Si sta facendo strada fra la gente, nella Repubblica di San Marino, un grave sospetto.
Negli ultimi quindici anni, dopo la depenalizzazione di certi reati fiscali e societari, si è ingigantito il sistema finanziario. Tanto che era arrivato a contare – l’ultimo nel 2009 – 72 ‘soggetti autorizzati’: dodici banche e sessanta tra finanziarie, fiduciarie, società di gestione, compagnie
d’assicurazione. Il tutto, pare, in un sistema corruttivo di cui si è stato reso noto il prezzario. Il tutto senza alcun serio effettivo controllo da parte di Banca Centrale.
Gli erogatori di tangenti, secondo tale sospetto, anche per rientrare, diciamo così, dai loro investimenti, alla prima occasione non avrebbero esitato a svuotare detti enti, determinando una serie di situazioni fallimentari.
Situazioni fallimentari che lo Stato ha fronteggiato erogando danaro pubblico – 150 milioni di euro? – senza alcuna effettiva concreta azione di rivalsa verso i responsabili.
Cerchio chiuso.
Questo il sospetto.
Sospetto che il Palazzo può e deve allontanare ed in tutta fretta. Ad esempio portando allo scoperto i beneficiari effettivi dei soggetti finanziari, pubblicando gli atti riguardanti soggetti finanziari in cui sono previste erogazioni da parte dello Stato, rendendo pubblici i nominativi di politici e professionisti del Conto Mazzini, facendo intervenire l’antimafia.
Perché, a proposito di Bdt, ancora non si sa nulla delle azioni di recupero deliberate dal Consiglio oltre un anno fa?
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