L’imputato è deceduto, ma il processo per riciclaggio deve andare avanti per decidere sulla confisca
Antonio Fabbri
Il caso è particolarmente complesso. Si sta infatti procedendo per una vicenda nella quale l’imputato è deceduto nel periodo tra la sentenza di primo grado, il deposito delle motivazioni e l’appello. La dichiarazione di estinzione del reato per intervenuto decesso dell’imputato, tuttavia, va dichiarata con sentenza dal giudice. Allo stesso tempo nei casi di riciclaggio la legge prevede che il giudice debba decidere, anche in caso di estinzione del reato, sulla confisca che, nel caso specifico, vede 2,7 milioni già sotto sequestro.
Il principio è quello ormai assodato che, qualora del denaro sia riconosciuto di provenienza illecita, non possa essere rimesso in circolazione ma debba essere incamerato allo stato. L’avvocato Rossano Fabbri ha posto due problemi: uno relativo alla permanenza stessa del processo, l’altro relativo anche al suo mandato difensivo che non è chiaro se sia estinto o sia ancora in piedi, essendo deceduto chi glielo aveva conferito, e non è quindi chiaro quale ruolo possa avere nel processo il legale. “Pur avendo cercato gli eredi – ha infatti detto – non sono riuscito a rintracciarli”.
Di qui la richiesta che si proceda con il processo cercando di chiamare in causa gli eredi, proprio per stabilire sulla confisca. Per i Procuratori del Fisco, Giorgia Ugolini e Roberto Cesarini, invece, l’appello va rigettato perchè comunque è stato presentato oltre il termine e, in subordine, ritengono che il giudice debba decidere – dopo aver dichiarato l’estinzione del reato per intervenuto decesso dell’imputato – sulla confisca, confermando quanto stabilito in primo grado. Spetterà al giudice Francesco Caprioli, che si è riservato di decidere entro tre mesi, dirimere questo caso.