Luigi Console di La Tribuna Sammarinese: Intervista a Gian Marco Marcucci, consigliere dell’Upr ed ex Segretario di Stato al Lavoro / Politica estera tutta da rifare e inopportuna l’apertura indiscriminata ai frontalieri. Che ne pensa della politica estera, un po’ muscolosa, a volte patriottica, talora sembra una passeggiata nel deserto. Siamo di fronte all’assenza totale di una linea di politica estera, nessun dialogo in funzione della soluzione dei problemi sul tappeto, una gestione della sovranità affidata alla improvvisazione. Stiamo pagando un prezzo con danni incalcolabili. A volte rimaniamo attoniti, altre volte abbiamo la sensazione di vergognarci della situazione in cui siamo. Viaggi all’estero tanti, anche in Asia, ma di progetti, idee, proposte non vi sono tracce.
Nell’UPR ci sono tre ex segretari della DC, nonostante il legame ideologico e la stessa cultura cattolica, siete duri antagonisti della politica governativa? Noi guardiamo i fatti. Sia chiaro i viaggi a Roma sono stati oggetto di trattative sia a destra che a sinistra. Lo stesso Cossiga si adoperò per la soluzione della controversia italo-sammarinese, ma la Mularoni non seppe cogliere l’occasione. Tre anni perduti ed un paese allo sbando. Non possiamo essere teneri con chi ha consentito tutto questo.
Anis, Mics, Osla ognuno presenta una propria ricetta, mentre il paese chiede la verità. Mi dica la sua di verità. Per il momento posso affermare che la situazione nel Paese non è precipitata perché nel nucleo di ogni famiglia ci sono una o due persone che dipendono o dallo Stato o dal parastato e ciò consente di avere quanto necessario per poter vivere, ma la cosa non può reggere per troppo tempo. Occorre allora ripristinare le regole del gioco, quindi occorre rattoppare, smussare gli angoli, e ricercare una collaborazione che interpreti il bene comune: gli interessi del paese.
Frattini, Brunetta, sono stati considerati amici per la soluzione del problema, ma con la Mularoni un po’ ingenua di fronte a vecchie volpi? Un vero rapporto positivo non c’è mai stato. Anche questa volta si aspettava la fine del mese per giungere alla soluzione ed invece la crisi politica italiana rimanda il tutto alle calende greche.
DI …