Da quanto riporta Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino emerge il clima che si è instaurato a Forlì, presso la procura, fra il pm Fabio Di Vizio ed i sammarinesi lì accorsi nell’esercizio delle loro pubbliche funzioni.
I sammarinesi hanno eletto, nell’occasione, il dr. Di Vizio arbitro delle loro beghe interne, anziché vederlo quale egli in quel momento era, uno zelante avvocato dello Stato italiano.
Si sapeva ad esempio che Gabriele Gatti, in rotta con gli ex vertici della Cassa di Risparmio
della Repubblica di San Marino, aveva inviato al dr. Di Vizio (titolare delle inchieste Re
Nero e Varano) un documento riservatissimo della Pubblica Amministrazione della Repubblica di San Marino, del quale, Gatti, era venuto a conoscenza – si presume – nella sua qualità di Segretario di Stato alle Finanze.
Ebbene quel “Caro Dr. Di Vizio” con cui comincia la lettera di accompagno dell’ex Segretario Gatti ieri è riecheggiato nel Tribunale di Forlì, esibito dal Dr. Di Vizio come un trofeo, oltre che come prova documentale.
In effetti Gatti, ma non solo lui, anche
altre persone hanno portato documenti riservati oltreconfine, tutti convinti
che addossando ogni colpa a Fantini la vicenda si sarebbe chiusa positivamente
e che non ci sarebbero state conseguenze per la Cassa di Risparmio il più
importante istituto di credito del Titano. Nessuno di loro ha pensato che
difendere l’operato di Fantini significava indirettamente difendere l’operato
della Cassa. (Antonella Zaghini, La Voce di Romagna San Marino)