Quando a San Marino furono abolite, si fa per dire, – per la prima volta – le società anonime, anche il giornale dell’Anis parlò di ‘anonimato trasparente’. Per la seconda abolizione, nel giro di meno di un anno, si parlò di ‘trasparenza opaca’. Insomma San Marino, quando si accenna alla trasparenza, si finisce inevitabilmente per navigare fra gli ossimori.
Luigi Magistro, a chi pensava di impartirgli a Pavia ben tre lezioni sui progressi verso la trasparenza di San Marino con professori scelti fra i campioni della ‘vecchia San Marino’, ha risposto papale papale, anche a nome degli assenti: la vera questione fra Italia e San Marino è la totale trasparenza.
Ovviamente della vera richiesta di Magistro non c’è alcuna traccia nei riferimenti che i professori hanno fatto sui vari mezzi di informazione.
E dopo che si è saputo della sua vera richiesta, ecco che Magistro è ritornato nel limbo.
Si può essere certi che Magistro, in certi ambienti sammarinesi, è ormai stato rimosso. E’ stato rimosso per poter continuare a propinare la tiritera: l’Italia non firma per pura cattiveria e, ‘cattivonissima’, non dice nemmeno perché non firma.
Insomma Magistro, come il Carneade di manzoniana memoria, va fatto sparire dalle mente dei sammarinesi, come del resto, qualunque traccia di quella sua richiesta. Al fine di continuare a mantenere “l’attuale stato di nebulosità regolamentare“, come si legge nel rapporto dell’Osservatorio Antimafia.
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