La Tribuna Sammarinese
Report
affonda l’arma dell’inchiesta nelle diramazioni sociali dell’ex Credito
Sammarinese
“I professionisti”: San Marino arrossisce, ma
Bologna sprofonda nella vergogna
I legami con la fondazione Barbaglia
che piuttosto delle opere di bene, investe soldi ‘non trasparenti’ in una
banca
Giuseppe Maria Morganti
Si autoaccusa Vendemini, l’ex direttore del Credito Sammarinese, in libertà provvisoria a San Marino ma con a carico un mandato di arresto internazionale e una specifica richiesta della procura di Catanzaro, “Senza i Vendemini i mafiosi non riuscirebbero nei loro intenti”. Ha trattato di infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia, la puntata di Report di ieri sera, che ha di nuovo stupito i sammarinesi per la capacità di approfondimento, ma deve aver stupito ancor più i bolognesi che hanno visto stimati professionisti arrossire di fronte alle telecamere alla domanda sulla verifica dei loro clienti. Barbieri, il narcotrafficante i cui soldi ‘ammuffiti’ sono giunti nella cassaforte della banca di Amati, era uomo d’affari a Bologna dove utilizzava notai per gli atti di compravendita degli immobili, commercialisti per la tenuta delle amministrazioni e le intermediazioni, avvocati per la difesa da accuse pesantissime, e con tutta probabilità anche banche e banchieri per effttuare le operazioni. I “professionisti” appunto, così si intitola l’nchiesta di Report gestita da Alberto Nerazzini,, che accolgono il cliente: “Perchè è vestito bene” – sottolinea la Gabanelli – ma si dimenticano che da cinque anni è in vigore una legge che li obbliga alla segnalazione dei casi ai fini del riciclaggio. Risalendo le fila dei collegamenti della Ester Barbaglia, socia al 20% del Cs, Report individua altri discutibili collegamenti nel milanese, fino ad arrivare a Vittorio Zaccuti (uomo su cui Vendemini manifesta il netto t imore di parlare), ma che pare sia il gestore dei 30milioni di euro del patrimonio della maga Barbaglia. Così nei contatti fino a commercialisti del calibro di Pietro Pilello, stretto amico di uno dei soci della fondazione Barbaglia a San Marino o Stefano Di Fonzo, intermediario finanziario, che risulta essere presidente della Fondazione sammarinese. Tutte persone che non si sono mai interrogate sul ruolo di una Fondazione che piuttosto che fare opere di beneficenza, come sarebbe naturale, investe invece in una banca. Lo stesso avvocato Luca Della Balda chiamato in causa da Report, riconosce i limiti della Fondazione e dice che sui soldi della Barbaglia si sapeva che c’era stato un problema, ma che poi da parte delle autorità italiane era intervenuto un atto di dissequestro. Fatto sta che mentre a San Marino la banca ha chiuso e le persone sono state messe in galera, in Italia, a Bologna, a Milano, sul lago di Como sopratutto dove risiede Zaccuti, non si sa se neppure se ci sia un’indagine in corso.