La casta, che regge la Repubblica di San Marino, sta chiudendo la morsa sulla libertà di espressione all’interno, mediante una legge liberticida (in un Paese già senza atti parlamentari).
Infatti col pretesto di aiutare la editoria e proteggere, sotto l’aspetto dei diritti del lavoro, gli addetti al settore, si introducono norme che strangolano la comunicazione: sì passa dal bavaglio, attuale, al cappio.
Ormai, in questo Paese, “fra poco si creerà un ordine – regolato dai politici – anche per potare gli alberi dell’orto di casa” (prof. Cristoforo Buscarini).
Già si intravvede come andrà a finire in materia di informazione.
Personaggi della malavita italo-sammarinese, indicati in Italia con nome e cognome, qui ignorati del tutto o citati in un angolo con le sole iniziali come quando si tratta di minori.
Già si è preso a ignorare – salvo una sola eccezione – procedimenti giudiziari del Tribunale di San Marino riguardanti ambienti sammarinesi inquinati dalla malavita italo-sammarinese.
Così vuole la casta e così si fa.
Si vuole assolutamente evitare di ricordare che questo paese è ultimo nella lotta alla corruzione