San Marino. Libera sulla residenze fiscali non domiciliate: “Un pericoloso ritorno al passato”

San Marino. Libera sulla residenze fiscali non domiciliate: “Un pericoloso ritorno al passato”

Libera considera le residenze fiscali non domiciliate come “un pericoloso ritorno al passato”.

“La maratona consiliare che il governo impone in questi giorni di agosto ha un solo scopo: quello di portare in approvazione il provvedimento delle residenze fiscali non domiciliate. Un pericoloso espediente che consentirà a personaggi facoltosi di risiedere a San Marino per 30 fino a 150 giorni. In questo periodo, il soggetto potrà portare a compimento affari sui quali, il pagamenti di un’aliquota del 5%, gli fornirà una liberatoria e quindi eludere il pagamento delle imposte in altri Paesi.

Il provvedimento è stato notevolmente aggravato rispetto a una prima stesura, poiché è stato esteso anche ai cittadini italiani e a quelli che risiedono in Paesi in grey list, sottoposti a stretta osservazione del Gafi. I primi, gli italiani al pari degli altri cittadini europei, genereranno danni per le casse dei loro Stati, i secondi, quelli dei Paesi a rischio, sono stati fatti entrare nel provvedimento perché proprio in quei Paesi sarà necessario completare il tempo di residenza non trascorso a San Marino, cosicché il reddito realizzato venga sottratto al fisco del proprio Paese di origine.

Di fatto San Marino si propone come paradiso fiscale diventando corresponsabile della generazione di una distorsione che si ripercuote sui sistemi tributari dei Paesi in white list.

Perché il governo è così determinato a portare avanti un simile provvedimento?

Perché il governo ha modificato la prima proposta, che comunque era già pericolosa, rendendola ancora più pericolosa? Chi gli ha suggerito questi peggioramenti?

Libera insieme a tutto il resto dell’opposizione sta combattendo contro questa modalità che rischia di mettere San Marino nelle condizioni di precarietà in cui si è trovata nel recente passato e da cui è riuscita ad uscire dopo anni di sacrifici scontando danni enormi in termini economici e di credibilità.

A nulla valgono i tentativi di giustificazione di alcuni consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto come l’eventuale reddito prodotto durante il soggiorno a San Marino dovrà poi comunque essere dichiarato nel proprio Paese di origine. Sappiamo invece che la meta San Marino sarà solamente una delle località offshore in cui vige lo stesso regime in cui il soggetto, risiedendo a turno per periodi limitati, eviterà di pagare le imposte. C’è chi ha anche detto che il regime esiste in Italia o in altri Paesi europei, trascurando di dire che tali residenze in quei Paesi non riconoscono agevolazioni si trasformano in tempi rapidi in residenze permanenti, dovendo quindi sottostare alle normative tributarie senza alcuna agevolazione, se non per i redditi prodotti all’estero.

Il governo non sa proporre per lo sviluppo altre idee se non questa, il turismo dell’evasione e dell’elusione, anzi rifiuta il sostegno all’economia reale e soprattutto a quella delle piccolissime imprese che rappresentano l’ossatura del sistema economico sammarinese.

Per difendere l’indifendibile, il governo sta tenendo bloccati i lavori del Consiglio Grande e Generale che certamente non finirà la discussione sulla legge di variazione del bilancio neppure in questa seduta di agosto”.

Libera

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