San Marino. Fatture false, condannata amministratrice di società, Antonio Fabbri

San Marino. Fatture false, condannata amministratrice di società, Antonio Fabbri

Fatture false per oltre 373mila euro. Condannata amministratrice di società

Sei mesi, la pena è stata sospesa, alla legale rappresentante della Luxury interni srl società con sede a Dogana oggi in fallimento

Antonio Fabbri

Fatture per operazioni ine-sistenti per 373.000 euro. Di questo era imputata Larysa Kulyk, 38enne di origine ucraina residente a Rimini, che sul Titano era legale rappresentante della società Luxury Interni srl, con sede a Dogana in via Cantù e sottoposta a procedura fallimentare dal 2017. Dal dibattimento è emerso come la donna fosse più una presta-nome che un titolare effettivo. Sta di fatto che era accusata, appunto, di avere emesso 69 fatture, a fronte di operazioni in tutto o in parte inesistenti, per un importo complessivo di 373.000 euro.

Dalle testimonianze assunte nel dibattimento, in particolare da quella dell curatrice fallimentare, è emerso come nella società mancasse la documentazione contabile, oltre a materiale relativo all’attività della società stessa. L’azienda, sulla carta, si occupava di progettazione e design di mobili di lusso per il mercato estero, in particolare dell’Est.

La curatrice fallimentare nelle udienze scorse aveva riferito di uno stato passivo riscontrato della società di circa un milione di euro, con debiti nei confronti di creditori tra cui lo Stato e l’Esattoria di Bcsm, che ha proceduto al sequestro di alcune pertinenze della società, ma per poche migliaia di euro.

Nell’udienza di ieri, dopo la deposizione dell’Ispettore Francioni in una precedente seduta, è stata ascoltata l’agente Barbieri, cui era stato richiesto di verificare la documentazione presentata dalla difesa che avrebbe dovuto essere il giustificativo delle fatture emesse. In realtà è emerso che la documentaione protestata non era relativa alle fatture contestate. Nell’udienza di ieri si è dunque proceduto alle conclusioni. 

il Procuratore del fisco Roberto Cesarini ha sostenuto come dal dibattimento sia emerso con chiarezza come le fatture fossero fittizie, per operazioni inesistenti. Il Pf ha anche rilevato come sul conto corrente della società si siano registrate movimentazioni per oltre un milione e mezzo di euro, che non è chiaro a quali attività si riferiscano.

Di segno opposto le conclusioni della difesa che aveva anche chiamato un operaio che si occupava del montaggio dei mobili per dimostrare l’effettiva attività legata alle fatture. La difesa sostenuta dagli avvocati Luigi Patimo e dal collega sammarinese Marco Bacciocchi, ha dunque sostenuto che le operazioni richiamate dalle fatture fossero reali e non inesistenti.

Valutate le risultanze del dibattimento il giudice Alberto Buriani ha condannato l’imputata a 6 mesi di prigionia, un anno e sei mesi di interdizione e a 3000 euro di multa. La pena è stata sospesa. 

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