San Marino. Ostacolo alle verifiche Aif, condannato banditore d’asta di monete dell’antica Roma

San Marino. Ostacolo alle verifiche Aif, condannato banditore d’asta di monete dell’antica Roma

L’uomo è stato condannato a 6 mesi con pena sospesa. La difesa aveva chiesto l’assoluzione. Probabile l’appello.

ANTONIO FABBRI – Il caso ha visto imputato un banditore di aste numismatiche, 67enne romano, difeso dagli avvocati Cesare Brancaleoni e Maria Selva. Ieri l’udienza conclusiva del processo nel quale l’uomo era accusato di ostacolo alla funzione di vigilanza perché, nell’ambito di una ispezione dell’Agenzia di informazione finanziaria, non aveva subito collaborato con gli ispettori dell’Aif consegnando tardivamente la documentazione che attestava la provenienza delle monete e dei pezzi numismatici che venivano messi all’asta, per lo più monete dell’antica Roma, e per avere presentato documentazione incompleta e ritenuta dall’Aif inaffidabile.

In sostanza secondo l’Aif per i pezzi numismatici venduti all’asta, per 112.262 euro pari a circa la metà dell’ammontare complessivo, l’uomo ere accusato di non essere riuscito a presentare documentazione attestante la provenienza delle monete antiche battute all’asta.

Questi, dunque, i fatti contestati risalenti all’aprile 2017 con un controllo dell’Aif rimasto aperto fino al primo giugno 2018 in attesa della documentazione relativa.

Ieri, dunque, le conclusioni del processo con le spontanee dichiarazioni dell’imputato e, di seguito, la requisitoria del Procuratore del fisco e le arringhe dei difensori.

“Non ho mai tenuto un comportamento che sia stato di ostacolo all’attività dell’Aif”, ha detto nelle sue dichiarazioni spontanee l’imputato. “Se non ho tenuto un comportamento conforme ai canoni è stato dettato dall’ansia, non era mia intenzione e me ne scuso – ha aggiunto – ma ho sempre dato la mia disponibilità massima”, ha dichiarato l’imputato.

Quindi è toccato al Procuratore del fisco Roberto Cesarini formulare le sue conclusioni. “Il capo di imputazione di cui discutiamo oggi – ha specificato il Pf – è ostacolo alla funzione di vigilanza dell’Aif e non si tratta di una indagine giudiziaria per riciclaggio o altri reati circa la proprietà di queste monete o provenienza delle stesse. Aif ha dato la possibilità in più occasioni di consegnare la documentazione richiesta, ma ciò non è avvenuto. Si riscontra poi che non solo non si è adempiuto alle richieste di Aif, ma anche nella documentazione prodotta sono state riscontrate da Aif stessa anomalie e non conformità. Tutto porta a ritenere che il reato sia integrato”, ha concluso il Pf chiedendo 7 mesi di prigionia e un anno e 3 mesi di interdizione, non opponendosi, tuttavia, alla concessione dei benefici di legge.

Per la difesa ha esordito l’avvocato Maria Selva che nello specifico ha fatto il conteggio della prescrizione, ritenendo che il tempus commissi delicti risalisse all’aprile 2017 e non al giugno 2018 quando è terminata l’ispezione Aif. Per l’avvocato Selva, dunque, la prescrizione sarebbe maturata già ad agosto.

Di seguito il condifensore Cesare Brancaleoni, del foro di Rimini che ha esordito: “Vengo volentieri a San Marino – ha premesso – ho sempre riscontrato, nei confronti con la Procura fiscale e con i colleghi, dibattiti di alto livello”. Poi per l’imputazione l’avvocato ha sottolineato che “non è emersa alcuna provenienza illecita delle monete e se è vero che non è quello della provenienza illecita il reato che viene contestato, questo però significa che non vi è dolo” nell’ostacolo alla funzione di vigilanza. “L’ispezione – ha aggiunto l’avvocato – avrebbe dovuto concludersi subito e, in caso di irregolarità, esserci una sanzione. Una sanzione amministrativa. Il mio assistito può avere certamente sbagliato quando ha ricostruito la provenienza delle monete, ma non è una attività semplicedato che si tratta di monete romane e molte, peraltro, si assomigliano. Il mio assistito è incensurato – ha aggiunto l’avvocato Brancaleoni – ma non conta niente la vita specchiata di un uomo? Io credo che la giustizia dovrebbe accontentarsi della sofferenza, protrattasi per oltre sei anni, patita dal mio assistito. Non è un criminale, dal 2006 lavora a San Marino, è perito numismatico presso il tribunale di Roma, che non nomina suo consulente un soggetto se non è un galantuomo riconosciuto”.

Quindi l’avvocato Brancaleoni ha chiesto l’assoluzione “quanto meno perché non è provato il dolo del reato contestato”. Il commissario della legge Simon Luca Morsiani, dopo la camera di consiglio, ha ritenuto che vi fossero gli estremi per la penale responsabilità dell’imputato e lo ha condannato a 6 mesi di prigionia e a un anno di interdizione dalla professione. Concessi tuttavia i benefici di legge della sospensione condiziona della pena e della non menzione. Condanna anche alle spese di giustizia.

Probabile l’appello, anche se è vicino il termine di prescrizione del reato che dovrebbe maturare attorno a gennaio del prossimo anno.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy