Educazione, valori e religione. Don Mangiarotti: “Non possiamo mancare al compito e alla identità che ci caratterizzano”

Educazione, valori e religione. Don Mangiarotti: “Non possiamo mancare al compito e alla identità che ci caratterizzano”

L’invito a «scrivere una nuova e nobile pagina di storia»

Un uomo grande ci ha lasciato. O forse è ancora più presente tra noi, non solo perché, per chi ha fede, i nostri defunti non sono «scomparsi» ma vivono in Dio, ma anche perché il suo insegnamento (a Roma, al suo funerale a cui ho partecipato commosso, qualcuno ha chiesto che si potesse annoverare Papa Benedetto tra i «dottori della Chiesa») quel suo insegnamento rimane come luce fulgida tra gli uomini del nostro tempo.

Abbiamo imparato ad amare la verità, dentro le contraddizioni del nostro tempo. E ad amarla accettando persino di andare controcorrente, con la serena fiducia di essere al servizio della verità dell’uomo.

Personalmente ho sempre ammirato in lui, questo mite e profondo uomo di fede, il coraggio di fronte al mondo, alla mentalità dominante, a coloro che hanno voluto e vogliono stravolgere l’immagine dell’uomo e della società cancellando storia e diritti.

Come quando, nel discorso in occasione della presentazione degli auguri natalizi della Curia Romana nel 2012, ci ha ricordato la verità dell’essere uomo, maschio e femmina.

Così si era espresso: «Se finora avevamo visto come causa della crisi della famiglia un fraintendimento dell’essenza della libertà umana, ora diventa chiaro che qui è in gioco la visione dell’essere stesso, di ciò che in realtà significa l’essere uomini. Egli [il Gran Rabbino di Francia] cita l’affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa” (“On ne naît pas femme, on le devient”). In queste parole è dato il fondamento di ciò che oggi, sotto il lemma “gender”, viene presentato come nuova filosofia della sessualità. Il sesso, secondo tale filosofia, non è più un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la società a decidervi. La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente.»

Ritengo che questo insegnamento abbia tuttora il suo valore e che sia necessario impararlo e riconoscerlo, riproponendolo anche nel nostro contesto in cui la Legge 127, che regolamenta l’IVG [l’aborto], così afferma all’art. 3: «Lo Stato promuove, altresì, all’interno del sistema scolastico, l’educazione sessuale, riproduttiva ed affettiva come parte integrante della crescita e dello sviluppo personale dei giovani, in particolare: (…) d) l’idea di una sessualità da vivere con piena consapevolezza, anche senza scopo procreativo.»

L’Associazione Uno di Noi, per affrontare l’emergenza educativa in atto nel nostro tempo, propone, di fronte alla minaccia della “colonizzazione” ideologica e culturale un patto di corresponsabilità scuola-famiglia.

E invita tutti all’incontro con Padre Giorgio Maria Carbone e la professoressa Giusy D’Amico il 20 gennaio 2023 alle ore 21 nella Sala Montelupo (Domagnano) per un ascolto e un confronto con personalità esperte e impegnate attivamente nella promozione di una cultura che valorizzi la responsabilità della famiglia e della società, in un contesto in cui lo statalismo imperante rischia di soffocare ogni anelito di libertà.

A San Marino abbiamo una tradizione educativa apprezzata e di lungo corso, basti pensare alla presenza dei Salesiani e alla proposta educativa della Verna (per merito di don Peppino) e Rocca Pietore (da parte delle parrocchie). Inoltre siamo eredi di una storia di accoglienza «senza confini», e ci ha sempre sostenuto la responsabilità e la creatività di un popolo fiero della propria storia.

Non possiamo mancare al compito e alla identità che ci caratterizzano. E che Papa Benedetto ha descritto con le parole «presenti, intraprendenti e coerenti», invitando coloro che hanno il compito del bene comune così: «Serenissimi Capitani Reggenti e illustri Autorità della Repubblica di San Marino, esprimo di cuore l’auspicio che l’intera vostra Comunità, nella comunanza dei valori civili e con le sue specifiche peculiarità culturali e religiose, possa scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre più una terra in cui prosperino la solidarietà e la pace.»

don Gabriele Mangiarotti

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