San Marino. Consiglio G. e G. 17 gennaio 2013 mattino. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio G. e G. 17 gennaio 2013 mattino. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA 

CONSIGLIO GRANDE
E GENERALE 16-17 GENNAIO
 

GIOVEDI’ 17 GENNAIO_MATTINA 

            I
lavori consiliari sono ripresi in mattinata con l’esame delle ultime due istanze
d’Arengo all’ordine del giorno, entrambe approvate a maggioranza. La prima, su cui
si è sviluppato un lungo dibattito, avanza la richiesta di un regolamento della
professione giornalistica; la seconda è in favore di un’area dedicata, all’interno
del centro storico, alla commemorazione delle vittime di Beslan. Quindi si è passati
al comma successivo, con il riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri,
Pasquale Valentini, sullo stato delle relazioni della Repubblica di San Marino con
l’Italia e con l’Ue.

            Nel
pomeriggio la seduta ripartirà però dal comma 35, la nomina del Gruppo tecnico
per la revisione della spesa pubblica. Verrà poi ripreso il dibattito sui
rapporti con Italia e Unione europea che vede iscritti trenta consiglieri.
             

Di seguito un riassunto dei lavori di questa
mattina.
 

Istanza n.3 per l’adozione di una legge
che regolamenti la professione giornalistica, anche tramite la costituzione di apposito
ordine professionale.
Approvata a maggioranza.

 Iro
Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro:
Ritengo
che la parte dell’istanza sulla regolamentazione della professione giornalistica
richieda una più attenta valutazione e un maggiore approfondimento sul mantenimento
degli ordini professionali.

E’
un punto che dovrà essere considerato nel momento in cui verrà redatto il progetto
di legge sollecitato dall’istanza, così come previsto nel programma di governo,
nel corso di un confronto con gli operatori del settore, in modo da individuare
le migliori soluzioni.C’è quindi volontà, da parte del governo, ad accogliere l’istanza
e si invita l’Aula a fare altrettanto. Aggiungo che ritengo opportuno rivisitare
anche la legge sull’editoria, per renderla più rispondente alla nostra realtà e
al nostro momento storico”.

Luca
Santolini, C10:

“Nel 2013 non può mancare a San Marino una legge che regolamenti un settore chiave,
chiamato in gergo, quarto potere. La richiesta contenuta nell’istanza è quella di
creare un vero e proprio ordine sammarinese. Tendo invece a essere favorevole alla
liberalizzazione delle professioni e a ritenere che le attuali regole di iscrizione
all’albo dei pubblicisti siano eccessivamente restrittive e senza alcuna garanzia
di retribuzione. A San Marino si può raggiungere l’obiettivo di una regolamentazione,
seguendo piuttosto l’esempio anglosassone. Mi dichiaro quindi contrario a un ordine
dei giornalisti, ma in favore di una legge scritta di concerto con gli operatori
del settore, che preveda un codice deontologico ferreo per garantire ai cittadini
la libera informazione. Inoltre, questa legge dovrebbe andare a regolare anche l’assetto
delle proprietà delle testate, prevedendo sanzioni gravi per chi non lo renda pubblico.
Così come è necessaria la trasparenza nei finanziamenti tramite sponsorizzazione”.

Nicola
Renzi, Ap:

“Credo nella necessità dell’adeguamento della legge dell’editoria. La richiesta
si esplicita nell’istituzione di un ordine professionale. Non ho preconcetti, finché
permarranno ordini professionali per altre professioni, non sarebbe scandaloso riconoscerlo
anche per i giornalisti, sarebbe anzi una garanzia di professionalità. Dare piena
dignità alla professione significa dare maggiore responsabilità anche alle testate
on-line che devono sottostare a tutte le normative della carta stampata per sentirsi
investite di piena dignità. L’istanza è pienamente accoglibile e i ritardi che politica
ha manifestato su questo tema devono essere colmati nel più breve tempo possibile”.
Marco Podeschi, Upr:
“L’istituzione di un ordine dei giornalisti a San Marino è un tema antico, se ne
parla negli anni ’90. Ma non si è mai messo mano al settore. Non copierei modelli
italiani, andrebbe predisposta una normativa specifica. Molti dei nostri mezzi di
informazione sono editati in Italia e i giornalisti rispondono a regole italiane.
Inoltre, chi fa informazione a San Marino spesso non è sammarinese e va fatta una
normativa che riguardi anche fotoreporter e professionalità collegate. Oggi infatti
il settore è cresciuto senza regole e senza tutele per chi ci lavora. La presente
istanza deve essere accettata, ma non solo: si deve mettere mano in modo rapido
al settore, cercando di emanare una disciplina che regoli l’accesso alla categoria,
considerando tutte le professionalità, l’avvento di nuove tecnologie e il fatto
che i giornalisti fanno informazione in testate che non rispondono a leggi sammarinesi.
Inoltre, l’editoria è un settore che i governi non hanno mai considerato molto,
ma potrebbe attirare capitali interessanti a San Marino”.

Manuel
Ciavatta, Pdcs
:
Un codice che possa garantire la corretta informazione
per la cittadinanza è il primo elemento importante. La veridicità di quello che
viene comunicato è un aspetto da assicurare alla collettività. La nostra realtà
legata all’informazione è sì in crescita, ma non troppo grande, le testate sono
piccole e spesso con difficoltà economiche. Ritengo importante quindi realizzare
questa normativa, che San Marino Bene comune ha inserito nel suo programma. Da parte
del nostro gruppo affermo la disponibilità ad accogliere l’istanza e a realizzare
un codice deontologico”.

Ivan
Foschi, Su
: “Credo anche io che non serva un ordine,
ma che si debba piuttosto procedere alla regolamentazione della professione giornalistica.
Anche in Italia da tempo è in corso un dibattito sull’abolizione dell’ordine, non
credo quindi possa essere una soluzione mutuabile nel nostro Paese. Allora come
intervenire? Il programma di Bene comune non dice molto per affrontare il problema.
L’esigenza principale è l’adozione di un codice deontologico. Faccio una critica
alla categoria che dovrebbe iniziare a lavorarci perché il codice non può essere
imposto dall’alto. Sarebbe un’invasione di campo da parte della politica. Nel 2008
si era proposto di istituire una consulta degli operatori per promuovere un confronto
per la creazione di un codice. L’intervento non deve essere penalizzante ma incentivante:
solo gli editori e i giornalisti che aderiscono al codice potrebbero allora beneficiare
dei contributi previsti dalla legge. Un altro aspetto è che oggi a San Marino la
professione non è riconosciuta e chi svolge questo lavoro è inquadrato in altre
figure”.

Gian
Nicola Berti, Ns
:
Per Foschi il problema sarebbe risolvibile con
l’autoregolamentazione del settore, ma non lo reputo sufficiente se non c’è una
capacità sanzionatoria di un ordine professionale. L’istanza non arriva dai cittadini,
ma proprio da giornalisti e questo porta a riflettere, perché le leggi, per quanto
buone, limitano la libertà delle persone. Qualsiasi norma quindi limita la libertà
di informazione. Forse l’eccesso di libertà è caduto nell’abuso e allora chi esercita
il diritto di cronaca ha richiesto di intervenire. Ci si dovrà confrontare tra minoranza
e maggioranza, è

un
problema particolarmente scottante. Lo stesso Foschi, da segretario di Stato, non
è stato in grado di portare la sua legge in seconda lettura. Il suo progetto può
essere un punto di partenza ma dobbiamo affrontare la tematica e dare risposte”.

Paolo
Crescentini, Ps:

“Oggi più che mai è indispensabile disciplinare la figura del giornalista anche
con l’istituzione di un ordine che vada a creare regole ferree. Il settore finora
a San Marino si è sviluppato senza regole e c’è necessità di fare chiarezza, la
politica deve fare la sua parte. Ne saranno a beneficiare non solo i giornalisti,
ma anche i fruitori dell’informazione”.

