Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: La lotta ai furbetti del fisco. Scovate a San Marino due ditte “esterovestite”, una delle quali attiva nel noleggio delle barche di lusso. A quest’ultima, si è arrivati grazie alle indagini sulla mega truffa del latitante Giulio Lolli / “Paperoni” nel mirino della finanza / Scattate le verifiche sui redditi dai 5 milioni in su, ma si tratta “solo” di aziende / Delle quattro imprese (su 250) fin qui controllate solo una sarebbe risultata in regola
RIMINI. Dopo i professionisti e i “furbetti” poveri ma col Suv, ora tocca ai Paperoni. Con la direttiva nazionale, anche la finanza riminese ha avviato i controlli tra i soggetti economici che vantano giri di affari superiori a 5 milioni di euro: numeri che, in provincia, toccano 250 soggetti, ma tutte società. Di queste, sotto il mirino del Nucleo di polizia tributaria sono finite già in 4, e solo una è risultata “pulita ”: entro la fine dell’anno, saranno in tutto 13 le imprese controllate; per altre verifiche che stanno per essere concluse, i finanzieri hanno puntato dritto dritto su San Marino, “scovando” due ditte “esterovestite”, una delle quali attiva nel noleggio delle barche di lusso. A quest’ultima, si è arrivati grazie alle indagini sulla mega truffa degli yacht di Giulio Lolli. Ma come vengono scelti i tredici ricchi contribuenti, nel lungo elenco delle persone giuridiche più facoltose? A volte il merito è di altre indagini che fanno confluire naturalmente gli investigatori su una società (questo, ad esempio, è il caso della ditta di noleggio barche sul Titano); altre volte, i finanzieri scelgono in base alle segnalazioni che giungono a centinaia al 117. Ma un criterio certo e costante è quello di bussare alle porte delle imprese mai controllate né dal Fisco, né dalla Finanza, tantomeno dalle dogane.
(…) Pur nel giorno dell’annuncio dell’agognata (per il Titano) firma tra Italia e San Marino sull’accordo contro le doppie imposizioni fiscali, le indagini delle fiamme gialle si scontrano con l’annunciata spinta sammarinese alla trasparenza. Tant’è che, nel condurre le ispezioni sui “Paperoni ”, in ben due casi su cinque, come detto, i finanzieri hanno messo in luce presunti meccanismi di “estero vestizione”: ossia il processo per il quale una società italiana crea una “succursale” ritenuta fittizia sul Titano, così da versare la tassa sul reddito non in Italia ma a San Marino, “risparmiando ” una tassazione di oltre dieci punti percentuali. (…)
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