San Marino. Don Mangiarotti: “La vita è più sorprendente delle nostre immaginazioni”

San Marino. Don Mangiarotti: “La vita è più sorprendente delle nostre immaginazioni”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione a cura di Don Gabriele Mangiarotti

Non sarà il caso di ripensare al cammino educativo di una società che rischia di perdere gli elementi fondamentali per costruire un ambiente umano?

Uccisero anche i bambini: il miracolo della vita nel grembo materno 

La vita è più sorprendente delle nostre immaginazioni. Quest’anno, al Meeting di Rimini, ho incontrato l’amico e responsabile delle edizioni ARES, presso cui avevo pubblicato il libro «Per l’umano e per l’eterno. Il dialogo con Don Giussani continua». Mi dice di avere portato alla libreria del Meeting un testo che racconta di una famiglia polacca sterminata dai nazisti perché aveva ospitato un gruppo di ebrei. Corsi subito ad acquistarlo, per la stima di Riccardo Caniato e per l’interesse dell’argomento, e cominciai a sfogliare le pagine di «Uccisero anche i bambini» e subito rimasi colpito dalla notizia di questa efferata strage, in cui vennero uccisi padre, madre, i suoi sei figli e l’ultimo, il settimo, ancora nel grembo della madre.

Ma la mia sorpresa e commozione è continuata quando Papa Francesco, nell’Udienza del mercoledì 30 agosto, ha annunciato sia la beatificazione di tutta la famiglia (ed è già un fatto straordinario), sia la beatificazione del bimbo in grembo alla mamma. Queste le sue parole: «L’esempio di questa famiglia eroica che ha sacrificato la propria vita pur di salvare i perseguitati ebrei vi aiuti a comprendere che la santità e i gesti eroici si raggiungono attraverso la fedeltà nelle piccole cose quotidiane».

E il Card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, così approfondisce: «Tanto la Consulta dei Teologi quanto la Riunione Ordinaria dei cardinali e dei vescovi del Dicastero, che poi formula la petizione al Santo Padre, hanno incluso nel gruppo anche una creatura che era nel grembo della mamma, che probabilmente ha iniziato il parto, per la paura, durante l’esecuzione da parte dei nazisti. Questo è un caso molto singolare che, facendo riferimento a un episodio evangelico, possiamo chiamare Battesimo di sangue».

Credo allora che questa storia e questa beatificazione siano un messaggio straordinario per noi e per la nostra epoca, non solo per richiamarci che è «significativo che una famiglia intera sia beatificata per aver aiutato degli ebrei “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13)», ma anche per ricordarci che ogni vita umana, fin dal grembo materno, ha un valore e una dignità infinita.

E in questo tempo in cui la soppressione degli innocenti sembra essere un diritto indiscutibile tale messaggio può ridare speranza agli uomini del nostro tempo.

Anche perché sta sempre più accadendo che ci si trovi di fronte ad episodi che mostrano una indifferenza di fronte alla vita, una violenza inaudita nei confronti di persone deboli e fragili, una perdita del rispetto per l’amore autentico e genuino di tanti giovani, al punto che ci si chiede impacciati che cosa si può fare.

Non solo, siamo di fronte ad affermazioni da “pulpiti” abituati ad altri ragionamenti (penso alle esternazioni di Siffredi contro la permissività della pornografia nei confronti dei minori) che sembrano ricordarci la deriva drammatica in cui ci stiamo arenando.

Non sarà allora il caso di ripensare al cammino educativo di una società che rischia di perdere gli elementi fondamentali per costruire un ambiente umano? A San Marino abbiamo una tradizione di libertà e di religiosità che dovrebbero costituire l’antidoto ad ogni forma di umiliazione dell’umano, e spiace ascoltare o leggere affermazioni che vorrebbero assimilarci a quelle mentalità che contrastano con i nostri ideali.

Ho letto l’«incipit» di quel libro condannato dall’«Indice dei benpensanti» che ci ricorda «lo stato d’animo di tutti quelli che… percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità. “Cosa c’è di strano? Capita a tutti, e spesso” – direte voi. Ma la circostanza anomala è rappresentata dal fatto che questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente avendo l’impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati…

Il lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti giornalmente volto ad imporre l’estensione della normalità a ciò che è eccezionale ed a favorire l’eliminazione di ogni differenza tra uomo e donna, tra etnie…, tra coppie eterosessuali e omosessuali, tra occupante abusivo e legittimo proprietario, tra il meritevole ed il lavativo non mira forse a mutare valori e principi che si perdono nella notte dei tempi? Il bombardamento mediatico che mette in discussione anche le fiabe e le storielle per ragazzi e le vorrebbe stupidamente rivisitare in chiave cosiddetta “inclusiva” o il maldestro esperimento di castrare il linguaggio e le espressioni della nostra millenaria lingua per renderle asessuate non è anch’esso un tentativo di riscrivere la storia?… L’atteggiamento critico nei confronti del nuovo che avanza non si inquadra più nell’ambito delle normali argomentazioni ma viene presentato come la conseguenza di paure irrazionali, insane e patologiche: come fobia!»

Ebbene, chissà se le testimonianze dei martiri e le riflessioni un po’ controcorrente ci aiuteranno per realizzare quel cammino di umanità e di responsabilità che renderebbe possibile il rifiorire della speranza!

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