Non è un mistero che Pini avesse parecchi contatti anche a San Marino.
Prosegue l’indagine affidata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna nel filone d’inchiesta su corruzione, traffico di influenze e interferenze illecite nella vita privata che vede indagato anche Gianluca Pini, ex parlamentare leghista e con conoscenze ed entrature anche a San Marino. Si tratta di un filone di indagine di un filone di indagine che interessa l’intreccio di rapporti, contestati come illeciti, definito il “sistema clientelare Pini”, che tocca importanti istituzioni: dalla Prefettura di Forlì a quella di Ravenna fino alla Procura della Repubblica di Ravenna.
In tale filone di indagine emerge, secondo quanto ripor- tano i media italiani, che nello scambio di favori, che attestano rapporti di forte vicinanza di Pini con esponenti di rilievo, più volte emerge il nome dell’allora Procuratore Capo della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini, estraneo all’inchiesta. Come documentato da numerose chat – riportano sempre media italiani – Mancini sarebbe stato caldamente interessato da Pini, con successo, nel trasferimento alla Polizia Giudiziaria della Procura di Ravenna del carabiniere Daniele Pino, che avrebbe poi scambiato il favore consentendo a Pini l’accesso ai sistemi informatici in dotazione della PG.
Nello scambio di favori con il funzionario della prefettura di Ravenna, Sergio Covato, fa capolino finanche il nome del fratello di Alessandro, Dario Mancini (estraneo all’inchiesta), all’epoca Direttore Generale della Banca Agricola Commerciale di San Marino, presso cui la figlia di Covato aveva fatto richiesta di assunzione, caldeggiata da Pini.
Di certo non è un mistero che Pini avesse parecchi contatti anche a San Marino dove peraltro saliva spesso.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo
