“Di fronte all’inadeguatezza palese di Gatti e di tutto il Governo ad affrontare i nodi decisivi per il futuro del Paese e la sostenibilità del bilancio, non possiamo fare altro che far presente la nostra grande preoccupazione e chiedere una discontinuità forte, di uomini e di politiche”.
È questo il giudizio tranchant che Repubblica Futura esprime riguardo alla legge di bilancio 2022 licenziata a dicembre dal Consiglio Grande e Generale.
Il partito spiega in una nota di aver cercato, “pur da posizione di opposizione, di proporre all’interno della legge di bilancio una serie di norme per consentire di favorire la crescita economica e la nascita di nuove imprese, stimolando investimenti pubblici e privati in ambiti rilevanti.
Abbiamo chiesto in prima battuta che i 150 milioni che il Governo prenderà a debito fossero destinati a politiche di crescita: il famoso “debito buono”, capace di generare un ritorno economico maggiore del suo costo. Il Governo invece ha, purtroppo, deciso di destinarli alla spesa corrente, oramai insostenibile, anziché mettere in campo le necessarie riforme per ridurre il disavanzo, ed ha destinato solo 4 milioni di euro alle politiche di sviluppo.
Tutto il resto coprirà i disavanzi dei prossimi anni, nient’altro. Se a questo – scrive ancora Rf – sommiamo il fatto che i 340 milioni dell’emissione obbligazionaria dell’anno passato sono già finiti (dopo essere stati usati per coprire gli ultimi 2 anni di buchi di bilancio, a rimborsare 94 milioni a Carisp e 55 a Banca Centrale), capiamo che futuro ci stanno prospettando questi Segretari di Stato sprovveduti che stanno solo facendo debiti lasciando le macerie a chi verrà dopo.
La nostra visione è stata radicalmente diversa. Abbiamo anzitutto chiesto di destinare risorse ad un pacchetto per le piccole e medie imprese, per ridurre i principali costi che si trovano ad affrontare in fase di avvio e continuazione (affitto, onorari dei professionisti, minimi contributivi, gestione separata Iss), eccessivi rispetto ai competitor e che ci lasciano indietro nelle principali classifiche internazionali. Accanto a ciò, abbiamo evidenziato la necessità di regolamentare le nuove “imprese on line”, svolte tramite il web, i social network, ecc. da persone già occupate senza carattere di continuità, con forme semplificate a livello normativo e che siano a costo zero”.
E ancora: “Abbiamo richiesto un intervento di incentivazione dei consumi interni, da una parte sul fronte della domanda (aumentando la quota di deducibilità fiscale delle spese effettuate in territorio e “restituzione” di una quota di quanto speso in termini di minori tasse) e dall’altra sul fronte dell’offerta (riduzione al 15% della monofase per il 2022 e l’eliminazione dell’imposta sui servizi). Inoltre, abbiamo richiesto una rimodulazione del “voucher vacanza”, prevedendo che chi resterà almeno 2 notti a San Marino abbia un “bonus” da spendere in attività economiche sammarinesi. È necessario fare ripartire commercio e servizi, oltre al turismo, settori che in molti ambiti ancora faticano a uscire dalla pandemia”.
Sul fronte degli interventi strutturali a medio-lungo termine, Rf ha richiesto:
Quest’ultimo sul “pacchetto formazione” è stato l’unico emendamento accolto, grazie alla disponibilità del Segretario Belluzzi, che ringraziamo”.
“Su tutto il resto – attacca Rf – nulla. Nessuna visione, solo la necessità di trovare soldi a debito per mantenere la spesa corrente insostenibile”.
Di qui la richiesta di una “discontinuità forte”.