San Marino. La riflessione di Attiva-Mente sull’autodeterminazione nell’affettività e nella sessualità delle persone con disabilità

San Marino. La riflessione di Attiva-Mente sull’autodeterminazione nell’affettività e nella sessualità delle persone con disabilità

Perché questo specifico argomento?

Intanto – scrive Attiva-Mente – perché pur non essendoci articoli all’interno della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità, essa ne parla chiaramente sia in modo esplicito: all’art. 25 stabilisce espressamente che alle persone con disabilità debbano essere forniti «[…] servizi sanitari gratuiti o a costi accessibili, che coprano la stessa varietà e che siano della stessa qualità dei servizi e programmi sanitari forniti alle altre persone, compresi i servizi sanitari nella sfera della salute sessuale e riproduttiva […]»), sia in modo implicito (nel preambolo, ad esempio, si sottolinea «la necessità di incorporare la prospettiva di genere in tutti gli sforzi tesi a promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità»; l’art. 23, sempre ad esempio, sancisce e tutela il diritto di ogni persona con disabilità, che sia in età per contrarre matrimonio, di sposarsi e fondare una famiglia sulla base del pieno e libero consenso dei contraenti. Esso riconosce e tutela anche il diritto delle persone con disabilità di decidere liberamente e responsabilmente riguardo al numero dei figli e all’intervallo tra le nascite e di avere accesso, in modo appropriato secondo l’età, alle informazioni in materia di procreazione e pianificazione familiare, fornendo i mezzi necessari ad esercitare tali diritti.

E’ del tutto evidente, dunque, che non si può parlare di prospettiva di genere o del diritto di sposarsi ed avere figli senza fare riferimento, implicitamente, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità.

Si tratta di un argomento complesso e dibattuto, ma è considerata da molti un importante aspetto dei diritti umani e della salute sessuale. L’importanza di questo tipo di assistenza risiede nel riconoscimento del diritto di ogni individuo, indipendentemente dalle loro abilità fisiche o cognitive, di avere una vita emotiva, affettiva e sessuale soddisfacente e gratificante.

Ciò premesso, riteniamo che siccome si sta trattando di Diritti Umani, sia giusto discutere anche di tali argomenti senza pietismo o ipocrisia, nel pieno rispetto delle diverse opinioni e sensibilità, ma prendendo in considerazione tutte quelle possibilità che favoriscono la libertà di scelta e l’autodeterminazione, quali la figura dell’OEAS – Operatore di assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità – ad esempio (a tal proposito segnaliamo questo approfondimento https://www.ilpost.it/2023/07/29/assistenti-sessuali-disabilita/ )

Offrire questo tipo di assistenza richiede professionisti adeguatamente formati e sensibili alle esigenze delle persone disabili. In molte società, la mancanza di norme e regolamentazioni chiare ha portato a un dibattito ancora in corso a riguardo, tuttavia è assolutamente necessario considerare attentamente i diritti e il benessere delle persone con disabilità e trovare approcci etici e rispettosi per soddisfare le loro esigenze”.

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