Sono state pubblicate le nuove disposizioni per contrastare la diffusione del coronavirus a San Marino.
Il Decreto 193 non prevede misure drastiche, così come annunciato dai Segretari di Stato alla stampa nei giorni scorsi. Ma interviene comunque in via prioritaria sulle attività aperte al pubblico che dovranno chiudere alle 24 e riaprire non prima delle 4.30 del mattino.
Mascherine obbligatorie
Innanzitutto è previsto l’obbligo “di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, e di indossarli correttamente sui mezzi di trasporto pubblici, in luoghi chiusi aperti al pubblico oppure, sia in luoghi all’aperto sia al chiuso, ove non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro”. Il loro uso è altresì “fortemente raccomandato” all’interno delle abitazioni private “in presenza di persone non conviventi”.
Locali pubblici chiusi alle 24
Come preannunciato, nel mirino delle autorità sono gli assembramenti serali. Per questo il decreto prevede per “ogni locale aperto al pubblico” l’obbligo di chiusura al pubblico entro le ore 24:00 e la riapertura al pubblico non prima delle ore 4:30.
Massimo 6 per tavolo
Inoltre i locali dove è prevista somministrazione di cibi e bevande dovranno esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente. Non solo: non sarà possibile mettere più di 6 persone allo stesso tavolo, appositamente distanziate. Il numero può aumentare soltanto se i componenti seduti al medesimo tavolo sono membri di un unico nucleo di conviventi.
Restano vietate le consumazioni in piedi, sia all’interno che all’esterno del locale, salvo quelle al banco “qualora sia possibile garantire il distanziamento tra gli avventori, nonché i buffet ad esclusione di quelli serviti a display, ove siano presenti schermi protettivi o adeguate misure di distanziamento”.
Rimane in capo al personale in servizio nei locali aperti al pubblico il “dovere di richiedere agli avventori il rispetto delle prescrizioni” anche “nell’area di pertinenza del locale che sia interna o esterna al medesimo. Nel caso di assembramenti nelle immediate vicinanze del locale aperto al pubblico, il personale in servizio è tenuto ad avvertire le forze di polizia del mancato rispetto delle norme vigenti”.
Niente carte al bar
Inoltre torna il divieto di lasciare quotidiani e riviste per gli avventori di bar e ristoranti. Così come viene espressamente vietato “il gioco delle carte come di qualsiasi altro gioco da tavolo”.
Per gli altri tipi di locali pubblici “è fortemente raccomandato consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno un metro di distanza interpersonale e costante”.
Stop al ballo
Sono sospese tutte le attività aventi luogo presso le sedi di operatori economici che abbiano come oggetto di licenza principale “discoteca, sale da ballo, night club e simili” e svolte in strutture con conformità edilizia per locale da ballo.
Sì ai congressi
Restano invece permessi le conferenze e i congressi, purché “siano assicurati posti a sedere distanziati per gli avventori e non sia prevista la somministrazione di cibi o bevande”. Inoltre nel caso in cui si preveda la presenza di più di 49 persone dovrà essere preventivamente ottenuta autorizzazione da parte della Gendarmeria almeno 15 giorni prima dell’evento. Non solo: è obbligatorio dotarsi di un responsabile della sicurezza “facente capo ad agenzie di vigilanza autorizzate a tale compito”, oltre ad un numero di addetti per la sicurezza, facenti capo al responsabile, non inferiore alla proporzione di uno ogni cinquanta avventori.
Stop alle feste, anche in casa
Vengono espressamente vietate “le feste”, anche presso i domicili privati. Si potranno riunione al massimo 6 persone, o di più nel caso in cui i componenti siano membri di un unico nucleo di conviventi. È inoltre “fortemente raccomandato” l’uso delle mascherine anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi.
Sport solo distanziati
Il decreto limita fortemente l’attività sportiva. Come già annunciato dal Cons, sono sospesi tutti gli eventi e le competizioni sportive, a partire dai campionati di calcio e futsal. Restano ammesse solo le competizioni sportive internazionali e nazionali italiane di carattere federale, comprendendo anche le attività di allenamento e preparazione.
Vengono sospese tutte le discipline sportive collettive o individuali di contatto amatoriali e agonistiche, che potranno svolgere allenamenti individuali che garantiscano il rispetto delle misure igienico-sanitarie.
Piscine e palestre aperte, ma con controlli serrati
Al contrario dell’Italia resta consentita l’attività motoria e sportiva in luoghi pubblici e in strutture sportive, pubbliche o private come palestre e piscine. A patto però che sia possibile consentire il rispetto delle misure igienico-sanitarie generali e quelle previste dal decreto – legge.
Inoltre la norma preve che le strutture sportive in gestione al CONS sono accessibili “esclusivamente a utilizzatori residenti, titolari di permesso di soggiorno oppure già tesserati o abbonati a federazioni sportive sammarinesi alla data di entrata in vigore del presente decreto – legge, salvo espressa deroga concessa dai competenti organi così come indicato da apposita circolare”. Questo, evidentemente, è stato inserito per limitare l’afflusso di persone alle strutture come le piscine pubbliche che in Italia sono chiuse.
Per palestre e piscine private, centri benessere, spa, scuole di ballo e scuole di danza è dato mandato agli uffici preposti di “verificare con assiduità il rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, fatta eccezione per i conviventi, nonché delle misure di contenimento, in assenza delle quali le forze dell’ordine procederanno con la inibizione temporanea, fino a regolarizzazione della posizione, delle stesse attività”.
Trasporto pubblico riorganizzato
Il decreto dà mandato all’AASS di presentare al Congresso di Stato un piano di riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico “al fine di mantenere l’efficienza del trasporto, con particolare attenzione a quello scolastico, prevedendo l’utilizzo di mezzi sia pubblici che privati sufficienti a garantire il distanziamento di 1 metro dei passeggeri ed il rispetto delle misure igienico-sanitarie”.
L’accesso ai servizi di trasporto pubblico è consentito unicamente indossando correttamente le mascherine.
Si a messe e funerali
Restano consentiti le cerimonie religiose e i funerali, purché nel rispetto dei presidi di sicurezza stabiliti con apposita delibera del Congresso di Stato in accordo con la diocesi di San Marino – Montefeltro. Anche i servizi per le sepolture sono garantiti nel rispetto delle regole di distanziamento interpersonale e utilizzo dei presidi di protezione, nonché dalle disposizioni indicate all’ingresso dei cimiteri.
Smartworking
Al fine di limitare i contagi negli ambienti di lavoro, è “consigliato ai datori di lavoro di riorganizzare la propria attività prevedendo, ove possibile, modalità di lavoro dal domicilio oppure l’utilizzo di ferie, congedi retribuiti o altri strumenti previsti dai Contratti Collettivi nelle modalità indicati dagli stessi, dando priorità alle lavoratrici in gravidanza, ai lavoratori invalidi o disabili, ai lavoratori genitori o affidatari di figli minori sino ai dodici anni di età, di figli in condizioni di disabilità o membri di nuclei familiari aventi nello stato di famiglia persone disabili”.
Controlli potenziati
Il decreto prevede che le forze di polizia possano avvalersi, nelle modalità previste dalla legge, anche dell’ausilio dei corpi militari volontari, per verificare e garantire nei locali aperti al pubblico, tanto all’interno quanto all’esterno, il rispetto delle misure di distanziamento previste per il contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19.
Non solo: ma la Polizia Civile è autorizzata a “demandare temporaneamente il servizio di regolazione del traffico in prossimità delle scuole ad appartenenti ai Corpi Militari Volontari e a civili appositamente incaricati” ed usare gli agenti per attività di controllo. Questo personale verrà attintà dalle “liste di volontari, sia ex appartenenti ai Corpi Militari Volontari che civili, ed eventualmente in ultima istanza alle liste dei Lavoratori Socialmente Utili, disponibili a ricoprire tale mansione”.
Multe salate
Per il mancato uso della mascherina la sanzione è di 500 euro.
Per i locali che contravvengono alle disposizioni la multa va da 1.000 a 2.000 euro. In caso di recidiva scatta la sospensione temporanea e immediata della licenza d’esercizio per 15 giorni.
A partire da questa sera
Le nuove disposizioni entrano in vigore alle 18.00 di venerdì 30 ottobre 2020 e permangono in vigore sino alla loro espressa abrogazione.
Leggi il Decreto 193/2020 e relativi allegati.
—