Valeria
Ciavatta, Ap:

“A San Marino sono cresciute di numero testate giornalistiche, su web e carta stampata.
Non sempre però tutto gli operatori agiscono in piena correttezza. Ho sempre contestato
qualcuno che non sa distinguere tra il commento e la notizia. Una testata in particolare
vende opinioni come se fossero informazioni. Pur in mancanza di regole, c’è invece
chi si attiene a comportamenti distinti. E gli stessi giornalisti, al loro interno,
sanno fare i distinguo tra chi è corretto e chi non lo è. Sono la politica e l’opinione
pubblica a non saperli fare. Chiedo al governo e al Consiglio che ci si adoperino
con celerità per giungere a normative nel campo dell’informazione ma anche dell’editoria,
per dare il segnale del cambio di passo. In una situazione di nebulosità approfitta
chi è meno serio e meno onesto”. 

Andrea
Belluzzi, Psd: “
E’ un tema che comporta vari aspetti, c’è il
problema della responsabilità e dell’occupazione di sammarinesi, ogni tema merita
la sua dignità con una specifica legge. In Aula c’è una condivisione ampia sui problemi
e su come affrontarli. Un intervento legislativo certamente va a limitare gli eccessi
di libertà, ma la richiesta ci viene dagli operatori, non solo dai cittadini. Sono
favorevole a un ordine professionale che sia però comprensivo, allargato, e non
si risolva in una casta o in una scusa per tutelare dei privilegi. Che sia invece
un ordine per creare una categoria responsabile, in grado di creare i limiti all’informazione.
Attraverso un codice etico si possono infatti tracciare le fondamenta di una buona
informazione”.

Iro
Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro, replica
: “Qualche
nota pepata giunge dall’opposizione, ma la colgo come pungolo affinché il confronto
sia un modo per arrivare a una norma che regolamenti la professione e riveda alcune
questioni dell’editoria e tutto quello che concerne il mondo dell’informazione.
Nel programma di governo è stata indicata solo la volontà di affrontare la materia,
in linea all’esigenza di un confronto necessario quando si interviene su una materia
così importante e che non deve essere solo espressione di parte. Sull’ordine professionale
siamo aperti a qualsiasi ipotesi, va bene una piattaforma etica interna ai giornalisti
riconosciuti, ma anche un ordine in linea a quello che è l’habitus mentale dei popoli
del Mediterraneo, anche se qualche elemento può ingessare in strutture obsolete,
e potrebbero esserci forme diverse. Cercherò di portare velocemente quegli aggiustamenti
a quanto richiesto dal Paese”.

Luca
Santolini, C10
:
“Vorrei che qualcuno mi spiegasse in che modo considerare le richieste delle istanze,
se sono da valutare come indicazioni di massima o meno. Se quindi l’istanza è accoglibile,
perché chiede al governo di regolamentare il settore, o al contrario, se deve essere
letta come la richiesta di istituire un ordine, quindi come una domanda precisa.
Lo chiedo per sapere come  votare e per dare
ai cittadini regole certe sull’accettazione delle istanze”.

Ivan
Foschi, Su
:
Se parliamo di codice deontologico, è chiaro
che deve contenere regole professionali, ma anche meccanismi per contrastare chi
non rispetta le regole. La mia proposta di legge non è arrivata in seconda lettura
perché è caduto il governo, ma era prevista un’autorità di controllo”.

Gian
Nicola Berti, Ns
: “Il bene primario da tutelare è la verità
dell’informazione. La creazione di un albo speculare alla disciplina italiana non
mi piace. Credo si possa partire dall’albo dei giornalisti, da coloro che ne fanno
parte, per sottoporre il concetto di autoregolamentazione, ma serve sempre la supervisione
di un soggetto terzo che sia garante del bene primario che è l’informazione. Per
le forme di scorrettezza deontologica, non amministrativa, bisogna interrogarsi
sulla necessità di un organo superiore che sia in grado di intervenire”.

