“Con due appuntamenti su questioni da dove nasce storicamente l’esperienza dei cristiani nella politica, è iniziata la IV stagione della Formazione politica dei Giovani democratico cristiani di San Marino, sotto la nuova presidenza di Marco Mularoni”.
Lo scrive in un comunicato l’Ufficio Stampa dei GDC in collaborazione con Markus Krienke, moderatore della IV edizione di Scuola di Formazione Politica.
“I primi due dei sei appuntamenti mensili da settembre 2023 a marzo 2024 hanno approfondito, infatti, l’identità e la nascita dei partiti democratico cristiani, da un lato, e l’identità culturale dell’Europa a partire da San Benedetto, dall’altro. Entrambe le volte, come hanno spiegato i relatori Andrea Spiri della Fondazione De Gasperi e Don Marco Mazzanti di San Marino, la fede cristiana è stata tradotta e trasmessa in una realtà concreta, secolare, laica, diventando fonte di ispirazione culturale e politica.
Infatti, con il 1919 e la nascita del partito dei cattolici in Italia (Luigi Sturzo, Partito popolare), essi trovano una rappresentanza politica aconfessionale acquisendo la possibilità di contribuire alla politica. Già solo sette anni dopo, però, tale esperienza politica finisce bruscamente con l’arrivo del partito di massa fascista che abolisce tutte le altre realtà politiche. Nonostante tale partito debba affrontare subito una sfida esistenziale, si evidenziano però sin dall’inizio le differenze specifiche del partito dei cristiani da quello socialista/comunista, quello fascista e quello liberale o altri. E tale specificità i laici cattolici hanno difeso nonostante gli interessi del Vaticano che per non rischiare i Patti lateranensi sacrificò il partito, in quanto le organizzazioni cattoliche si salvarono all’interno della Chiesa sotto forma dell’impegno sociale, formando una specifica forma di antifascismo.
Un altro momento culturalmente difficile e di crisi della cultura europea, avvenne nel sesto secolo d. C. quando Benedetto da Norcia (480-547) fondò il monachesimo occidentale con la sua Regola dell’“ora et labora” che non strutturava soltanto la vita dei monaci ma un’intera cultura basata su preghiera e lavoro. La valorizzazione dell’essere umano tramite il lavoro, cioè la sua dignità, è infatti una grande svolta del cristianesimo (nell’antichità il lavoro era l’attività imposta agli schiavi) che però non deve essere frainteso in modo materialistico. Secondo San Benedetto, con il lavoro non si serve il “consumismo”, per utilizzare una parola odierna, ma Dio e quindi dei valori spirituali che diventano edificanti per la società. Oltre l’“ora et labora”, anche il libro è una caratteristica del monachesimo bendettino, dunque la cultura di leggere e trasmettere sapere e cultura.
Momenti di crisi e di cambiamento richiedono quindi l’inculturamento di valori che sanno dare orientamento. Cristiani importanti sono riusciti a dare, in questo senso, ispirazione “laica” all’Europa, e a riconoscere nella fede una forza storica, capace di dare all’andamento della società e della politica una direzione che rispetta la dignità della persona anziché distruggerla. Per questo, le prime due lezioni hanno preparato il terreno sul quale nei prossimi incontri, che si svolgeranno ogni ultimo mercoledì del mese con eccezione del mese di dicembre, affronteremo temi attuali intorno all’economia, alla finanza, al mondo del lavoro e alla sfida generazionale”.