attraverso il segreto bancario e
l’anonimato societario, si trova oggi, alla fine di questo 2010, in pesante
difficoltà e alle prese con un modello di sviluppo non più compatibile con le
indicazioni che giungono dall’Italia e dalle sue istituzioni operanti nei
settori fiscali, finanziari e di vigilanza.

La difesa del segreto bancario,
elemento definito come un caposaldo della nostra economia, è diventata ormai
un’eredità ingombrante, una sorta di peccato originale. E c’è, fuori di qui,
qualcuno che vuole punire un sistema economico che è cresciuto notevolmente, se
riferito alle condizioni degli anni settanta, ma relativamente se consideriamo
realtà affini alle nostre, che contano in migliaia le società, in centinaia gli
intermediari operanti e in decine di miliardi la mole di denaro mossa e
amministrata dal sistema.

Siamo cresciuti, relativamente,
senza però avere consapevolezza del nostro modello di sviluppo e non concependo
un piano B, qualora le condizioni favorevoli fossero venute a
mancare.

In questo quadro è facile ora
cercare le responsabilità e giocare con i cittadini sull’equivoco del passato –
presente.

Mi sento di poter dire
ragionevolmente che con le elezioni politiche del novembre 2008, elezioni
attraverso le quali il PDCS ha riassunto responsabilità di governo, ogni
scenario politico possibile, esperibile attraverso alleanze di partiti e
movimenti e l’impegno di figure politiche rilevanti, è stato attuato. Siamo
giunti a una sorta di reset del quadro politico
sammarinese.

Tale situazione, comunque, non
ci ha preservati dal deterioramento del quadro economico, che porta la
Repubblica di San Marino ad essere ormai in piena recessione economica, con i
fondamentali dell’economia in caduta libera.

Faccio questo inciso poiché ai
DdC, movimento politico di opposizione, non fa piacere questo stato di crisi, in
quanto essa colpisce il Paese e le ricadute sono su tutti i cittadini, a
prescindere dal credo politico.

Non gioiamo quando vengono resi pubblici i dati del
disastro, non siamo contenti quando vediamo arrancare il governo su temi
rilevanti per il futuro del Paese, ci preoccupiamo quando il governo scivola su
bucce di banana banali, mettendo a repentaglio la credibilità del Paese e dei
suoi cittadini.

Il progetto di legge per il bilancio 2011 è un atto
proposto dalla maggioranza e dal governo che non condividiamo nell’impostazione,
nei disposti e soprattutto negli obiettivi futuri. In esso c’è la certificazione
della recessione dell’economia sammarinese per il triennio 2011 / 2013, in esso
sono mortificate le speranze di rilancio delle imprese sammarinesi, in esso sono
colpiti i cittadini indiscriminatamente e in modo iniquo.

Siamo consapevoli e affrontiamo con responsabilità
questa congiuntura, ma non firmiamo cambiali in bianco a una maggioranza che non
ha idee e calpesta valori per noi irrinunciabili.

Presenteremo le nostre proposte, ma esprimiamo fin
d’ora un giudizio severo su quella avanzata dal Governo.

Giorni fa un conoscente mi ha chiesto se San Marino
finirà come l’Irlanda, sull’orlo della bancarotta, con un Governo alle corde e
una profonda crisi economica e sociale. Facendo una battuta ho detto che almeno
l’Irlanda è membro dell’Unione Europea e qualcuno in questa fase potrà aiutarla.
San Marino anche in questo sta vivendo con ritardo situazioni frutto di non
scelte degli anni passati. Definire il futuro status di San Marino è un elemento
rilevante, che sarà oggetto nei prossimi mesi anche di una consultazione
referendaria. I DdC non hanno appoggiato la raccolta di firme sul referendum, ma
saremmo ora degli ipocriti a nasconderci dietro un dito e continuare a fare la
politica dello struzzo in attesa che altri decidano per
noi.

Dobbiamo rilanciare e rivedere la proiezione
internazionale del nostro Paese, anche perché la stessa concezione geopolitica
del rapporto fra Italia e San Marino è profondamente
cambiata.

