San Marino. Dati inflazione, CSdL: “l’USC continua a non voler vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti”

San Marino. Dati inflazione, CSdL: “l’USC continua a non voler vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti”

L’USC ha risposto piccata alla nostra nuova pubblicazione dei dati inflativi ed ai relativi commenti.

Ad evidenziarlo è il Segretario generale della CSdL Enzo Merlini, che aggiunge: “Evidentemente, non vuole che se ne parli, tanto sono sconcertanti, al punto da tornare a contestarne la veridicità. Quella della delegittimazione degli Uffici pubblici che forniscono i dati è arcinota ed è una battaglia di retroguardia, visto che, peraltro, non si tratta di dati discordanti, ma confermano un trend ultradecennale.

Ancora una volta, USC mette in dubbio che la composizione del paniere preso a riferimento sia la medesima utilizzata dall’ISTAT, quando sa benissimo che l’ufficio competente ha affermato più volte di adottare gli stessi criteri.

Tra le contestazioni mosse al sistema di rilevazione dei dati vi è quello che questi verrebbero raccolti in 3 supermercati su 5, oltre ad alcune realtà di nicchia, come a significare che se il campione si allargasse o si modificasse questi dati sarebbero diversi. In sostanza, chiede a noi di fare i nomi di chi farebbe la cresta, mentre è la stessa USC ad affermare che si tratta di coloro presso i quali l’Ufficio di Statistica effettua le rilevazioni.

USC fa anche finta di ignorare che gli aumenti non riguardano tanto i prezzi dei beni presenti sugli scaffali, ma prevalentemente i prodotti freschi, quali frutta, verdura, carne e pesce. Anche se non lo avevo precisato, bastava guardare i dati pubblicati per rendersene conto. Utilizzo il verbo al passato, perché nella nuova veste grafica questi dati non sono stati riportati, ma è verosimile che in pochi mesi la tendenza non sia cambiata.

Rispetto alla presunta fedeltà dei consumatori agli acquisti in territorio, USC non può non sapere che vi sono decine di famiglie che settimanalmente fanno acquisti fuori dalla RSM per spendere meno. È evidente che non tutti hanno questa possibilità in termini di tempo, specialmente per le spese quotidiane, e semplicità di spostamento, in particolare per le persone anziane. Inoltre la famigerata quota SMAC deducibile impone acquisti in territorio fino alla soglia prevista. Anche per questo gli speculatori hanno vita facile!

È legittimo che l’USC difenda la possibilità degli esercizi commerciali di applicare i prezzi che ritengono, ma è altrettanto legittimo il diritto di denunciare aumenti fuori da ogni contesto, che per questo riteniamo speculazioni.

È invece grave il fatto che nel comunicato di USC si minacci di valutare “i dovuti provvedimenti nelle sedi più opportune, a tutela del nostro sistema economico e di tutti gli operatori onesti che lo compongono”. Certamente, il dare rilievo a dati ufficiali aventi le caratteristiche che abbiamo esposto non è una bella pubblicità per le nostre imprese, ma la soluzione non può essere l’omertà.

Con riferimento all’incremento dei costi bancari, non è affatto vero che siamo insensibili, visto che si scaricano sui prezzi, ma anche sui mutui e sulla tenuta dei conti correnti. Il problema è che alla disponibilità di affrontare congiuntamente l’argomento con il Governo non è mai stato dato seguito. In ogni caso, non credo che l’incremento di tali costi giustifichi un aumento dei prezzi dei beni alimentari così consistenti e persistenti rispetto al circondario”.

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