Iro
Belluzzi,segretario di Stato per il Lavoro, le conclusioni
: “Rispondo al consigliere
Santolini, ritengo che nell’insieme l’istanza, le posizioni in Aula e la mia relazione
non si distinguano in maniera importante. Un ordine professionale, un comitato etico,
un’associazione deontologica sono tutte forme che indicano associati o chi può svolgere
una professione giornalistica secondo disposti che la Repubblica vorrà adottare.
Il consigliere Podeschi ha sottolineato la necessita di dotarsi di una legge sul
modello sammarinese. Credo che normalmente ciò avvenga in quest’Aula. In linea con
le indicazioni internazionali, si tende a promulgare leggi che siano per la nostra
Repubblica, e anche quando andremo a normare questo settore sarà in funzione del
nostro Paese. Così l’ordine o l’associazione non potrà essere mutuata da quella
italiana. L’istanza, così com’è stata proposta, può essere pienamente accolta”.
 

Istanza n.9 per richiedere che all’interno
del centro storico di San Marino un’area venga dedicata alla commemorazione delle
vittime della strage di Beslan avvenuta il 3 settembre 2004.
Approvata
a maggioranza.
 

Giuseppe
Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura
: “Dalla
giunta di Castello è pervenuto parere favorevole. La Repubblica ha dato un’espressione
artistica di notevole livello alla richiesta che oggi i cittadini ci sottopongono.
Gli stessi danno un’impostazione legittima, ma ideologica dei fatti. La storia ha
messo a nudo le motivazioni di questi atti criminali. In quello specifico frangente,
386 persone persero la vita. Furono 334, di cui oltre 180 bambini, coloro che persero
la vita perché il tetto della palestra crollò e fu incendiato. L’intervento delle
forze di polizia fu testimoniato dai cronisti, possiamo renderci conto delle responsabilità
specifiche, quindi il contenuto ideologico dell’istanza non trova corrispondenza
con i fatti. Ma è importante che il nostro Paese sia consapevole di non essere estraneo
e indifferente a quegli eventi di otto anni fa. La Repubblica vuole intervenire
su questo fronte, la giunta di Castello ci dice che nell’area del monumento ci sono
lavori di rifacimento. Ci siamo mossi per valorizzarlo ulteriormente, anche con
l’inserimento di una targa. Il progettista sta lavorando per una collocazione più
adeguata e distante dai bagni pubblici”.

Mimma
Zavoli, C10
: “Accolgo con piacere la nota della giunta di Castello che ha già
provveduto alla destinazione di un’area. E’ assolutamente positivo e sottolinea
la volontà di riconoscere l’importanza della libertà anche nei piccoli simboli che
possono richiamarla. Accogliamo con favore l’istanza”.

Marco
Podeschi, Upr
: “La statua dedicata a questo tragico evento ritengo vada ripristinata
in modo dignitoso, un’opera d’arte del genere serve da monito e ricordo alle nuove
generazioni, affinché eventi del genere non si possano ripetere. L’Upr è a favore
di questa istanza”.

Tony
Margiotta, Su:
“E’ stato un evento che ha segnato tutti, genitori e famiglie. Noi
come gruppo di Su sosteniamo l’istanza e siamo contenti che la giunta di Castello
abbia intenzione di trovare un nuovo luogo per il monumento. Sicuramente quello
attuale non è idoneo e deve essere evidenziato con una targhetta e una struttura
che vada a valorizzare l’opera d’arte”.

Manuel
Ciavatta, Pdcs
: “Il nostro gruppo consiliare è d’accordo sull’accoglimento dell’istanza,
nell’ottica di dare migliore visibilità alla statua. Si tratta di un momento che
dà memoria e voce alle piccole vittime di questa tragedia. Quando sono stato in
Africa ho incontrato centinaia di bambini di cui nessuno si ricorda. Spesso questi
simboli servono ed è importante che li riqualifichiamo per far venire meno l’indifferenza
verso eventi che coinvolgono i più deboli”.

