San Marino. Nella seduta pomeridiana di venerdì 29 novembre, il Consiglio Grande e Generale approva l’istituzione di un organismo di sorveglianza

San Marino. Nella seduta pomeridiana di venerdì 29 novembre, il Consiglio Grande e Generale approva l’istituzione di un organismo di sorveglianza

Nel pomeriggio si conclude il dibattito al Decreto delegato n165 “Disposizioni inerenti alle operazioni di cartolarizzazione”

Si apre l’esame degli emendamenti all’articolato, tra cui viene approvato, a fine seduta, l’emendamento sottoscritto da tutti i consiglieri per l’istituzione di un Organismo di Sorveglianza.

Nella replica finale al dibattito sul decreto, il Segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti risponde alle critiche emerse dai banchi della minoranza rispetto al metodo con cui si è proceduto al progetto di cartolarizzazione: “Mi è sembrato, da parte dell’opposizione – manda a dire – un arrampicarsi sui muri per giustificare il voto contrario a un provvedimento che tutti ritengono necessario, perché richiesto dal settore, dalla cittadinanza, richiamato dal report di Fitch, sollecitato dagli organismi internazionali, e che costituirebbe un rafforzamento delle nostre banche”. Rassicura poi sui rischi dell’operazione per lo Stato: “Oggi i rischi di utilizzo della garanzia dello Stato sono abbastanza lontani”, sottolinea. “Sono convinto che  l’operazione è assolutamente in sicurezza per lo Stato – ribadisce – tant’è nessuna operazione analoga fatta fino ad oggi ha avuto la perdita di un euro da parte dello Stato, guardo all’esperienza italiana e in Grecia”.

Quindi si è passati all’esame dell’articolato, In particolare all’Articolo 1 “Disposizioni relative alle garanzie dello Stato ed alla relativa escussione”, Rf propone 4 emendamenti, di cui uno, l’abrogativo al comma 4, è analogo all’emendamento presentato da Rete sullo stesso articolo. Gli emendamenti all’Articolo 1 dell’opposizione sono tutti respinti, ad eccezione dell’emendamento Rf abrogativo del comma 4 su cui la votazione va in pareggio – 25 favorevoli e altrettanti contrari- e quindi il Consiglio non si esprime. In particolare, con questo emendamento – analogo a quello di Rete, che invece è stato respinto- si propone di eliminare un comma che dà indicazioni sulla delibera d’urgenza del Ccr-Comitato per il credito e il Risparmio- in cui si specifica, tra l’altro, che la delibera “si limita alla presa d’ atto circa la mera regolarità formale dell’escussione della garanzia dello Stato”.   Per Andrea Zafferani l’abrogazione richiesta è motivata perché si “mettono fortissimi limiti alla delibera del Ccr e sono inutili, perché la legge madre del 2021 già precisa molto bene cosa il Crr deve o non deve fare, quando fa un delibera con cui decide formalmente di dare soldi a garanzia”. Emanuele Santi, Rete, nel proporre l’emendamento analogo sottolinea la condivisione della contrarietà al comma 4 in cui “noi vediamo – chiarisce – la deresponsabilizzazione del Ccr, ovvero Bcsm  e governo, e allora su chi ricade quindi la responsabilità di aver dato la garanzia, se viene escussa? Ricade a monte a chi ha dato l’ok politico -prosegue – cioè alla commissione III, che a sua volta ha demandato ad altri? E’ un cortocircuito che ci impone delle riflessioni”.  Da parte del Sds Gatti, che interviene per spiegare i contenuti del comma 4, si chiarisce che nell’articolo si specifica come “il ruolo del Ccr non può che essere un ruolo formale, non può prendere decisioni diverse, se non la verifica che tutti gli aspetti formali siano fatti adeguatamente”. Quindi, “se c’è la garanzia dello Stato, il Ccr viene interessato per tutte le attività e deve controllare che tutte le formalità siano esperite- ribadisce- ma non può entrare nel merito, per farlo in caso deve avviare azioni di tipo civile o amministrativo”.

