San Marino. Don Mangiarotti: “È accaduto e può ancora accadere!”

San Marino. Don Mangiarotti: “È accaduto e può ancora accadere!”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento di don Gabriele Mangiarotti dal titolo “È accaduto e può ancora accadere!”:

È accaduto un fatto straordinario, che rivela la grandezza dell’uomo. Come ci ha ricordato con passione e tenacia Giovanni Paolo II, “quel profondo stupore riguardo al valore ed alla dignità dell’uomo si chiama Vangelo, cioè la Buona Novella. Si chiama anche Cristianesimo… Questo stupore, ed insieme persuasione e certezza, che nella sua profonda radice è la certezza della fede, ma che in modo nascosto e misterioso vivifica ogni aspetto dell’umanesimo autentico, è strettamente collegato a Cristo”, e questo è il Natale che abbiamo vissuto.

In questi giorni ci si accorge, almeno da parte di coloro che sono maggiormente appassionati alla verità della propria vita e al senso del proprio impegno per il bene comune, che è necessario riprendere i termini del cammino morale, riconoscendo quanto la nostra storia cristiana ci ha tramandato.

E questo vale soprattutto nel contesto di un impegno politico, in particolare, che, se non ritrova i fondamenti morali dell’agire specifico, contribuisce al degrado della vita comune e che sarà, inevitabilmente, spazzato via se un popolo vorrà ritrovare la propria originalità e consistenza.

Quanto è accaduto nei confronti della vita nascente e quanto può accadere per quanto concerne la vita debole e terminale, ci chiede di ritrovare la via della coscienza come sacrario della verità dell’uomo e della vita, combattendo le riduzioni ideologiche e sentimentali che possono solo portare alla sconfitta della vita stessa, e sono prodromo a “un deserto privo di sentieri”.

Non farebbe male riprendere quanto il Papa emerito ha lasciato scritto in un testo che esalta il valore della coscienza, riaprendo la questione di una educazione che sola potrà consentire al nostro popolo e alla cara Repubblica di essere quel faro di civiltà, antica terra della libertà, che costituisce il nostro DNA specifico.

“L’errore, la ‘coscienza erronea’, solo a prima vista è comoda. Infatti, se non si reagisce, l’ammutolirsi della coscienza porta alla disumanizzazione del mondo e ad un pericolo mortale. Detto con altre parole: l’identificazione della coscienza con la consapevolezza superficiale, la riduzione dell’uomo alla sua soggettività non libera affatto, ma rende schiavo; essa ci rende totalmente dipendenti dalle opinioni dominanti ed abbassa anche il livello di queste ultime giorno dopo giorno. Chi fa coincidere la coscienza con convinzioni superficiali, la identifica con una sicurezza pseudo-razionale, intessuta di autogiustificazione, conformismo e pigrizia. La coscienza si degrada a meccanismo di decolpevolizzazione, mentre essa rappresenta proprio la trasparenza del soggetto per il divino e quindi anche la dignità e la grandezza specifiche dell’uomo. La riduzione della coscienza alla certezza soggettiva significa nello stesso tempo la rinuncia alla verità. […] Certamente si deve seguire la coscienza erronea. Tuttavia quella rinuncia alla verità, che è avvenuta precedentemente e che ora prende la sua rivincita, è la vera colpa, una colpa che sulle prime culla l’uomo in una falsa sicurezza, ma poi lo abbandona in un deserto privo di sentieri”. (Ratzinger – Benedetto XVI, “Liberare la libertà”, p. 95).

Nel Messaggio per la Pace che il nostro Vescovo offrirà a coloro che sono impegnati nel sociale e nella politica si legge che “un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media”.

Questo dialogo educativo, che spero spazzi via ogni remora nei confronti delle voci libere del nostro Paese, accogliendo coloro che cercano di suggerire giudizi di valore – seppure spesso controcorrente e non funzionali all’ideologia spesso dominante nei mass media – mi pare l’unica condizione per ridare forza alla speranza che alberga nei nostri cuori e che il Natale, annunciato agli “uomini che Dio ama”, fa rifiorire e mostra come ideale possibile. È accaduto, e può ancora accadere!

Gabriele Mangiarotti

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