Paolo
Crescentini, Ps
: “Sosterremo questa istanza d’Arengo perché è giusto ricordare e non
dimenticare la strage di Beslan. La posizione attuale non è del tutto idonea, cittadini
e turisti non capiscono il significato di quella scultura, quindi è utile scegliere
una location migliore. Oggi apprendiamo del parere favorevole della giunta. L’auspicio
è che si vada in tempi brevi a individuare una soluzione”.

Guerrino
Zanotti, Psd
: “L’istanza ci dà occasione di riflettere sulla violenza inaudita
di cui sono capaci gli uomini. Ha fatto bene il segretario di Stato Morganti a fornire
una ricostruzione più aggiornata dell’evento, ma resta la sua tragicità. E’ importante
ribadire il valore di simboli che ne rendono memoria. Siamo favorevoli ad accogliere
l’istanza e a trovare una collocazione migliore per la statua”.

Lorella
Stefanelli, Pdcs
: “Siamo d’accordo con l’istanza d’Arengo presentata. Ci permette di
approfondire il tema della violenza sui minori, i cui diritti sono da tutelare.
Il fondamentalismo islamico e il terrorismo sotto qualsiasi forma devono trovare
negli Stati di diritto come il nostro una ferma condanna e la messa in atto di strumenti
efficaci”.

Giuseppe
Maria  Morganti, segretario di Stato per la
Cultura, replica:
“Ritengo importante che il monumento venga collocato nei pressi della
Scuola superiore, come lo è oggi. Ha un significato specifico. Ho già detto che
il progettista si sta attrezzando per proporre il progetto agli organismi preposti,
per garantire una collocazione più efficace della scultura”.
 

Riferimento sullo stato delle relazioni
della Repubblica di San Marino con l’Italia e l’Unione europea.
 

Pasquale Valentini,
segretario di Stato per gli Affari esteri
: “La ratifica dell’accordo contro
le doppie imposizioni non è all’ordine del giorno dei lavori della prossima seduta
della Camera. Non c’è alcun cambiamento nelle relazioni con l’Italia, tutto è dovuto
a problemi procedurali. Lo scioglimento anticipato della Camere ha impedito che
l’iter si concludesse. Sono stati ammessi ai lavori solo provvedimenti urgenti e
che non devono ritornare al Senato. Dunque sì all’accordo sul riconoscimento dei
titoli di studio e non alle doppie imposizioni. Ci sono ancora delle possibilità
straordinarie. Per motivi d’urgenza si possono ancora riunire Camere e commissioni,
ma è difficile. La commissione Esteri ha comunque esaminato il provvedimento e ha
chiesto pareri ad altre commissioni. Questo passaggio potrebbe essere completato,
ma servono molti incastri.

Oggi
gli elementi dicono che è difficile completare la ratifica, ma l’atteggiamento dell’Italia
non è cambiato e ci sono sollecitazioni da più parti, parlamentari, membri di governo
e funzionari, per portare a termine l’iter. Abbiamo in programma incontri, già entro
la fine di gennaio, con varie amministrazioni italiane, oltre alle Finanze e al
Tesoro, Banca d’Italia e l’Agenzia delle Entrate, per implementare gli accordi in
termini di cooperazione e collaborazione, per cogliere nuove opportunità di operatività
del nostro sistema e di reciproco interesse. I temi sono diversi: la collaborazione
per il Parco scientifico-tecnologico, la valorizzazione dell’aeroporto di Rimini,
l’università, la radio-televisione. Si tratta di opportunità reciproche.

Non
rinunceremo comunque a chiedere se è possibile ancora l’uscita dalla black list,
nonostante il governo italiano sia in ordinaria amministrazione. Sarebbe un segnale
importante. I contatti con l’Italia sono continui.

