San Marino. Finanziamento arabo, la querelle continua

San Marino. Finanziamento arabo, la querelle continua

Rassegna stampa – Finanziamento arabo, “Etica e morale non siano a intermittenza”

Per Pedini Amati le domande sui diritti umani sono strumentali: “Il dialogo con l’Arabia Saudita è costante e costruttivo, la cooperazione è fondamentale per ribadire e condividere i nostri valori”

ANTONIO FABBRI – Il Segretario al Turismo Federico Pedini Amati, confondendo le domande con i commenti, mostra tutta la sua insofferenza verso chi, facendo il proprio mestiere, semplicemente ponga la questione di come la pensi il governo di fronte all’opportunità del finanziamento dall’Arabia Saudita, considerati gli inevitabili interrogativi etici legati al fatto che quello stato non brilla certo per il rispetto dei diritti umani. D’altra parte la questione è stata già posta da più parti: sia da diversi cittadini, sia dal sindacato. Il problema etico, però, sembra interessare marginalmente il Segretario al Turismo. L’importante sono i finanziamenti, pecunia non olet, d’altra parte. Così scrive il Segretario al turismo in una nota diramata ieri

“L’Informazione di San Marino, come già aveva fatto in occasione della Conferenza Stampa di fine anno del Congresso di Stato torna a commentare in maniera piuttosto strumentale il finanziamento che l’Arabia Saudita è pronta a garantire a San Marino per lo sviluppo infrastrutturale, collegandolo a questioni etiche, perorando così la causa di Sindacati e fomentatori dei comitati “contro tutto” e “no allo sviluppo” che nascono a San Marino ogni qualvolta si voglia guardare al futuro.” (…)

Ora, a seguito dell’elogio alla munificenza saudita fatto dal Segretario Pedini Amati, le domande sono d’obbligo: ai sammarinesi che beneficeranno dei petrodollari, non deve importare delle donne fustigate perché escono non accompagnate da un maschio della famiglia? O delle adultere che vengono condannate a morte per lapidazione? Se ne devono fregare, i sammarinesi, degli avvocati difensori dei diritti umani che vengono condannati e ai quali, quando va bene, vien revocata l’abilitazione per aver patrocinato clienti scomodi? Devono infischiarsene dei giornalisti incriminati perché fanno domande non gradite o di quelli, in esilio autoimposto, che entrano nel consolato saudita di Istanbul per dei documenti e non escono più perché assassinati? Il Segretario cita, tra le altre cose, l’exploit – al quale era presente e festante – per l’assegnazione dell’Expo’ 2030 a Riyad anziché a Roma: vogliamo censurare anche le parole dell’ambasciatore d’Italia Giampiero Massolo, che nell’occasione ha parlato di “deriva mercantile” e “metodo transazionale, non transnazionale”? Poi ha aggiunto: “Fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata, quindi anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo. Non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi, riguarda anche gli individui talvolta. È pericoloso: oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi… non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in Consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare”. Se questa è la deriva, per quel che conta anche io – questo è un commento, non una domanda – credo che San Marino non ci debba stare.

 

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