San Marino. CSdL: “Per evitare la fuga dei medici, va assicurata la possibilità di ampliare esperienze e professionalità”

San Marino. CSdL: “Per evitare la fuga dei medici, va assicurata la possibilità di ampliare esperienze e professionalità”

“Nel campo della sanità sammarinese recentemente hanno tenuto banco le vicende delle dimissioni di due primari dell’ospedale; nel reparto di Oncologia, ora a quanto pare rientrate, e nella Pediatria, che rimangono confermate. Non è certo una novità; è un fenomeno che si verifica da tempo, con cui San Marino deve fare i conti. Alla base di tali decisioni vi sono sicuramente anche fattori personali, come ha sostenuto il Segretario di Stato competente nel comunicato stampa, aggiungendo che, come già accaduto per altri professionisti, avrebbero comunque continuato a collaborare con l’Istituto”.

Lo scrive la CSdL.

“Evidentemente – ha commentato a ‘CSdL Informa’ il Segretario FUPI-CSdL Antonio Bacciocchi – l’ostacolo non è il fatto di lavorare a San Marino in sé per sé, ma trovarsi all’interno di una sanità che offre sviluppi professionali limitati; in tal senso ci si collega a quello che sta succedendo in Italia, dove professionisti dal settore pubblico si stanno spostando verso la sanità privata, perché esercita una maggiore attrattività dal punto di vista economico e professionale.

D’altro canto, la sanità pubblica si salva quando riesce a fornire le eccellenze; un esempio tra queste, vicino a noi, è l’ospedale Bufalini di Cesena, il quale trattiene in ambito pubblico molti medici di grande valore perché offre la possibilità di effettuare interventi altamente complessi e quindi di ampliare continuamente le proprie competenze e capacità.

Se San Marino vuole mantenere i medici di cui al momento dispone, oltre a risolvere la questione pensionistica, non può agire esclusivamente sull’aspetto economico, come peraltro già fatto con la legge sulla Dirigenza Medica, ma deve assicurare la concreta possibilità di ampliare competenze e conoscenze mettendo la sanità sammarinese in rete con l’esterno.

Queste dinamiche saranno sempre più all’ordine del giorno; dobbiamo fare i conti con una fortissima concorrenza fuori dai nostri confini e quindi San Marino deve attrezzarsi adeguatamente il prima possibile per offrire ai cittadini una sanità in linea con i migliori standard europei.”

Sull’argomento è intervenuto anche Elio Pozzi, Segretario della Federazione Pensionati CSdL.

Queste dimissioni hanno lasciato l’amaro in bocca. Forse alla base c’è un motivo: noi siamo un piccolo paese con un piccolo ospedale, per cui la casistica è limitata. Per un medico che vuole mantenere alto il suo livello di professionalità, in questo contesto trova delle difficoltà.

Siamo uno paese con una alta aspettativa di vita, ma al contempo le persone molto anziane spesso hanno delle patologie croniche, quindi c’è bisogno di una sanità che non può essere considerata solo come una spesa per la collettività. Bisogna rovesciare il paradigma e affermare che la sanità è un investimento. Se anche gli anziani riescono a stare bene compatibilmente con le loro patologie, si riducono anche le necessità di cura e i tempi di permanenza negli ospedali.

Va aggiunto che abbiamo una casa di riposo che accoglie le persone alla fine della loro esistenza; anche in questo caso bisogna trovare alternative adeguate, come strutture pubbliche o private dove gli anziani possono vivere anche con altre persone (cohousing), avvalendosi in caso di necessità del servizio territoriale domiciliare.

Ora che siamo in campagna elettorale, dobbiamo porre una domanda a tutta la politica: quale sarà il futuro della sanità sammarinese? Guarderemo con attenzione tutti i programmi elettorali dei partiti che si sfideranno alle elezioni; vedremo quali saranno le loro proposte su questo argomento.”

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