“Anch’io diedi a Berlusconi il mio modesto suggerimento per passare alla storia”
MARINO CECCHETTI – Silvio Berlusconi è già nella storia, visti i funerali. Anche in vita non gli mancarono le occasioni. Ricordo il singolare “Silvio, Silvio dacci la luce” con cui fu accolto al Meeting dei Popoli di Rimini nell’agosto 2002. «Questa è la festa del coraggio» lui esordì in una sala immensa strapiena. E continuò: «Ricordo ai miei tempi quando nelle scuole e nelle università solo i ragazzi di Comunione e Liberazione avevano il coraggio di combattere contro una ideologia che è vista come un bene non realizzato e che invece è stata un’impresa criminale». Una ovazione dietro l’altra. Accanto a lui Giulio Tremonti, di cui noi sammarinesi sperimenteremo la determinazione, e Roberto Formigoni che invece del Ministero della Pubblica Istruzione, come allora si vociferava, avrà la Presidenza della Regione Lombardia, a compenso – dissero poi i maligni – dei 50 applausi che Berlusconi quel giorno incassò.
Anch’io diedi a Berlusconi il mio modesto suggerimento per passare alla storia. In forma pubblica e da sammarinese. Fu quando il suo alleato-rivale Umberto Bossi diffuse la seguente insinuazione: «Il Ponte sullo stretto? È il piedistallo per la statua che Berlusconi vuole costruirsi».
Scrissi in una lettera aperta: Le “basta un’opera piccola, piccolissima, di poco conto anche in termini finanziari rispetto al Ponte di Messina, per farLa entrare nella immortalità, se ci ascolta: un collegamento viario o ferroviario (o entrambi!) fra Adriatico e Titano. Fino alla base del Titano, basterebbe. Ce l’hanno suggerito le società di consulenze McKinsey e Studio Ambrosetti. Quanto alla immortalità, si fidi. C’è un precedente – quello del buon Benito – che ne è la prova del nove”.
Non mi andò dritta. Con Giorgia nemmeno provarci.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 19