Quindi l’Aula passa all’esame dell’emendamento “1 Bis” del Gruppo Misto e all’emendamento sottoscritto da 47 consiglieri – tutti i consiglieri presenti al momento del deposito del testo- che era stato anticipato in mattinata dal capogruppo Pdcs, Francesco Mussoni, “Art. 1 bis – Articolo 21 bis aggiuntivo della Legge n,157/2021 -Organismo di sorveglianza”

Come spiega Alessandro Rossi del Gruppo misto, si tratta di due emendamenti analoghi, per cui del proprio annuncia il ritiro, in favore di quello sottoscritto da lui stesso, insieme a tutti i consiglieri.  Francesco Mussoni, Pdcs, lo illustra: “Ha la finalità di fare in modo che Parlamento e Commissione finanze possano avere un organo di assistenza tecnica, autonomo rispetto alla gestione e con vita autonoma rispetto l’operazione industriale che si sta ponendo in essere”. La proposta “non fa altro – prosegue – che confermare la bontà del progetto che il governo e la maggioranza- ma direi il sistema paese- stanno portando avanti, dall’altro introduce elementi di valutazione a strumento in particolare della commissione Finanze”.

L’organismo di sorveglianza sarà quindi composto da tre membri nominati dal Consiglio grande e generale di cui un decreto, da emettersi entro dicembre, dovrà definire requisiti, compiti e durata dell’incarico.

Nella discussione sull’emendamento, il Segretario Gatti ribadisce che esiste già un organismo dello Stato che ha le competenze per svolgere l’attività richiesta, quello che da gennaio si chiamerà “Ragioneria dello Stato”, ma “cosa diversa è quanto è stato condiviso- aggiunge- che è organismo tecnico di supporto alla commissione, di nomina consiliare, con una funzione più dettagliata e che posso condividere”.

Nicola Renzi, Rf, sottolinea quindi come l’emendamento sia “un atto di responsabilità e di libertà che tutti i consiglieri hanno voluto rappresentare”. Ma si domanda anche come mai per arrivare a questo “sia stato necessario fare 3 riunioni in commissione Finanze, un incontro a palazzo Begni e un ulteriore incontro in Commissione e poi giungere in Aula, un percorso un po’ lungo direi. E non capisco quali siano state le resistenze”. Matteo Ciacci, Libera, definisce l’emendamento condiviso “un passo in avanti rispetto a un decreto in cui vediamo delle criticità”. Spiega poi che in Commissione era stata proposta “una possibilità diversa, cioè individuare una perizia tecnica che potesse consentire una contromisura rispetto un’analisi che è stata fatta solo da addetti ai lavori, con interessi rilevanti”. Dubbi invece sulla scelte di istituire un comitato di sorveglianza, “anche nel recente passato non mi sembra abbiano mai portato fortuna”. Quindi, “bene ma non benissimo”, conclude.  Rossano Fabbri, Npr, auspica “si faccia una buona opera di nomina rispetto chi andrà a ricoprire l’incarico e non si risolva nella solita questione politica, ma sia fatta una scelta di professionalità”.

Pasquale Valentini, Pdcs, sottolinea come il nuovo istituto sia un elemento importante di garanzia e che sarà rilevante il decreto che ne definirà funzioni e requisiti. “Se poi lo Stato è già dotato di queste strutture- chiosa- si vedrà nella pratica che è un organismo superato, che è un doppione di ciò che esiste”.   Emanuele Santi, Rete, esprime soddisfazione per l’emendamento condiviso da tutta l’Aula e ricorda come fin da subito tutta la commissione abbia valutato che serviva un parere terzo rispetto tutta l’operazione- prima, durante e dopo.

Con l’approvazione quasi unanime (49 sì e un non votante) dell’emendamento 1 bis per l’istituzione di un organismo di sorveglianza sulla cartolarizzazione , termina quindi la seduta consiliare. I lavori riprenderanno domani pomeriggio con il proseguimento dell’esame degli emendamenti al decreto n.165.

Di seguito un estratto della replica del Sds per le Finanze Marco Gatti al dibattito sul decreto delegato n. 165

Comma n.  10. Ratifica Decreti Delegati:

Decreto delegato 20/11/2023 n.165 Disposizioni inerenti alle operazioni di cartolarizzazione ai sensi della Legge 30 agosto 2021 n.157

Marco Gatti, Sds Finanze, replica

Nel dibattito di oggi sul decreto mi è sembrato, da parte dell’opposizione un arrampicarsi sui muri per giustificare il voto contrario a un provvedimento che tutti ritengono necessario, perché richiesto dal settore, dalla cittadinanza, richiamato da report Fitch, sollecitato dagli organismi internazionali, e che costituirebbe un rafforzamento delle nostre banche. Mi chiedo  del perché di questa compattezza, forse il fatto che ci avviciniamo alle elezioni potrebbe far pensare che si stia preparando una coalizione alternativa alla maggioranza: Libera, Rete e e Demos si uniscono e indipendentemente dalle questioni portano avanti questioni politiche.  Mi viene da spiegarla così, perché le loro considerazioni vanno in contraddizione, da un lato va bene la garanzia sui senior, poi bisogna fare attenzione perché ‘quello lì ha bisogno della casa, poverino’., ‘cerchiamo di privilegiare tizio o caio’. Bisogna invece che l’operazione sia di mercato, senza condizionamenti, perché se no, nessuno partecipa perché pensa ci siano già destinatari.  La cartolarizzazione riguarda prestiti privati che non sono stati onorati, ma obiettivo dei privati in primis, e per secondo dello Stato- noi noi diamo solo la garanzia, non c’è esborso di soldi e quant’altro-  è realizzare il massimo, ma farlo alle regole del mercato. Ed è nostro interesse, se vogliamo che la cartolarizzazione non sia un flop per le banche che poi si hanno ricadute su tutto il sistema. Mi è sembrato qualche cosa quindi di contradditorio quando detto dall’opposizione, da una parte si dice che è un’operazione montata con i piedi- si dai piedi dei principali player del mercato, il top dell’Europa tra l’altro- frettolosamente. Si dice che manca il business plan e se si va a vedere nella documentazione c’è. ‘Vogliamo capire perché i costi sono aumentati’:  dai numeri dati negli interventi, mi viene da pensare che ai costi dell’operazione sono state sommate le cedole previste e poi è vero che i costi sono fluttuanti. Altra cosa: quanti sono i costi dello Stato? Lo Stato in questa operazione non tira fuori i soldi che sono a carico dei soggetti e dell’operazione di cartolarizzazione, lo Stato presta la garanzia, ovvero si assume un potenziale rischio ma non ha costi diretti. Chiaro che dei costi che la struttura ha, alcuni di questi vanno in prededuzione, quindi il recupero che ci sarà, potrà essere eroso da quei costi che sono stati quantificati intorno ai 14-15 mln, una idea si ha. Per quanto riguardo il discorso degli operatori che non devono essere quelli che hanno fatto la valutazione: ma secondo voi, è meglio avere un soggetto che ha messo la firma su una valutazione di recupero e ci dice che recupera 120 mln e lui è responsabile del recupero o è meglio nominarne un altro? Perché in questo caso poi, se i conti non tornano, il soggetto dirà ‘la mia valutazione andava bene ma avete nominato uno per i recuperi che non è in grado di farlo’. E’ quindi a garanzia che faccia lui il recupero.
Rispetto al discorso del controllo dell’operazione: noi ce lo abbiamo attraverso in primis Banca centrale, questi sono soggetti vigilati e Bcsm fa un controllo costante su tutta l’operazione.  Lo Stato ha poi un ufficio che da gennaio cambierà e diventerà Ragioneria dello Stato, che sarà anche potenziato, e si occupa di questo.  Quindi anche lo Stato un soggetto ce l’ha, ma se la Commissione finanze ritiene che sia l’ufficio e sia Bcsm non sono sufficienti, può dotarsi di un organismo autonomo che può riferire se le risorse finanziarie in entrata previsti nel piano sono rispondenti e puntuali  perché solo nel caso ci sia sfasamento, si può presentare un rischio per lo Stato. Oggi i rischi di utilizzo della garanzia dello Stato sono abbastanza lontani: con l’escrow account richiesto incassa già delle cedole, sono coperte da liquidità, chiaro che come tutte le garanzie un minimo di rischio ce l’hanno, ma conto sui 200 mln di immobili valutato. Sono convinto l’operazione è assolutamente in sicurezza per lo Stato, tant’è nessuna operazione di Sga fatta fino ad oggi ha avuto  la perdita di un euro da parte dello Stato, guardo all’esperienza italiana e in Grecia.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy