San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di lunedì 6 dicembre

San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di lunedì 6 dicembre

COMUNICATO STAMPA

             

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 30 NOVEMBRE- 13 DICEMBRE

-LUNEDI’ 6 DICEMBRE-   seduta del pomeriggio

            La seduta consiliare odierna si apre anticipando il comma 6, relativo all’aggiornamento della composizione del Consiglio dei XII: il consigliere Grazia Zafferani del Gruppo Misto viene eletta componente Consiglio dei XII all’unanimità (47 votanti e 47 voti favorevoli).

            Si passa quindi al comma 5, con la presentazione  della relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca CIS e sulle crisi bancarie ed eventuali deliberazioni. Ad introdurla è il presidente della Commissione d’Inchiesta, Gerardo Giovagnoli, Npr, che poi avvia la lettura delle 375 pagine del testo reperibile al seguente link:

https://www.consigliograndeegenerale.sm/on-line/home/lavori-consiliari/dettagli-delle-convocazioni/scheda17174742.html

Il Presidente Giovagnoli anticipa la lettura riferendo in particolare sul focus dei lavori dei commissari e alcuni dettagli sulla composizione e sul modus operandi dell’organismo. “Qui si è parlato per lo più dei disastri causati dalle crisi bancarie e finanziarie- conclude- ma c’è una parte che dà atto del cambiamento prodotto in Repubblica in questi ultimi anni, per riuscire a recuperare il ritardo istituzionale e normativo e per cercare di fare interventi di bonifica del sistema”. Infatti, “Credo che in poche altre parti al mondo tante crisi, così rilevanti rispetto al Pil e ai numeri della Repubblica, in pochi altri Paesi al mondo avrebbe condotto alla realtà attuale- sottolinea- cioè un Paese comunque in piedi, certamente con un sistema bancario più piccolo di 10 anni fa, ma che ha saputo reagire in modo che un osservatore esterno direbbe anche miracoloso”. Perchè in definitiva, “con i numeri che andremo a specificare il rischio che le crisi bancarie si portassero dietro anche una crisi definitiva del Paese era alto- puntualizza infine- ma non è andata così”.

In dettaglio, la relazione si divide in una dozzina di capitoli, alcuni dei quali dedicati ai singoli istituti presi in esame: Banca del Titano, Credito sammarinese, Banca commerciale sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca, Cassa di Risparmio. Un capitolo è poi dedicato interamente ai “debiti dei politici”, in cui si spiega che sono state esaminate le posizioni di un totale di 182 persone politicamente esposte, dal 2008 ad oggi, vale a dire nelle ultime 4 legislature.    

L’ultimo capitolo, dal titolo “Il Conto è servito” tira le somme su quanto è costato in definitiva allo Stato intervenire a sostegno del sistema bancario attraverso misure dirette e indirette. “In sintesi rileviamo che l’intervento diretto dello Stato con denaro o titoli di stato ammonta ad euro 869,1 milioni”, riporta il testo della relazione.  Inoltre,“a questi dobbiamo sommare gli aiuti indiretti ovvero i crediti di imposta utilizzati pari ad euro 52,2 milioni, i crediti di imposta non ancora utilizzati e le Dta pari ad euro 335,44 milioni. E poi abbiamo il dato non ancora definitivo di quanto potrebbe costarci l’intervento di risoluzione in Bns, la cui garanzia dello Stato ad oggi ammonta a circa 320 milioni di euro (215 milioni le obbligazioni e 105 i fondi pensione). Il saldo finale raggiunge la ragguardevole cifra di euro 1.576.740.000. Con particolare riferimento a Cassa si dà atto che, in aggiunta all’intervento dello Stato di 858 milioni di euro, è stato dilapidato il patrimonio, accantonato in 120 anni circa, di 640 milioni”.  

La lettura della relazione non si conclude a fine seduta (si è arrivati a pag. 106, a conclusione del capitolo dedicato al Credito sammarinese) e proseguirà in quella notturna. Presumibilmente, andrà avanti anche nella giornata di domani. Il dibattito sui contenuti della relazione si aprirà solo lunedì 13 dicembre, dato che il regolamento consiliare prevede che si possa avviare solo a distanza di tre giorni dalla sua presentazione. 

Di seguito l’estratto dell’intervento del presidente della Commissione d’Inchiesta.  

