Per come, nella Repubblica di San Marino, sono andate, ultimamente, le cose, dando il giusto rilievo al grande passo compiuto con la legge sullo scambio ‘automatico’ delle informazioni, si ha motivo per ritenere che il pallino della politica sammarinese sia finito nella mani del Partito dei Socialisti e dei Democratici.
Gerardo Giovagnoli, Segretario del Psd, protagonista dei fatti, ne farà buon uso?
Di certo l’esordio nel nuovo corso, quello che ha portato alla deliberazione, in un ambiente da ‘patto d’onore’, del binomio residenza- proprietà è stato il peggio del peggio che ci si potesse aspettare.
Sulla questione dell’adesione all’Europa si può giudicare – tot capita tot sententiae – una presa di posizione di buon senso.
La votazione sulla legge sullo scambio delle informazioni si spera che costituisca l’inizio di un nuovo percorso che – perché no – lo stesso Psd (Segretario Giovagnoli) potrebbe guidare se dimostrerà, coi fatti, di aver conseguito, sul campo, l’autorevolezza necessaria a condurlo.
Può condurlo, Giovagnoli, se supera con un colpo d’ala le sabbie mobili delle discussioni sul socialismo – ormai da considerare bizantinismi senza costrutto come le discussioni medioevali sul sesso degli angeli – per affrontare i temi concreti che interessano alla gente. Quelli del sociale, per intenderci, sui quali nel Paese c’è una maggioranza amplissima che aspetta solo un portavoce che ne prenda la rappresentanza senza più distinzione sull’origine delle aspirazioni che vi stanno alla base.
Ad esempio, sul condono fiscale, Giovagnoli si schiererà con i ‘diversamente onesti‘ che sono nelle preoccupazioni del duo Alvaro Selva – Gabriele Gatti, o con gli ‘onesti’ tout court cui è abituata a riferirsi normalmente la gente?
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