In
merito al rapporto Ocse, l’organismo posticiperà la sua emissione. L’Ocse ha una
grande mole di lavoro e ha preso tempo, dunque è difficile che arrivi prima di giugno.
Non si tratta di un giudizio negativo.

Sul
rapporto con l’Ue, il percorso per una maggiore integrazione si è accelerato nell’ultimo
anno. Soprattutto in seguito a due documenti: la comunicazione della Commissione
al Parlamento del 20 novembre sui rapporti con San Marino, Monaco e Andorra e la
relazione dopo la visita della delegazione europea in Repubblica del 18-19 dicembre.
Il primo documento ha segnato un cambio di atteggiamento verso i piccoli Stati.
Il Consiglio dell’Ue ha preso atto dell’evoluzione nelle relazioni, rilevando che
sono ampie ma frammentate, ci sono ostacoli alla libera circolazione di persone,
merci e servizi. E ha dato mandato per un’analisi sull’eventuale progressiva integrazione.
Dunque si ipotizza un nuovo quadro istituzionale per questi rapporti che prevede
un approccio coerente per i tre piccoli Stati, preservandone specificità e identità.
Sono state così individuate cinque ipotesi per una maggiore integrazione. Il permanere
nello status quo, che crea problemi e non porta benefici. Un approccio settoriale,
con accesso ad alcune libertà, che presenta vantaggi, ma non offre un quadro di
relazioni soddisfacente. Un accordo quadro di associazione, che rappresenta un’opzione
praticabile, così come l’ingresso nello Spazio economico europeo, per il quale occorre
capire quanto risponda alle esigenze dei tre Stati. Infine l’adesione, che è legittima,
anche se nessuno dei tre Paesi ha avanzato richiesta, e che comporta due difficoltà
per l’Ue: le istituzioni non sono pronte all’adesione dei piccoli Stati, per cui
occorre cambiarne il funzionamento; per Monaco, Andorra e San Marino c’è una limitata
capacità amministrativa. La conclusione è che occorre avviare un lavoro di approfondimento.

La
delegazione venuta in visita sul Titano il 18 e 19 dicembre, composta da rappresentanti
degli Stati membri, del segretariato e di chi ha il mandato a lavorare sulle ipotesi
di integrazione, ha fissato lo stato delle cose. Il Consiglio riconosce che è nell’interesse
dell’Ue una maggiore integrazione; incoraggia l’attività della Commissione e dell’Alto
rappresentante per migliorare le relazioni, tenendo conto delle singole specificità
dei tre Stati; e individua come opzioni migliori la partecipazione allo See o la
negoziazione di uno o più accordi quadro di associazione. E l’ipotesi di negoziare
singoli accordi è un elemento nuovo. C’è dunque grande attenzione alla specificità
dei singoli Stati. Infine, il Consiglio invita la Commissione e l’Alto rappresentante
a proseguire l’analisi su queste due opzioni, avviando consultazioni con i governi
entro il primo semestre del 2013; a presentare una relazione entro la fine dell’anno
sul loro impatto; infine raccomanda ulteriori azioni. Abbiamo anche un’indicazione
sui tempi: l’11 e 12 marzo l’Ue invierà una delegazione sul Titano per proseguire
il confronto. Intanto stiamo verificando una comunicazione del Principato di Monaco
che avrebbe manifestato l’esigenza per un rapporto specifico. Dobbiamo capire se
questa posizione cambia qualcosa nell’iter.

Durante la visita della delegazione è emerso il
tema del referendum. In questo momento c’è un’apertura eccezionale e nuova verso
i piccoli Stati, l’Ue vuole concludere entro l’anno la fase consultiva per capire
se le due opzioni incontrano le esigenze dei piccoli Stati. Il referendum è affare
nostro, l’adesione è una prerogativa che abbiamo e gli odg approvati e i programmi
in merito sono chiari. Dobbiamo attrezzarci per fare una verifica efficace, coinvolgendo
tutte le forze. Il Paese deve mettere a fuoco le sue esigenze e aspettative”.
 

San Marino, 17 gennaio
2013/01

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