Corriere Romagna: Il Psd difende l’operato di Felici e Macina / «Dimettendosi dal Consiglio Grande hanno anteposto l’interesse del partito a quello personale» / Secondo il partito i due consiglieri «non hanno mai usato contributi a fini personali»
SAN MARINO. Presentando le dimissioni dal Consiglio grande e generale, Claudio Felici e Stefano Macina «hanno anteposto l’interesse del partito a quello personale». È tutt’altro che una condanna quella che il Partito dei socialisti e democratici rivolge nei confronti dei propri consiglieri dimissionari che si ritrovano tra i 21 rinviati a giudizio della maxi inchiesta legata al Conto mazzini. In una lunga nota, via Rovellino interviene sulle dimissioni dei due compagni e rimarca l’importanza della fine delle indagini poiché «rappresenta l’opportunità per fare piena luce sui fatti riguardanti la storia politica ed economica degli ultimi decenni».
Ma il Psd mette in guarda dal rischio di cadere nel giustizialismo: quando infatti inizierà il processo, manda a dire, seguirà un’altra occasione per fare i conti con il passato, «facendo chiarezza- sottolinea il partito di Marina Lazzarini – fra le responsabilità politiche e i veri e propri reati, come deve avvenire del resto in un Paese civile dove prevale lo stato di diritto». Diversamente, «il rischio sarebbe quello del fallimento della politica e degli strumenti della democrazia costituzionale e ciò potrebbe significare l’inizio di una epoca buia di pericoloso giustizialismo». (…)