Gerardo Giovagnoli, Npr, Presidente della commissione, introduce la relazione
Per riferire del corposo lavoro che ha impegnato la Commissione quasi un anno dopo il termine del primo esame che ha riguardato la situazione in Cis. Anche questa volta si è giunti a una relazione- di  375 pagine- firmata da tutti i componenti della Commmissione. Sono da ringraziare i consiglieri che si sono avvicendati alla neo Commissione: gli ex commissari Manuel Ciavatta, Alberto Giordano Spagni Reffi e Sara Conti, anche a loro va attribuita una parte della relazione.
Il mandato della legge costituzionale 2019 che ha istituito la Commissione d’inchiesta prevedeva le analisi di tutte le crisi bancarie e finanziarie, con particolarità riguardo alle responsabilità politiche. Brevemente cerco di circoscrivere quanto analizzato e scritto. Di Banca Cis si è già ampiamente discusso nella prima fase della Commissione. Mentre di Cassa di Risparmio si parla molto benchè non sia una vera e propria crisi a differenza altre banche (ovvero non si tratta di una banca che ha subito provvedimenti di rigore),  ma dato che ci siamo posti come obiettivo di restrizione del nostro campo di azione gli effetti collettivi delle crisi e quanto lo Stato ha impiegato come risorse, in questo ragionamento la Cassa di Risparmio ha un ruolo forte perché è stata più volte aiutata da provvedimenti dello Stato.
Il focus: era impossibile valutare tutti gli aspetti di tutte le crisi bancarie e finanziarie, come avevamo fatto più precisamente solo con banca Cis, perché si tratta di un arco temporale lungo, di molti casi, anche risalenti nel tempo, su cui la documentazione era difficile da trovare e ci sono già stati i processi che hanno visto loro conclusione, e si sarebbe rilevato una ripetizione analizzare cose già prese in considerazione sia da politica che da autorità di vigilanza e della giustizia. Ci sono degli omissis all’interno della relazione giustificati da due condizioni. Quando dovessero essere citate persone che incidevano, se non marginalmente, si è ritenuto di non dover aggiungere nomi, come anche – ed è esplificato- per quel che riguarda dati sensibili, su cui ci sono leggi che prevalgono.
La documentazione è stata immane, decine di migliaia di pagine fornite dalle stesse banche, da Banca centrale, dal tribunale e dalle segreterie di Stato…
E’ stata una Commissione di inchiesta riunita sopra il centinaio di convocazioni, che ha richiesto un lavoro corale su cui i commissari devono essere ringraziati per essere giunti a un risultato tutti insieme così corposo, su cui credo ciascuno di noi potrà farsi una idea su molte aspetti.
Il lavoro è diviso per capitoli. Vedrete che non c’è un capitolo finale chiamato ‘Conclusioni’: si è preferito suddividere conclusioni parziali. Una definitiva  e unica sintesi sarebbe stata difficile da raggiungere. Più volte ci sono le locuzioni ‘la commissione pensa che-conclude che’ nei capitoli che sono organizzati in premesse, nell’elenco delle banche chiuse, c’è il capitolo su Cassa di risparmio e le considerazioni finali che sono molto incentrate sulle valutazioni economiche, ovvero i calcoli di quanto lo Stato direttamente o indirettamente è dovuto intervenire per arrivare al salvataggio, se non delle banche, quantomeno dei risparmi dei correntisti. Ultima piccola nota: qui si è parlato per lo più dei disastri causati dalle crisi bancarie e finanziarie. Ma c’è una parte che dà atto del cambiamento prodotto in Repubblica in questi ultimi anni, per riuscire a recuperare il ritardo istituzionale e normativo e per cercare di fare interventi di bonifica del sistema. Credo che in poche altre parti al mondo tante crisi, così rilevanti rispetto al Pil e ai numeri della Repubblica, in pochi altri Paesi al mondo avrebbe condotto alla realtà attuale, cioè un Paese comunque in piedi, certamente con un sistema bancario più piccolo di 10 anni fa, ma che ha saputo reagire in modo che un osservatore esterno direbbe anche miracoloso. Perchè con i numeri che andremo a specificare il rischio che le crisi bancarie si portassero dietro anche una crisi definitiva del Paese era alto, e non è andata così. Questo lavoro è chiaro che mette il focus sulle cose che non hanno funzionato. C’è anche una parte che riguarda le cose che ulteriormente potevano andare male e non lo sono andate e cose che danno il segno di qualche successo del cambiamento avuto della Repubblica.

 

Repubblica di San Marino,  6 Dicembre 2021/01

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy