San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale, venerdì 30 giugno – mattina

San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale, venerdì 30 giugno – mattina

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 26 – 30 GIUGNO

-VENERDI’ 30 GIUGNO_Mattina-  

I lavori del Consiglio grande e generale riprendono dal comma 10 “Relazione del Dirigente del Tribunale sullo stato della giustizia per l’anno 2022 e successivo dibattito. Proposta del Consiglio Giudiziario di avvio della procedura di reclutamento per selezione interna di un Commissario della Legge e di un Procuratore del Fisco ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 2 della legge Costituzionale n.1/2021”.

Terminato il dibattito con le repliche, viene approvata con 39 voti favorevoli e cinque contrari la proposta di reclutamento del Consiglio giudiziario e si passa il comma 11 “Relazione dell’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale (PEN) 2018-2021 relativamente al 2018-2019-2020-2021, anni I, II, III e IV di vigenza ai sensi dell’articolo 2, comma 1, punto b) della Legge 3 aprile 2014 n.48”. 

Sono 43 gli iscritti a intervenire, con la relazione del segretario di Stato per il Territorio Stefano Canti al posto del collega all’Aass Teodoro Lonfernini assente per motivi istituzionali. A prendere la parola sono in 11 e si concentrano sul tema dell’autonomia energetica, con interventi sul territorio, dalle comunità energetiche all’efficientamento, e investimenti fuori dal territorio.

Chiuso il comma i Capitani reggenti convocano al tavolo l’Ufficio di Presidenza e la seduta consiliare termina.

Di seguito un riassunto degli interventi

Comma 10 – “Relazione del Dirigente del Tribunale sullo stato della giustizia per l’anno 2022 e successivo dibattito. Proposta del Consiglio Giudiziario di avvio della procedura di reclutamento per selezione interna di un Commissario della Legge e di un Procuratore del Fisco ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 2 della legge Costituzionale n.1/2021”.

Repliche

Iro Belluzi, Libera: il consigliere Bronzetti ravvisa delle forzature per innescare un percorso forse dettato dalla ragion di Stato. E in maggioranza si va a irridere chi ha tenuto una posizione diversa. C’è una preoccupazione reale di Giovanni Canzio, in particolare per il penale. Si deve pensare alla riforma del codice e a una sezione penale in stretta collaborazione con la magistratura italiana. Poi serve il giudice naturale e superare il giudice monocratico.

Denise Bronzetti, Gruppo misto: il consigliere Belluzzi era con noi quando lavoravamo ai provvedimenti in materia di giustizia, le forzature non sono da intendersi al non rispetto della norma. La maggioranza di allora, se pur con qualche mal di pancia, ha deciso di procedere e altri hanno preso un’altra direzione. 

 

Alessandro Rossi, Gruppo misto: mi sono chiarito con il collega Fabbri sulla parola mediatore. Ma ha capito male il mio intervento. Non volevo buttarla in rissa. Sono per la creazione di un modello politico sociale che cambi i paradigmi di rapporto insopportabili che ci sono nel Paese. La politica è mancata nelle fasi cruciali. Se vogliamo costruire un modello di relazioni diverso invito Fabbri a schierarsi da questa parte e costruire un’alternanza.

Rossano Fabbri, Gruppo misto: con Rossi ci siamo chiariti, anche sull’utilizzo della parola mediatore. Ci deve essere preminenza del diritto rispetto alle leggi. Dobbiamo risolvere i problemi dotando lo Stato di anticorpi e leggi. Non può essere il singolo individuo che si interpone nella risoluzione dei problemi, dobbiamo fare le leggi qui dentro. Ci sarà tempo per comprendere gli interventi di cui lo Stato ha bisogno, un grande salto in avanti è stato fatto. 

Aida Maria Adele Selva, Partito democratico cristiano sammarinese: il partito che Rossi definisce conservatore ha contribuito a costruire un modello di relazioni diverso. La memoria è molto corta. Su Banca Cis ci sono fatti acclarati e venite a dire che non si fa niente. Sbagliamo tutti ma non neghiamo l’evidenza.

Francesco Mussoni, Partito democratico cristiano sammarinese: efficientamento del lavoro del tribunale; dati dei magistrati migliorati; criterio di misurazione fondato su regole europee; maggior responsabilità dei magistrati. Questo dice la relazione ed è merito del dirigente e di tutto lo staff del Tribunale. Non mi piace del dibattito che qualcuno non esamini esattamente la situazione. Sulla giustizia è stata fatta un’azione riformista fortissima. Da 2017 al 2020 il Tribunale era nel caos e la politica ha fatto le riforme. Litighiamo sulla narrazione storica, ma servono valutazioni oggettive. Noi siamo un partito moderato e riformista.

Gian Carlo Venturini, Partito democratico cristiano sammarinese: il collega Rossi si è svegliato dopo un lungo letargo. Ci sono state delle distorsioni ma la responsabilità è dei governi degli ultimi 20 anni. Ha la memoria corta. L’alternanza c’è stata e la Dc ha dato il suo contributo, anche con un rinnovamento interno. 

Vladimiro Selva, Libera: sui dati siamo d’accordo. E sono il frutto dell’azione del presidente Giovanni Canzio e di un arruolamento importante di giudici. Ci fa piacere se la Dc ha una visione di sé riformista, ma sta di fatto che su gran parte delle attività di cui il Paese ha bisogno ci sono resistenze. L’attività riformista fatta nella giustizia non la disconosciamo ma siamo consapevoli che il percorso non è finito. Ci sono altre distorsioni su cui intervenire. E la Dc faccia le sue proposte. Noi siamo pronti a discutere. 

Manuel Ciavatta, Partito democratico cristiano sammarinese: il presidente Giovanni Canzio è stato molto importante. Ma non si ricorda che alle riforme ha aderito la Dc perché diventassero concretezza. L’opposizione deve fare un lavoro che fin qui non ha fatto. La Dc ha fatto le riforme che hanno ridato stabilità al Paese e consolidato le Istituzioni. Nonostante l’autorevolezza di Canzio non tutti hanno dato seguito alle proposte.

Giovanni Maria Zonzini, Rete: l’inizio di legislatura è stato turbolento sul fronte della giustizia. E nessuno è esente o estraneo a certe dinamiche.  È il Tribunale che ha influito molto spesso negli ultimi anni sul potere politico. Rete può rivendicare in quota parte il suo merito per le riforme. Qualcosa è cambiato, non nego gli errori di percorso, ma i processi aperti in Tribunale vedono alla sbarra persone che spadroneggiavano fino a qualche anno fa a Palazzo di giustizia. Oggi il Tribunale sta indagando su un’associazione a delinquere che coinvolgerebbe il capo dei nostri inquirenti. E non si può ignorare. 

Luca Boschi, Libera: faccio un richiamo all’equilibrio su questi temi. Abbiamo riconosciuto i risultati operativi del Tribunale. Sulle riforme avevamo posto dei punti che il magistrato richiama nella relazione. E a oggi non hanno influito. Libera nella scorsa legislatura è stata determinante perché alcune cose andassero nella direzione giusta. In questa ha proposto una terza via per arrivare agli stessi risultati. Canzio non dice che va tutto bene ma parla della necessità di continua l’analisi dell’impatto delle riforme. 

 

Nicola Renzi, Repubblica futura: queste repliche non sono utili a superare il periodo in cui viviamo. C’è stata l’onesta ammissione del collega Fabbri che si deve superare la presenza di avvocati in attività nel Consiglio giudiziario. E alcuni consiglieri hanno riconosciuto che sono state compiute delle forzature. Se erano necessarie lo dirà la storia. Vogliamo discutere di chi è più o meno riformista? Non abbiamo condiviso molti passaggi fatti in questa legislatura, ma si può fare un passo in avanti piuttosto che continuare a delegittimare il sistema. Di lavoro ce ne è tanto da fare, senza spirito di parte. La parte più rilevante della relazione è quando riflette sulle difficoltà di equilibrio di poteri in un piccolo Stato.

 

Alessandro Bevitori, Libera: si deve guardare avanti ma anche capire da dove veniamo. La situazione nel Tribunale è migliorata. Ci sono stati anche dei riconoscimenti internazionali. Che sia di maggioranza o di opposizione, è un valore per tutto il sistema. La certezza del diritto è fondamentale per crescere come Paese. Su alcuni dossier dobbiamo smettere di fare politica, serve equilibrio.

 

William Casali, Partito democratico cristiano sammarinese: il Tribunale finalmente è operativo, un obiettivo importante raggiunto. Il clima si è rasserenato e dispiace la strumentalizzazione di alcuni interventi. Le riforme sono state fatte e il Tribunale è a garanzia di tutto il sistema economico e sociale. 

 

Matteo Rossi, Noi per la Repubblica: il lavoro fatto è tangibile. La visione sull’amministrazione della giustizia era molto marcata e si è fatto un lavoro pensando all’impatto sul Paese. Relazione e dibattito sono stati costruttivi al di là di alcuni posizionamenti. Ripristinato l’equilibrio in Tribunale, occorre ora guardare oltre. Ci sono tanti aspetti da migliorare, nel settore amministrativo e penale, sul civile, sull’impatto sociale delle separazioni. Serve una ricognizione sulle nuove forme di povertà. Per proiettarci in una visione più al passo con i tempi. Ringrazio i componenti della commissione Affari di giustizia.

 

Grazia Zafferani, Gruppo misto: la politica ha esercitato il suo potere, quello legislativo, per riequilibrare ciò che non funziona. Si possono fare degli errori ma mi pare che ci sia stato un miglioramento. La situazione era in una condizione difficile, il problema politico è che se vogliamo continuare a mantenere un equilibrio, i pregiudizi, le rivendicazioni formali, le forme di bullismo e strumentalizzazione politica vanno accantonate. Ma anche ieri sera si sono visti. Il problema non è il collega Alessandro Rossi, servono equilibrio e maturità politica.

 

Gaetano Troina, Motus liberi: speravo che il clima fosse cambiato. In parte sì ma ci sono ambiti che scaldano gli animi. Occorre procedere nell’ambito riformatore, in ambito civile per esempio il diritto di famiglia, le separazioni. Apprezzo comunque il lavoro fatto e spero si possa proseguire. 

 

Massimo Andrea Ugolini, segretario di Stato per la Giustizia: di fronte all’intervento di Rossi che suddivide l’’Aula tra riformista e conservatore non l’accetto. In questa legislatura la maggioranza ha fatto riforme costituzionali e stanno già incidendo sulla giustizia. Ben venga il nuovo clima e ora si continui in questa direzione. È stato fatto un lavoro importante e Canzio è una scelta fatta in questa legislatura. Dal 2018 i magistrati sono passati da 20 a 21, è cambiato il numero di quelli per specifico incarico. La giustizia sammarinese è diventata appetibile.

 

Comma 11 – Relazione dell’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale (PEN) 2018-2021 relativamente al 2018-2019-2020-2021, anni I, II, III e IV di vigenza ai sensi dell’articolo 2, comma 1, punto b) della Legge 3 aprile 2014 n.48

 

Stefano Canti, segretario di Stato per il Territorio: nella scorsa seduta è stata portata la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, oggi si prende atto dello stato di attuazione del Piano energetico nazionale, con una relazione molto chiara, con i numeri sugli interventi realizzati da privati e pubblico per rendere attuata la relazione 2018-2021.

Sull’energia fotovoltaica, sono 1.701 gli impianti realizzati che producono 13,56 mega watt e sono in costante crescita. Ne sono stati realizzati 321 nel 2021 e nel 2022 oltre 400. Al bando per realizzare su immobili pubblici la prima comunità energetica con impianti su infrastrutture di interesse pubblico messe a disposizione del privato che ha espresso manifestazione di interesse, hanno risposto 10 aziende. La prossima settima analizzeremo più nel dettaglio le proposte per scegliere un’impresa esperta. Intanto va avanti anche il nuovo decreto per incentivare la realizzazione di comunità energetiche. I due interventi consentiranno al territorio un passo in avanti per diventare autonomi il più possibile. Gli interventi di riqualificazione energetica su edifici privati sono numerosi e sono diversi anche gli interventi privati sulla mobilità sostenibile grzie agli incentivi introdotti per auto elettriche e ibride. La produzione da rinnovabili arriva al 5% del fabbisogno. Dobbiamo puntare ancora di più per fare un balzo in avanti sull’autonomia energetica. Il nuovo Pen 2023-2025 ci verrà presentato dall’Autorità a metà luglio e poi approderà in Aula ad agosto o settembre. 

 

Gerardo Giovagnoli, Noi per la Repubblica: la relazione fotografa uno stato di fatto in cui solo sul versante della produzione di energia da fotovoltaico ci sono avanzamenti significativi. Ma siamo ancora lontani dall’obiettivo dell’indipendenza energetica. Anche perché aumentano pure i consumi. Ben venga allora la comunità energetica, anche se lo Stato deve fare di più. Occorre puntare anche sulla cogenerazione. Serve un piano complessivo di interventi sulla produzione se sul risparmio di energia, analizziamo gli investimenti in esterno e l’idroelettrico.

 

Vladimiro Selva, Libera: produzione da rinnovabili e risparmio sono le due strade da seguire. L’energia è molto importante in ogni intervento, il costo cresce per cui è un investimento fondamentale procurarsela a costo quasi zero. Abbiamo fatto alcune proposte in finanziaria per accedere a un credito per le famiglie e imprese che vogliono investire. Il tema è anche sociale. Tutte le famiglie vanno messe nelle condizioni di investire su un impianto fotovoltaico. Serve un fondo. Lo Stato può anche fare qualcosa direttamente. Condivido l’iniziativa del bando anche se preoccupa la scelta dell’impresa da parte dei segretari di Stato. Gli interventi di efficientamento sono pochi, ma sarà sempre più conveniente farli se l’energia costa di più. E si ritorna sul tema sociale. San Marino deve essere riconoscibile a livello internazionale per i risultati eccellenti sull’ambiente, diamoci questa immagine. Allora ci sta un Des per le attività che fanno qualità ambientale. Ma in questa legislatura siamo tornati indietro.

 

Giovanni Maria Zonzini, Rete: l’autonomia energetica in qualche anno è l’obiettivo. Lo Stato deve tenere il controllo dei servizi e beni strategici, dunque la comunità energetica non può prescindere dal controllo dello Stato. Con gli investimenti privati siamo arrivati a produrre il 5% del fabbisogno energetico, ma l’obiettivo non può essere lasciato in mano ai privati stessi. Anche perché i sono degli ostacoli sugli investimenti. Censo compreso. Si deve cambiare approccio sugli incentivi. Servono interventi pubblici con la partecipazione dei privati. L’acceso all’energia elettrica è un diritto sociale da garantire. Abbiamo depositato in merito un progetto di legge. Invito il governo e la maggioranza al confronto sugli investimenti in materia energetica.

 

Fernando Bindi, Repubblica futura: si deve cambiare mentalità e occorrono le norme e la forza di farla rispettare. La nostra dimensione territoriale è di aiuto. Fino a ora abbiamo pensato che tutto fosse possibile e si deve cambiare questo modo di ragionare. c’è parecchia strada da fare per recuperare i danni e ben vengano tutte le iniziative. Ma serve la forza di mettere insieme tutti gli elementi del quadro e farla durare nel tempo. Facendo conto con le risorse che abbiamo. Il privato c’entra per forza, da solo lo Stato non può fare e imporre. E senza fare i fanatici dell’ambientalismo. La verifica di quanto fatto è positiva, ben vengano le proposte. Dobbiamo utilizzare bene gli spazi fisici e culturali in cui siamo.

 

Carlotta Andruccioli, Motus liberi: la sfida energetica fa parte di quella più grande, ambientale. Tecnologia e investimenti in ottica pubblico-provato sono gli strumenti più efficaci. È aumentata la produzione di energia da fotovoltaico, ci stiamo evolvendo ma siamo lontani dall’obiettivo. Ci sono stati interventi importanti per aumentare il numero degli impianti domestici, ma lo Stato deve fare di più. Due temi sono importanti: le comunità energetiche sono un contesto in cui si uniscono le forze tra pubblico e privato, ma su scala locale e noi dovremmo ragionare su scala nazionale. Dobbiamo approfondire il tema, lo Stato può affidarsi a imprese leader ma la palla rimane in mano allo Stato. Dobbiamo iniziare anche a parlare di cogenerazione. Serve un piano complessivo, coerente e lungimirante con l’obiettivo di procedere spediti in un’ottica di risparmio, maggiore protezione e fare la nostra parte nella tutela dell’ambiente. Per essere la Repubblica più verde.

 

Sara Conti, Repubblica futura: San Marino ha gravi lacune e questo governo non ha dedicato nessuna energia sul tema. Non ci sono stati progetti di sviluppo a medio lungo termine sulla sostenibilità ambientale, a livello energetico abbiamo dovuto affrontare momenti di emergenza e ci sono stati grossi problemi. Il tema va affrontato valutando la possibilità di avere in futuro quanta più autonomia possibile a livello energetico. Occorre approfondire con degli esperti, ci sono delle strade percorribili. Se c’è la volontà del governo di affrontare ceti temi seriamente si possono fare cose importanti. Da un lato c’è l’efficientamento energetico, è fondamentale per il risparmio e la sostenibilità, ma servono incentivi che non ci sono. Dall’altro l’autonomia, va approfondita la partecipazione alle comunità energetiche. Serve anche una fotografia reale dei conti dell’Aass, si dice che la situazione del bilancio sia critica. Un gruppo di cittadini chiede l’interramento dei cavi di tensione, se ne parla da anni. Attendiamo risposte.

 

Manuel Ciavatta, Partito democratico cristiano sammarinese: sono aumentati da parte dei privati gli investimenti sul fotovoltaico ma non è stato altrettanto solerte il lavoro della Pa. Ora c’è la manifestazione di interesse e se le cose procedono anche la Pa farà la sua parte. Non sarà la soluzione che completa la problematica dell’autonomia energetica. Per il gas non saremo mai autonomi, sull’energia elettrica si possono fare grossi passi. Non solo investendo in territorio, ma anche fuori. Da diversi anni il Paese ha proposto incentivi per le rinnovabili, fino ad arrivare al 70% di detrazioni fiscali sul fotovoltaico. L’Azienda di Stato deve rimanere unico fornitore ma ci sono molti aspetti su cui riflettere. Più siamo capaci di autonomia, più saremo capaci di affrontare le difficoltà. Un 5% dell’energia che consumiamo è prodotta dei privati e speriamo di arrivare al 15%, numeri che ci possono portare tra i primi Paesi virtuosi in produzione di energia elettrica

 

Daniela Giannoni, Rete: gli sforzi si sono concentrati sul fotovoltaico ma siamo al 5% del fabbisogno. L’ambita autonomia non si riesce a ottenere e si devono trovare delle alternative. Accedere a rinnovabili esterne al territorio è necessario. Il progetto di legge di Rete mira a questo tramite una società pubblica ad azionariato diffuso che permetta investimenti fuori dal territorio. Occorre anche diffondere la cultura del risparmio, oltre a mettere in campo investimenti economici. 

 

Alessandro Rossi, Gruppo misto: il Piano energetico nazionale andrebbe aggiornato in base ad alcuni principi. Sugli aspetti specifici, ci sono un trend positivo sulla produzione da fonti rinnovabili e interventi che denotano una volontà di efficientamento. Manca un’analisi complessiva sugli edifici dello Stato e occorre interrogarsi su una maggiore ecosostenibilità. Non do del conservatore a nessuno.

 

Andrea Zafferani, Repubblica futura: noto un po’ di ipocrisia. Non abbiamo un’idea di come arrivare all’autonomia energetica, ma è un tema decisivo. Occorre evitare degli spot, a oggi lo è la comunità energetica. Serve al governo o a singoli gruppi per mettere bandierine. Non si sa nulla del progetto, il bando è gestito dal governo e non si sa nulla. Neanche dell’aspetto finanziario, con quali risorse parteciperà Aass che è in grandissima difficoltà. Anche voi mostrate di non crederci alla comunità energetica, avete bocciato due volte un nostro emendamento. Anche l’invaso è uno spot da campagna elettorale. Serve estrema concretezza si questi temi e non se ne è vista finora. Occorre spingere sul lato del risparmio energetico e idrico ma ci sono grossi problemi di costi in capo ai privati. Se lo Stato non ci mette le risorse non ce la facciamo. Non so che cifra di produzione possiamo raggiungere, il 20%? La sostanza non cambia. La tecnologia fa passi da gigante e occorre coinvolgere i tecnici per studiare queste possibilità. E valutare anche accordi in esterno di partnership in progetti di produzione di energia. Ma l’azione del governo non c’è.

 

Matteo Ciacci, Libera: il tema energetico è di grande attualità e strategico. Occorre rendere il sistema Paese più efficiente dal punto di vista energetico. Si incamerano le risorse e l’energia da fuori e produciamo il 5% con le rinnovabili. Si tratta di un tema sociale, lo Stato deve intervenire per calmierare i prezzi e dare aiuti non a pioggia. Gli incentivi si esauriscono in maniera rapida, vanno premiate le famiglie che hanno bisogno e poi cercare di sostenere tutti. Sull’invaso pare più uno slogan, il Paese può investire in progetti di rinnovabili nelle realtà limitrofe. Si deve aprire una riflessione: dall’aumentare le quote di Romagna Acque per un invaso all’eolico, da piccoli centrali idroelettriche ad altro fotovoltaico: è strategico. Sul tema dei rifiuti è stato fatto un passo indietro. Sul risparmio c’è la necessità di politiche di sensibilizzazione verso la cittadinanza. Serve sobrietà energetica. Faremo delle proposte nei prossimi giorni. 

 

Stefano Canti, segretario di Stato per il Territorio, replica: dal dibattito emerge l’esigenza di una maggiore autonomia energetica. Se condividiamo questo punto di partenza non ci resta che confrontarci e capire come raggiungere l’obiettivo. La politica deve essere unita. Ci sono anche l’idrogeno, l’eolico e il microeolico. Ci saranno altri dibattiti. 

 

Repubblica di San Marino, 30 Giugno 2023/01

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