Denunciò di essere stato ferito alla schiena accusando falsamente un conoscente, sammarinese 36enne finisce a giudizio con l’accusa di calunnia
ANTONIO FABBRI – I fatti risalgono al 2 giugno 2018, quando un sammarinese oggi 36enne, venne fermato dalla Polizia Civile e venne trovato in Stato di alterazione psicofisica dovuta all’uso di cocaina.
Mentre gli agenti lo accompagnavano al comando, segnalò di essere stato ferito due giorni prima da un conoscente. Giunto all’ufficio si tolse la maglia e mostrò agli agenti la ferita da oggetto contundente. Venne condotto al pronto soccorso e qui venne medicato. I medici, che assegnarono all’uomo 15 giorni di prognosi, estrassero dalla ferita un pezzo di plexiglass, presumibilmente un frammento dell’oggetto con cui era stato colpito. Accusò un conoscente di avergli procurato la ferita.
L’accusato, che si trovava in carcere per questioni di droga, si vide così prolungare la custodia cautelare e venne indagato anche per questo episodio denunciato dal 36enne. L’indagine tuttavia venne archiviata e rivelò che il conoscente non aveva alcuna responsabilità nel ferimento. Così il 36enne è finito indagato e rinviato a giudizio per calunnia.
Così il 36enne è finito indagato e rinviato a giudizio per calunnia. Il suo avvocato, Elia Fabbri, ha ieri chiesto di sentire alcuni testimoni, ammessi dal giudice Simon Luca Morsiani. Ieri è stato ascoltato un agente della polizia civile che aveva fermato l’imputato e lo aveva trovato positivo alla sostanza stupefacente. L’uomo vittima della calunnia, costituitosi parte civile con l’avvocato Maria Antonietta Pari, lamenta, oltre al danno di essersi visto prolungare la custodia cautelare, anche un’offesa al proprio onore perché “non è stato mai un violento”, ha detto il suo legale.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 26 giugno.
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23
