Da parte dei partiti di opposizione, il commissariamento di Banca Commerciale Sammarinese ha dato la stura a una serie di critiche alla conduzione di Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Critiche che vanno rilevate, perché sostanzialmente nuove in questa forma così dura.
Di certo in passato Banca Centrale non ha fatto quello che il Paese si aspettava, anche per l’organizzazione generale del sistema. Basta pensare che, nel 2007, ha concesso a molti istituti una incredibile proroga fino al 2013 per mettersi in regola per quanto riguarda il patrimonio di vigilanza. E proprio quand’era in corso lo scandalo
Banca del Titano, in cui era impegnata in primo piano (con risultati che si sono rivelati disastrosi per lo Stato).
Ha detto, l’anno scorso, un Segretario di Stato alle Finanze: fanno
più controlli gli enologi del consorzio vini che non la vigilanza di
BCSM.
E, l’altro giorno, il commissario Rita Vannucci, trattando del rapporto fra malavita e sistema finanziario, ha affermato: Abbiamo vissuto un decennio di completa anarchia.
Ad esempio il dr. Stefano Caringi è più ricordato per le sue deposizioni presso la procura di Forlì in cui si sarebbe lamentato per le interferenze dei politici sammarinesi sul suo lavoro, piuttosto che per il lavoro di vigilanza effettivamente svolto, com’era nei suoi compiti a partire da Banca del Titano, unitamente al direttore Luca Papi ed al Presidente, Antonio Valentini.