Nel 1996, alla scomparsa del Prof. Federico Bigi,
l’allora Preside della Scuola Secondaria Superiore, ricordandolo
disse:

“Il Prof. Bigi spezza tale catena e toglie dalla
nostra libertà quell’ombra residuale, con l’accordo italo – sammarinese del 10
settembre del 1971, che così riformula l’articolo in questione – quello
dell’amicizia protettrice – rimasto invariato dal 1862: “Le relazioni fra la
Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino saranno ispirate a sentimenti
di perpetua amicizia e di buon vicinato. La Repubblica di San Marino riconferma
la sua neutralità ed esprime la certezza che non le verranno mai meno la più
viva amicizia e la più ampia cooperazione della Repubblica Italiana per la
conservazione della sua antichissima libertà e indipendenza. In questo intento
il Governo Italiano ed il Governo sammarinese procederanno a regolari
consultazioni sui problemi di comune interesse”. 

Ho ricordato volutamente il prof. Bigi, del quale
nella primavera del 2011 ricorrerà il quindicennale della scomparsa, poiché
nella rivisitazione dei principi espressi da personalità come il Prof. Bigi,
care per ogni sammarinese, ma soprattutto per chi ha come riferimento culturale
e politico valori del cattolicesimo democratico, ci possono essere le basi per
uscire da questo cono d’ombra nel quale il Paese è finito.

Presidente, Segretario, Delegati,

        abbiamo letto con attenzione le tesi di
dibattito del Congresso, seguiremo con attenzione gli sviluppi e le riflessioni
che in questi giorni scaturiranno dal Congresso.

Non nascondendo, peraltro, che il movimento che
rappresento ha iniziato da tempo un percorso politico con gli Euro Popolari per
San Marino, che ha dato vita alla Costituente di Centro e nelle prime settimane
del 2011 darà vita a una nuova forza politica.

La Costituente di Centro ha una
forte consapevolezza, unita ad un’innegabile preoccupazione, della situazione in
cui versa il Paese.

In modo trasparente DdC e EPS
hanno intrapreso una strada all’insegna del pieno rispetto del mandato
elettorale che i cittadini hanno assegnato alle due forze
politiche.

DdC ed EPS, consapevoli di
quanto ardua sia per la società sammarinese la prospettiva dei prossimi mesi,
sono più che mai convinti che solo attraverso uno sforzo collettivo e unitario
si potrà cogliere l’occasione posta dall’attuale difficile crisi per andare
oltre gli standard che le sono stati imposti e dimostrare un’autonoma volontà di
acquisire capacità produttive d’eccellenza.

La semplificazione del quadro
politico e il dialogo trasparente fra forze che hanno affinità culturali sono un
elemento strategico sul quale, riteniamo, la politica si dovrà misurare nei
prossimi mesi.

I cittadini guardano con
preoccupazione al deterioramento del quadro politico, seguono con apprensione la
crisi economica che sta avvolgendo la Repubblica di San Marino, hanno sempre più
sfiducia verso la politica e le istituzioni di rappresentanza.

Il titolo della vostra
assise è in questo senso uno stimolo interessante, che per alcuni aspetti
condividiamo.

Ci sono sfide che questa epoca
complessa e con nuovi ed inesplorati scenari ci pone; il Paese ha le energie e
le capacità per risollevarsi e assicurare una nuova e duratura fase di
prosperità.

E’ compito della classe politica riuscire a tracciare
i nuovi percorsi, superando situazioni politiche e personali passate che oggi,
alla luce del quadro economico e sociale presente e futuro, appaiono
anacronistiche e stonate.

I DdC, attraverso il loro impegno nella Costituente di
Centro, e prossimamente nel nuovo progetto politico che stiamo costruendo con
gli amici Euro Popolari per San Marino, intendono perseguire questo obiettivo,
pronti a dialogare con le forze politiche a noi affini culturalmente e
politicamente per costruire un nuovo progetto per il
Paese.

Presidente, Segretario, Delegati, un sincero buon
lavoro dal Movimento dei Democratici di Centro

Serravalle, 27 novembre 2010

Marco Podeschi

Coordinatore Democratici di
Centro

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