Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: ‘Infiltrazioni politiche‘
Ce ne fosse stato uno. Uno che abbia fatto autocritica e abbia detto: “Ma ci rendiamo conto che il problema siamo noi?”
Nessuno se n’è venuto fuori con un mea culpa.
Tra chi ha voluto addossare responsabilità alla gendarmeria e chi ha insinuato sul tribunale. Chi ha bersagliato le evidenze dei fatti e chi ciò che dai fatti si intuisce. Chi ha additato il il gruppo politico di riferimento di cui si parla tanto, ma che non si sa ancora con certezza quale sia.
Ne fosse venuto fuori uno a dire, nel dibattito apertosi straordinariamente ieri: “Il problema cari colleghi consiglieri, lo dico con amarezza, ma siamo noi”. Perché a ben vedere, e i cittadini lo hanno notato tutti, il problema è la politica. O, meglio, è il modo di fare la politica degli ultimi vent’anni.
L’intercettazione ambientale del famigerato “ Arturo” è lì a testimoniarlo.
E dimostra anche che, purtroppo, funziona ancora così. Questo in Consiglio lo sanno tutti. Come tutti sapevano che il giochino dei cantieri di Fincapital non poteva durare. Come tutti sapevano che qualcosa sotto questa onnipotenza notarile ci doveva pur essere. La prima domanda che si deve fare ogni singolo consigliere che siede a Palazzo non è chi sia il gruppo di riferimento di Bacciocchi, ma: “Io di chi sono il politico di riferimento?” Già farsi la domanda sarebbe un passo da gigante.
Dare la risposta sarebbe la vera rivoluzione pacifica di cui San Marino ha bisogno. Fare ammenda su questo, infatti, eviterebbe che quando c’è da ispezionare un cantiere dove lavora gente in nero si faccia finta di nienteCommissione per le politiche territoriali si sgomiti per mandarci sempre gli stessi.
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